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SCIENZA

parascienza

Col Cicap a caccia di bufale ma l'ig-nobel è una cosa seria

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Dagli UFO alle scie chimiche, passando per le false cure mediche: quando la "scienza" sembra tale perché usa strumentazioni o parole astruse, ma è inutile o dannosa o una truffa. Colloquio con Sergio Della Sala, Professore di Human Cognitive Neuroscience, University of Edinburgh, Gran Bretagna. E presidente del CICAP, il “Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze”.

Professore a parte gli ufo, fantasmi, superstizioni: quali sono le falsificazioni più eclatanti nel mondo della ricerca scientifica che avete scoperto?
Negli anni ’80 e ‘90, a tenere banco sui media erano i presunti fenomeni paranormali (telepatia, chiaroveggenza, precognizione, psicocinesi), lo spiritismo, l’astrologia, e i guaritori. Nel 1989 nacque il CICAP, un’associazione culturale che aveva come obiettivo prioritario quello di far luce su questi casi in apparenza misteriosi. Con il passare degli anni, e anche grazie all'incessante attività di verifica condotto dal nostro Comitato, questo tipo di notizie ha perso parte del rilievo che aveva in passato. Maghi, astrologi e fantasmi figurano ancora nel palinsesto televisivo e sui giornali, perché sono argomenti che affascinano sempre, e il CICAP non smetterà di occuparsene. A questo filone appartengono le ricerche sui cerchi nel grano, cioé le tracce circolari che appaiono nei campi di grano, in cui alcuni vedevano dei segni lasciati in qualche modo da astronavi aliene non riuscendo a capacitarsi che un gruppo di ragazzi possa essere l’autore di quel cerchio. Il fattore umano è un elemento preponderante o forse addirittura il più importante quando si indagano i fenomeni legati al mondo del mistero. Una parte importante la giocano i nostri pregiudizi, le nostre credenze, quello che crediamo di sapere, che ci fanno leggere la realta’ in maniera selettiva. Se riteniamo credibili complotti intergalattici capitanati da una poco identificabile ma onnipresente Spectre, ci convinceremo che le scie bianche lasciate dagli aerei nei cieli non siano semplici manifestazioni di condensa, ma la prova che i templari ci vogliono avvelenare (chissà poi perché). Però, oggi, risultano più seducenti idee e affermazioni pseudoscientifiche a sostegno di terapie di non provata efficacia, teorie della cospirazione, leggende metropolitane e falsificazionismo storico. L’attività del CICAP, così, si è andata quindi ampliando per sostenere l’applicazione del metodo scientifico, cioè quello di verificare i fatti, anche a queste affermazioni e per sostenere la necessita’ di un’informazione corretta e documentata. Quindi abbiamo partecipato attivamente alle campagne per smascherare terapie di non provata efficacia come Stamina, o per sostenere la necessità ed i benefici dei vaccini.

Il fact checking stenta a prendere piede nel giornalismo italiano, il più delle volte si tende a fidarsi dell'interlocutore, e soprattutto a non verificare dopo un certo periodo se quelle affermazioni reggano le promesse o il confronto con la realtà. C'è a suo avviso un problema di qualità del nostro giornalismo scientifico?
Il giornalismo scientifico non sembra essere una priorità di molte testate anche importanti. Ma questo non é’ il solo problema, anche il ruolo degli stessi scienziati che disseminano scienza potrebbe essere svolto con più accuratezza. Spesso i giornalisti non fanno altro che amplificare ciò che i ricercatori affermano. Il problema però é stabilire cosa si intenda per fact checking, che di per sé ha una certa quota d’ingenuità un po’ fondamentalista. Richiamarsi al valore dei fatti non significa voler indicare quali sono i fatti giusti o veri secondo il CICAP o secondo una qualsiasi altra autorità. Né significa dire che i fatti sono lì, autoevidenti, ad aspettare che qualcuno li colga. Il valore dei fatti definisce un obbligo per chi si produca in affermazioni e tesi che abbiano rilevanza nel dibattito pubblico di mostrare su quali fatti poggiano queste affermazioni. E in questo senso nel discriminare tra affermazioni e tesi basate su fatti e altre basate su convincimenti di ordine extrafattuale o su semplici opinioni. Il valore dei fatti sta nell'idea che ciascuno ha il diritto di indicare liberamente quali fatti considera appropriati e capaci di sorreggere le sue affermazioni, e che gli altri, proprio in una logica di dibattito pubblico, hanno il diritto di svolgere una analisi critica e razionale e, se è il caso, di mostrare perché quei fatti non sono adeguati in tutto o in parte. Il dibattito cioè dovrebbe svolgersi confrontando i fatti che ognuno ritiene tali, non basandosi sulla logica ci credo/non ci credo, allora per me è vero/falso. La scienza é uno strumento di democrazia.

