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POLITICA

Il "pallottoliere" di palazzo Madama

In Senato la conta della maggioranza. I sì potenziali sono 175

Secondo le posizioni ufficiali dei gruppi parlamentari il nuovo esecutivo dovrebbe avere la fiducia. I civatiani assicurano il loro sì seppur "condizionato e sfiduciato". Popolari per l'Italia decideranno oggi ma Mauro anticipa che sarà un sì
 

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L'Aula del Senato
È ancora una volta il Senato l'Aula dove il nascente governo Renzi dovrà guardarsi le spalle per ottenere la fiducia. Se si prendono in considerazione le posizioni ufficiali dei diversi gruppi parlamentari, il nuovo esecutivo non dovrebbe avere problemi. Nei giorni scorsi alcuni senatori del Pd e dei Popolari per l'Italia hanno minacciato di far mancare il loro voto. Ma dopo un incontro a Bologna i 'civatiani', che nel Pd rappresentano l'area critica verso il governo, sono orientati a dire un sì, sia pure "condizionato", alla fiducia. I 'popolari' decideranno invece oggi, in una riunione dei gruppi, la loro linea, ma Mario Mauro annuncia che voteranno sì "per rispetto all'appello di Napolitano a dare tutti una mano per aiutare l'Italia a venire fuori dal guado". L'assemblea di palazzo Madama conta 320 inquilini, e cioè i 315 eletti nonché i cinque senatori a vita (Carlo Azeglio Ciampi, Mario Monti, Renzo Piano, Carlo Rubbia ed Elena Cattaneo). Quindi la maggioranza assoluta dell'Assemblea ammonta a 161 voti, anche se per ottenere la fiducia è sufficiente la maggioranza dei votanti.

I voti sicuri
Il gruppo del Pd, il più corposo, può contare su 107 senatori (il presidente del Senato Piero Grasso non vota), ai quali vanno aggiunti i 31 di Ncd, gli 8 di Scelta civica (compreso Monti), i 12 di Per l'Italia e i 12 del Gruppo delle Autonomie linguistiche (nel quale siedono Cattaneo e Rubbia). A questi voti si aggiungeranno quelli degli altri due senatori a vita, Ciampi e Piano, che siedono nel Misto, e forse quelli di tre senatori espulsi da M5s che hanno già votato la fiducia al governo Letta: Fabiola Anitori, Paola De Pin e Marino Mastrangeli. L'altra ex senatrice pentastellata, Adele Gambaro, ha già detto che negherà il suo appoggio. Sembra invece escluso il voto dei quattro dissidenti 5 Stelle che rischiano l'espulsione: Orellana, Battista, Campanella e Bocchino. Stando a questi numeri Renzi potrebbe contare, al netto di possibili assenze (come quella di Ciampi, che non c'era alle ultime votazioni), su 175 voti favorevoli: 14 in più della maggioranza assoluta.

Numeri della fiducia al Senato
Malumori nel Pd: il sì "sfiduciato e condizionato" dei civatiani
Le cose avrebbero potuto complicarsi per alcuni "mal di pancia" nella sinistra del Pd. Infatti sei senatori che fanno riferimento a Pippo Civati, hanno minacciato di non votare la fiducia: Corradino Mineo, Walter Tocci, Lorenza Ricchiuti, Donatella Albano, Felice Casson e Sergio Lo Giudice. Ma il pericolo potrebbe essere rientrato dopo l'assemblea di ieri a Bologna: i civatiani sembrano orientati a concedere a Renzi un sì "sfiduciato e condizionato", che è "un sì al Pd", nel quale Civati e i suoi intendono restare, "e non al governo".

Popolari per l'Italia: possibili defezioni individuali
Dopo l'esclusione dal governo di Mario Mauro, hanno traballato anche i voti dei Popolari Per l'Italia, che contano 9 dei 12 senatori di Per l'Italia, mentre gli altri tre sono Udc e voteranno  la fiducia. Il gruppo si riunirà oggi prima del voto per decidere, ma è lo stesso Mauro ad anticipare che il voto sarà favorevole. Anche se non si escludono defezioni a titolo individuale, come quella annunciata dal senatore Maurizio Rossi.

Il possibile supporto del gruppo Gal
Un piccolo soccorso, in caso di cedimento di voti a sinistra, potrebbe venire sul lato opposto e dal gruppo Gal: "Decideremo che atteggiamento tenere dopo aver letto e ascoltato l'esposizione del presidente del Consiglio in Aula", ha detto il capogruppo Mario Ferrara. L'ipotesi di un sì di Gal nasce perché tre degli undici componenti avevano già votato la fiducia a Letta.