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MONDO

Assad annuncia le presidenziali

L'Onu contro le elezioni in Siria: "Indeboliscono la soluzione politica della crisi"

Il presidente siriano: elezioni il 3 giugno. Ma il segretario dell'Onu Ban Ki-moon è scettico: "Sono un danno al processo politico" di risoluzione della crisi nel Paese

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L'annuncio è di poche ore fa: il 3 giugno, in Siria, si terranno le elezioni presidenziali. Lo rende noto il presidente Bashar el-Assad, che da voto potrebbe avere una rielezione. Una notizia accolta con molto scetticismo, quella dell'apertura delle urne: secondo le Nazioni Unite, il voto potrebbe peggiorare la situazione nel Paese. 

Secondo Ban Ki-moon, segretario generale  Onu, le elezioni presidenziali potrebbero indebolire gli sforzi per raggiungere una soluzione politica a una guerra civile che va avanti da tre anni. Secondo Ban e l'inviato in Siria Lakhdar Brahimi per le Nazioni Unite, "indire elezioni nelle circostanze attuali, tra il conflitto in corso e un'enorme numero di profughi, danneggia il processo politico e ostacola le prospettive di una soluzione", ha riferito il portavoce Stephane Dujarric.

Tali elezioni sono per l'Onu "incompatibili con lo spirito del comunicato di Ginevra", cioè quell'accordo del 2012 in cui le parti si impegnavano a cercare una transizione politica per la Siria. "I piani di Assad per le elezioni possono solo mirare a sostenere la sua dittatura e il voto non ha alcun valore", ha poi protestato la Gran Bretagna attraverso Mark Simmonds del Foreign Office.

Nelle scorse settimane, il gruppo Amici della Siria, composto da potenze internazionali a sostegno dell'opposizione, aveva definito "una buffonata" l'idea del regime di indire nuove elezioni aprendo la strada a uno scontato terzo mandato per il presidente Bashar al Assad. L'esclusione dalle candidature per chiunque non abbia vissuto in Siria nell'ultimo decennio, infatti, taglia fuori gran parte dei leader
dell'opposizione al regime. Il fronte anti-Assad ha chiesto che il presidente si dimetta prima di discutere una transizione democratica.

Per la Siria si tratterà delle prime elezioni presidenziali, in quanto finora il presidente veniva incoronato con un referendum di tipo plebiscitario, e i seggi resteranno aperti dalle 7 alle 19. Le candidature potranno essere depositate fino al primo maggio mentre i siriani che vivono fuori dal Paese, tra cui i quasi tre milioni di rifugiati, potranno votare il 28 maggio.