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Coronavirus

Dopo la didattica a distanza

Coronavirus, sindacati scuola: "In totale servono 12 miliardi, necessario commissario"

Le richieste dei sindacati della scuola al ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, in vista dell'incontro tra le parti fissato per il 7 maggio

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Per sdoppiare le classi di infanzia e primaria servirebbero 3 miliardi, per gli organici per scuola di secondo grado 2 miliardi e mezzo: in tutto per la riorganizzazione servirebbero 5 miliardi e mezzo oltre 5 milioni al dì che servirebbero per mascherine e guanti. Altri 6 miliardi servono per ristrutturare le scuole.

È il 'conto' fatto dai sindacati della scuola in videoconferenza conclusa da Maddalena Gissi, di Cisl Scuola sottolineando che "è necessario un commissario, una persona super partes, fuori da ideologie e dall'ambito ministeriale che possa compiere delle scelte, una persona competente che possa decidere". "Una figura come quella che ha messo in condizione di avere a Milano l'ospedale in 10 giorni o di ricostruire il ponte di Genova, tutto nel rispetto degli accordi sindacali", ha aggiunto Gissi. "Basta con questo mercato delle riaperture che possono avvenire solo in sicurezza: la scuola può ripartire ma solo garantendo la sicurezza dei docenti, personale Ata e dei ragazzi. Ed anche l'same di Maturità deve svolgersi in sicurezza", ha concluso.

"Lezioni in presenza, nuovi spazi e più personale"
Un "Piano Paese" per la scuola con più investimenti nell'organico, dai docenti al personale Ata, e nelle strutture ("servirebbe un investimento da un punto il Pil") e flessibilità nel trovare spazi alternativi alle aule per tornare a settembre ad una didattica in presenza, tenendo presente che "con i calcoli del distanziamento in una classe potrebbero stare massimo 13 alunni". È quanto chiedono inoltre i sindacati della scuola al ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, in vista dell'incontro tra le parti fissato per il 7 maggio. Le 5 organizzazioni più rappresentative del settore hanno organizzato una video conferenza stampa con le proposte per la ripartenza dell'anno scolastico.

Per Francesco Sinopoli (Flc Cgil) "è determinante tornare alla didattica in presenza. Per farlo avremo bisogno di classi più piccole e di più tempo scuola, cioè più organici e più investimenti. Una infrastruttura ripensata non solo in termini di sicurezza, ma anche di spazi didattici. Raccontare che va tutto bene perché abbiamo avuto la didattica a distanza non è vero. La scuola per noi avrebbe bisogno di un investimento per un punto il Pil".

"La ripresa - ha spiegato ancora Maddalena Gissi (Cisl Scuola) - non potrà essere tornare alla scuola di un tempo, ma abbiamo bisogno di dialogare con ministero e famiglie: la scuola in presenza è la vera scuola, non può essere la didattica a distanza" e come alternativa agli istituti "dobbiamo trovare formule come avviene per i terremoti: prefabbricati, alberghi, situazioni non utilizzate. Non è il momento di interrompere il contatto con gli studenti. Dobbiamo trovare mille formule, la discussione deve essere parlamentare: il Parlamento deve garantire alla scuola una ripresa. Se il piano strategico deve partire oggi, lo scenario che abbiamo è sotto 0. È il momento di un 'piano Paese' per la scuola".

Anche per Elvira Serafini (Snals Confsal) "la scuola è interazione, non solo trasmissione di saperi. Dove c'è la possibilità di usufruire di spazi e sdoppiare le classi ben venga; dove non è possibile possiamo ipotizzare i doppi turni, provvisoriamente, per poter far partire un anno scolastico con tutte le garanzie del distanziamento. In un'aula normale, con i calcoli del distanziamento potrebbero stare 10-13 alunni, non di più. La dad è stata un'emergenza, improvvisata, non ci sono norme contrattuali: gli apprendimenti per molti alunni sono stati difficili, tutto è dipeso dal supporto della famiglia". Secondo Pino Turi (Uil Scuola) "la gestione degli spazi deve essere rivista con gli enti locali per creare spazi diversificati, più aule, più laboratori, con più docenti e più personale Ata. L'organizzazione degli orari va posta in campo all'autonomia delle scuole: i docenti sono abituati ai cambiamenti". "La didattica a distanza - ha concluso Rino Di Meglio (Gilda) - è stata un bene, ma non può sostituire l'insegnamento normale. Per settembre bisogna avere cautela: non sappiamo quello che succederà tra 15 giorni quindi va visto ciò che realisticamente è possibile fare e capire quanti investimenti servono. Sarebbe opportuno che per la dad il Ministero predisponesse una piattaforma unica nazionale, a disposizione di tutte le scuole del Paese".