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ITALIA

Tra i coinvolti anche Renzo Bossi e Nicole Minetti

Spese pazze in Lombardia, chiusa l'inchiesta. I pm: rimborsi illeciti per 3,4 milioni

La Gurdia di finanza ha notificato agli interessati l'avviso di chiusura delle indagini: sono 65 gli ex consiglieri regionali indagati. Chiesta l'archiviazione per 20 ex assessori
 

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Renzo Bossi
La Procura di Milano ha chiuso l'inchiesta nei confronti di 65 ex consiglieri regionali lombardi, nove ex assessori e un collaboratore accusati di peculato nell'ambito dell'inchiesta sulle spese "pazze" poi rimborsate dal Pirellone. I soldi pubblici che sono stati spesi illecitamente ammontano, secondo l'inchiesta, a 3,4 milioni di euro. Il corposo avviso di chiusura indagine, che prelude alla richiesta di processo, è stato firmato dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Antonio D'Alesio ed è stato notificato dalla Guardia di finanza di Milano. Se si esclude un consulente, tutte le altre 64 persone sono indagate solo ed esclusivamente in qualità di consiglieri regionali sia della maggioranza sia dell'opposizione nell'era Formigoni. Per le spese effettuate, invece, in qualità di assessore la Procura ha ritenuto di non contestare alcun reato.

Alcuni nomi eccellenti coinvolti
Da ciò la richiesta di archiviazione per venti ex assessori di cui nove, però, sono rimasti nell'indagine per i rimborsi percepiti come consiglieri. Fra le persone finite sotto inchiesta ci sono Renzo Bossi, il figlio del Senatur, e Nicole Minetti, l'ex igienista dentale di Silvio Berlusconi. E poi Davide Boni, ex presidente del Consiglio regionale, Massimo Ponzoni, Franco Nicoli Cristiani, Monica Rizzi, Romano Colozzi, Massimo Buscemi, Stefano Galli e Giulio Boscagli per la maggioranza. Per l'opposizione invece ci sono Chiara Cremonesi, Luca Gaffuri, Carlo Spreafico ed Elisabetta Fatuzzo.