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MONDO

Fuga di capitali

Dall’inizio dell’anno i russi hanno esportato all’estero 13 miliardi di dollari

Rapporto dell'Istituto centrale bancario russo: soldi via da Mosca +40% rispetto all'anno precedente

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I cittadini russi, sin dallo scoppio della crisi ucraina, e molto prima dell’introduzione delle sanzioni occidentali, si sono dati da fare per portare all’estero i loro risparmi.
Secondo il rapporto della Banca Centrale Russa riguardante il trasferimento all’estero dei soldi da parte delle persone fisiche con la cittadinanza russa dall’inizio dell’anno, e ancor prima delle sanzioni, i russi hanno trasferito sui conti correnti bancari all’estero 13 miliardi di dollari.

L’aumento della fuga dei capitali, rispetto al 2013, è del 40%. Il paese più gettonato è la Svizzera poiché non fa parte dell’UE e formalmente non ha aderito alle sanzioni contro la Russia. Al secondo posto – gli Stati Uniti dove i trasferimenti del denaro si sono raddoppiati. Poi seguono la Gran Bretagna, l’Austria, la Germania e la Cina.

L’Italia occupa l’undicesimo posto in classifica e sin dall’inizio dell’anno i russi hanno trasferito nel Bel Paese circa 700 milioni di dollari.
Tra i motivi che spingono i russi a mettere al riparo all’estero i propri soldi c’è carenza di liquidità di valuta in alcune banche russe a causa delle sanzioni e, di conseguenza, la necessità di svolgere le operazioni in rubli che perdono il valore nei confronti del dollaro e l’euro e la paura per la solidità delle banche russe (la Banca Centrale Russa nel 2013 ha ritirato le licenze a 29 banche russe, mentre dall’inizio di quest’anno ne ha ritirate già 55).
Un altro fattore importante che incide sulla fuga dei capitali – è il valore tropo basso dell’assicurazione dei depositi: in Russia lo stato, nel caso di fallimento di una banca, garantisce la restituzione al cliente per il valore di circa 18 mila dollari, mentre negli USA la cifra di restituzione è di 250 mila dollari e nell’Unione Europea mediamente è di 100 mila euro.