In alcuni Stati americani ciclicamente qualcuno propone di abolire dai libri le teorie evoluzionistiche, sui media virtuali e non solo circolano vere e proprie bufale che sembrano verosimili. Come ci si può difendere, dalla falsa informazione?
Nessun ambito, e nessuno e’ immune dall’informazione incorretta. Come dice la Regina di Cuori del Paese delle Meraviglie, tutti noi crediamo ad almeno sei cose improbabili prima di colazione. Tutti sono soggetti a false credenze, false memorie, anche gli scienziati, anch’io, perfino la Dr.ssa Elena Cattaneo. L’unico meccanismo di difesa che abbiamo e’ quello di dotarci di regole esterne a noi, alla nostra percezione, al nostro sistema di credenza, che stabilisca regole a bocce ferme. Un scetticismo deve promuovere una societa’ che basa le sue scelte sulle evidenze, piuttosto che sulle opinioni. Che cosa sia definibile “evidenza” deve essere deviso a priori, e concordato. Questo sistema potrebbe permetterci di evitare di reagire emotivamente ad ogni aneddoto, e di operare, invece, scelte condivise. I social network e il web ci danno l’illusione di sapere. Per cui gli effetti “bufala” sono ora moltiplicati dal loro uso, in cui fonti d’informazioni affidabili si confondono con l’anedottica. Il rumore di fondo che si fa certezza diventa difficile da incanalare in discussioni fattive. Per cui, per esempio, gruppi di persone ben intenzionate e di sani principi, ancora oggi sostengono metodi di cura improbabili per malattie anche gravi, come la Cura Di Bella per il cancro.

C'è poi il versante della "scienza" inutile se non paradossale, che viene premiata con l' IG-NOBEL: sembra un gioco, ma quanto danno fanno questi "ricercatori" alla scienza seria?
É certamente vero che esistono delle distorsioni nella scienza, ma queste sono dovute a conflitti d’interesse, per esempio l’influenza che le case farmaceutiche hanno sugli studi clinici che determinano se una medicina é o meno efficace. Oppure la valanga di riviste sponsorizzate o che pubblicano materiale non adeguatamente controllato. Ma questo non é il caso dei lavori premiati con l’Ig-Nobel. Si tratta di un frainteso. La cerimonia si tiene ogni anno alla prestigiosa università americana di Harvard. Io stesso vi ho preso parte alla sua manifestazione in Gran Bretagna, ed é stato molto divertente ed irriverente per parlare di scienza. Spesso questi studi sono ottimi e condotti da scienziati seri, ma sono caratterizzati dalla prerogativa di farci sorridere oltre che pensare. Alcuni degli studi premiati sono in effetti triviali, altri sono solo inusuali. L’anno scorso per esempio il premio Ig-Nobel per la Fisica fu attribuito ad un gruppo giapponese che ha misurato lo spessore che una buccia di banana deve avere per farci scivolare, che é interessante ma fa ridere pensare che scienziati seri abbiano passato la giornata a misurare bucce di banana!. D’altra parte il premio per le Neuroscienze é stato vinto da un gruppo Canadese che ha pubblicato un articolo intitolato “Seeing Jesus in toast: Neural and behavioral correlates of face pareidolia”, cioe’ “Vedere il volto di Gesú su un toast: i sistemi neuronali e comportamentali della pareidolia”. Questo articolo dimostra perché sia molto frequente credere di riconoscere volti in oggetti, macchie, e profili. Questo fenomeno si chiama pareidolia. Succede perché il nostro cervello é predisposto a riconoscere volti, tanto che anche una pur minima sembianza di caratteristiche facciali, ci fa interpretare come faccia, spesso conosciuta, una qualsiasi conformazione. E se vediamo un volto, una particolare area della parte destra del nostro cervello, chiamata Giro Fusiforme (o popolarmente Area delle Facce), si attiva. Quindi uno studio importante e serissimo, il cui titolo però ha attirato l’attenzione degli organizzatori degli Ig-Nobel, e della stampa in generale.