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ITALIA

Dopo terremoto

Terremoto, nel mirino delle procure i crolli 'sospetti'. Forte rischio di infiltrazioni mafiose

Si dovrà fare i conti con il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nelle operazioni di ricostruzione che - come dimostrato in passato - potrebbero vedere in questa fase la la possibilità di sviluppare i propri affari

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Un edificio su due inagibile nella città di Amatrice, la più colpita dal sisma del 24 agosto scorso. E' quanto emerge da una prima mappatura fatta dai Vigili del Fuoco che in questi giorni stanno lavorando senza sosta tra le macerie. Le Procure di Rieti e Ascoli Piceno hanno aperte due inchieste proprio per stabilire se ci siano responsabilità umane in crolli 'anomali' di alcuni edifici.

Materiali usati per le costruzioni - cemento, sabbia, mattoni - ma anche le procedure seguite nella realizzazione degli edifici più recenti, crollati o lesionati per il terremoto: si occuperà di tutto questo l'inchiesta aperta dalla procura di Rieti. Il fascicolo c'è, per ora non ci sono nomi di indagati, nè sequestri. C'è anche un'ipotesi di reato, disastro colposo, alla quale, se emergeranno responsabilità specifiche, potrà aggiungersi anche quella di omicidio colposo. Accanto a quella di Rieti, c'è una seconda inchiesta, anche questa per ora senza indagati, aperta dalla Procura di Ascoli Piceno per il fronte marchigiano del terremoto.

Nelle due procure per ora si continua a lavorare per l'identificazione delle vittime, ma è scontato che, dopo questa prima fase, le inchieste entreranno nel vivo: con i primi sequestri, sulla base delle acquisizioni già in corso da parte della polizia giudiziaria, e con l'obiettivo di accertare i motivi dei crolli che hanno determinato la morte di tante persone. Si tratterà, in definitiva, di verificare se tutto sia dipeso solamente dalla forza del terremoto oppure da costruzioni fatte male, con materiali scadenti, cattive progettazioni ed eventuali speculazioni sul cemento. L'inchiesta paradossalmente, potrà coinvolgere anche eventuali superstiti, committenti degli interventi, in caso di mancato rispetto delle regole edilizie e delle norme antisismiche.

Nel Reatino, in particolare, l'indagine si annuncia molto complessa, anche perchè in gran parte basata sulla documentazione relativa agli immobili - come progetti e autorizzazioni - finita tra le macerie del comune. Proprio per questo saranno usate particolari precauzioni nella rimozione delle macerie della casa comunale, con l'obiettivo di recuperare il maggior numero possibile di "pratiche". Si chiederà, inoltre, "soccorso", se sarà necessario, a provincia e Regione Lazio per i documenti condivisi.

Uno degli aspetti su cui si potrebbe soffermare l'attenzione degli inquirenti è anche il motivo per cui lesioni e crolli si sono verificati anche in edifici che erano stati ristrutturati di recente con previsione di interventi antisismici, e che tuttavia, non hanno retto all'urto dell'onda sismica, a cominciare dalla scuola di Amatrice e dal campanile di Accumoli, divenuti simboli del disastro.

Gli accertamenti, per gli edifici sui quali si indagherà, riguarderanno tutto l'iter della costruzione: dall'assegnazione degli appalti alla progettazione, dall'edificazione dell'immobile ai controlli successivi, con particolare riguardo alla verifica della rispondenza alle leggi antisismiche.

Le due procure - quella reatina e quella ascolana - inoltre, saranno impegnate anche su un altro fronte, che non guarda solo al passato, al costruito, ma anche a ciò che dovrà essere nuovamente realizzato: si dovrà fare i conti con il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nelle operazioni di ricostruzione. E' probabile, al riguardo, anche un forte coordinamento con la procura nazionale antimafia poichè gli interventi edilizi per la rinascita dei paesi, come esperienze del passato dimostrano, potrebbero attirare gli appetiti mafiosi che vedono nella ricostruzione la possibilità di sviluppare i propri affari.

E l'allarme sulla possibilità di infiltrazioni mafiose nella ricostruzione viene lanciato anche da Raffaele Cantone, Presidente dell'Autorità Anticorruzione. "Bisogna evitare - spiega - che i soldi pubblici finiscano in operazioni illecite. Ma quando Renzi parla di modello Anac pensa anche al rischio di infiltrazioni mafiose, perché tra le imprese che provvedono alla rimozione dei detriti e al movimento terra il rischio di infiltrazioni è altissimo. E' necessario un controllo preventivo - prosegue - come avvenne per il terremoto in Emilia. Bisogna evitare il grande bubbone del sisma in Irpinia, non solo per il clamoroso spreco di denaro pubblico, ma perché proprio allora la camorra, da associazione dedita ad affari tradizionali, divenne imprenditrice".

Gli ingegneri - a fronte dell'ennesima tragedia - chiedono al più presto una sorta di 'carta d'identità ' degli edifici che fotografi lo stato di stabilità, utile ai cittadini per programmare eventuali interventi di ristrutturazione o risanamento. Inoltre sottolineano che è necessario procedere velocemente con l’adeguamento legislativo antisismico, visto che anche alcuni edifici costruiti in cemento armato ma non più recentissimi, iniziano ad accusare il tempo e l’età e ad essere forse meno sicuri di quanto non si pensi. Va anche ricordato - sottolineano - che esistono programmi di monitoraggio e controllo più avanzati anche per le strutture più datate come quelle dei centri storici , bisognerebbe seguire l’esempio di Giappone e California dove sono stati raggiunti risultati più soddisfacenti.

Altro appello quello lanciato dal Consiglio Nazionale dei geologi.  Il segretario Arcangelo Francesco Violo sottolinea: "Bisogna assolutamente completare la cartografia Geologica del Paese che incredibilmente è ferma da anni, riqualificare tutti i segmenti della filiera delle costruzioni al fine di costituire sempre processi che consentano la realizzazione, manutenzione, ristrutturazione di opere ed edifici sicuri e belli, con controlli, sia in fase di progettazione che esecuzione, più efficaci". Volo prosegue: "E' necessario aggiornare i Piani di Protezione civile, informare i cittadini sui rischi geologici ed investire nell'educazione sui temi geologici ed ambientali, partendo dalla scuola primaria. Risulta assolutamente urgente istituire il Fascicolo del Fabbricato e completare gli studi di microzonazione sismica su tutto il territorio italiano che devono essere recepiti dai Piani Urbanistici e Territoriali. Queste sono le attività da compiere per mitigare il rischio sismico in Italia". 

Intanto sta prendendo quota il nome di Vasco Errani, ex presidente della Regione Emilia-Romagna, come commissario per la ricostruzione nominato dal Governo.