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MONDO

Urne aperte per politiche e amministrative

Serbia al voto. Favorito il partito conservatore Sns di Vucic. Yihr: "Criminali di guerra in liste"

L'opposizione si presenta spaccata: le forze più radicali hanno deciso di boicottare la consultazione per protesta contro una presunta svolta "autoritaria" di Vucic che non avrebbe garantito le condizioni democratiche minime per la campagna elettorale. Alle 12 - come riferito dalla Commissione elettorale - l'affluenza è stata del 18,01%

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L'affluenza alle urne nelle elezioni parlamentari e amministrative in Serbia (rinviate due mesi fa a causa della pandemia di coronavirus) è stata del 18,01% alle 12. Lo ha riferito la Commissione elettorale secondo cui tra le maggiori città la partecipazione più sostenuta si è registrata finora a Novi Sad, Kragujevac e Nis. I seggi si sono aperti alle 7 di questa mattina. I sondaggi danno nettamente favoriti i conservatori del Partito del progresso serbo (Sns) guidato dal presidente, Aleksandar Vucic, con quasi il 60% dei consensi. La seconda forza è il Partito socialista (Sps) del ministro degli Esteri Ivica Dacic, suo alleato nel governo, dato sopra il 12%.

L'opposizione si presenta spaccata: le forze più radicali hanno deciso di boicottare la consultazione per protesta contro una presunta svolta "autoritaria" di Vucic che non avrebbe garantito le condizioni democratiche minime per la campagna elettorale. Solo quattro altri partiti più moderati hanno la possibilità di superare lo sbarramento del 6%. I sei milioni e mezzo di elettori voteranno fino alle 20 in 8.300 seggi per rinnovare il parlamento unicamerale, composto da 250 seggi e che viene eletto per quattro anni. I voti saranno dati alle liste e non a un candidato specifico, mentre i seggi saranno assegnati in proporzione.

Si vota anche per il rinnovo delle amministrazioni locali e delle autorità della provincia autonoma della Vojvodina. Le operazioni di voto saranno monitorate da una missione di osservatori dell'Osce (Odihr) e da oltre 3 mila osservatori locali.

Organizzazione per i diritti umani: "Tra i candidati anche criminali di guerra"
Montano intanto le polemiche dopo che una organizzazione per i diritti umani, 'Yihr' (Youth Initiative for Human Rights), ha denunciato la presenza di criminali di guerra nella corsa elettorale. In tre delle 21 liste figurano infatti l'ultranazionalista Vojislav Seselj, leader del Partito radicale serbo (Srs). Con lui sono candidati per lo stesso partito Ljiljana Mihajlovic, Vjerica Radeta, Petar Jojic e Bozidar Delic. In altre due liste figurano Svetozar Andric, Momir Stojanovic, tutti condannati per crimini di guerra compiuti nei conflitti armati degli anni novanta nella ex Jugoslavia. Questo - sottolineano da 'Yihr' - è una "offesa per le vittime dei crimini di guerra, una minaccia alla pace nella regione e un freno a mano al processo di democratizzazione e europeizzazione del Paese".

A vigilia elezioni protesta degli estremisti di destra
Alla  vigilia delle elezioni, un migliaio di persone, guidate dall'estremista di destra Srdjan Nogo, hanno inscenato a Belgrado una manifestazione antigovernativa davanti al Parlamento. Con lo slogan "E' il popolo che sceglie i 250 deputati" i manifestanti hanno definito illegali le elezioni di oggi, chiedendo l'arresto del Presidente Vucic, accusato di voler tradire il paese cedendo il Kosovo.