Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/stati-uniti-primi-raid-in-siria-partecipano-anche-paesi-arabi-a544a5e2-a337-4b85-90dd-97204b66db2f.html | rainews/live/ | true
MONDO

Lanciati missili dal mare

Siria, scatta l'offensiva Usa e degli alleati arabi contro l'Isis

Obiettivo: centri di comando e addestramento dello Stato islamico. All'operazione partecipano anche Giordania, Bahrain, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Damasco: "Siamo stati informati". I jihadisti: "Risponderemo all'offensiva". Mosca: "Così la regione è destabilizzata". Rohani accusa: "Raid illegali, sono un attacco a Damasco"

Condividi
AP Photo/Shizuo Kambayashi

L'offensiva degli Stati Uniti contro le postazioni dello Stato Islamico in Siria scatta a poche ore dall'alba di martedì: missili tomahawk sono partiti dal mare, con l'obiettivo di colpire "capacità di comando dell'Isis e quelle di controllo, rifornimento e addestramento", come affermano fonti del Pentagono alla Cnn. Al piano partecipano anche alcuni Paesi arabi: Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Giordania e Bahrain. Il Qatar ha invece un "ruolo di supporto". Raid avviati, riferisce il comando centrale americano, per per prevenire "un imminente attacco contro gli Usa e gli interessi occidentali" pianificato da veterani di al Qaida, altresì conosciuti come il gruppo 'Khorasan'. 

Uccisi 20 jihadisti
Alcune fonti militari hanno rivelato alla Nbc che con il piano sono stati bombardati 20 obiettivi, compresi centri di addestramento, quartier generali di combattenti sunniti e accampamento di truppe". I raid sono stati compiuti anche sulla città siriana di Raqqa, quartier generale dei jihadisti dell'Isis: obiettivo anche postazioni del fronte al-Nusra, affiliato ad al Qaida. Secondo una Ong, almeno 50 jihadisti sarebbero stati uccisi nei raid. Il Pentagono ha dato la notizia nella notte:




La storica decisione degli Stati Uniti arriva dopo un lungo dibattito sul ruolo della Siria nella lotta contro lo Stato Islamico. Alcuni giorni fa, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva specificato che non c'è "nessun accordo" con il presidente siriano Bashar Assad. 

Damasco: "Favorevoli ad azioni contro jihadisti"
Secondo quanto riferiscono fonti di Damasco, Washington ha informato l'inviato Onu in Siria prima di iniziare i raid. Con un comunicato, il governo di Assad fa poi sapere di "sostenere tutti gli sforzi internazionali contro i jiahidisti". Un avallo esplicito questo ai raid militari condotti in mattinata. Arriva la smentita della Casa Bianca: la portavoce del Dipartimento di Stato americano, Jennifer Psaki sottolinea che la Siria non è stata informata dei raid e non è stato chiesto nessun permesso a Damasco.  Assicura che nessun avvertimento prventivo è stato dato.
Interviene poi anche il presidente siriano Bashar al Assad che alla tv di Stato dichiara "La Siria sostiene ogni sforzo internazionale per combattere il terrorismo".

Iran, i raid sono "illegali"
Il presidente iraniano Hassan Rohani denuncia che i raid anti-Isis degli Usa e degli alleati in territorio siriano sono un attacco a Damasco. Senza l'autorizzazione del consiglio di Sicurezza dell'Onu o il consenso di Damasco, ha aggiunto Rohani, i raid non hanno nessun valore legale. 

L'ostaggio francese in Algeria
Intanto, domenica un gruppo di miliziani algerini legati all'Isis ha rivendicato con un video il rapimento di un turista francese in Algeria e ha minacciato di ucciderlo entro 24 ore se la Francia non fermerà i raid contro i jihadisti in Iraq. Parigi ha confermato l'autenticità del filmato. "È escluso che la Francia ceda alle minacce di un gruppo terroristico" ha detto il ministro degli esteri francese Laurent Fabius. Nel video di oltre tre minuti si vede l'ostaggio, Hervè Pierre Gourdel,  55 anni, che chiede al presidente Hollande di fermare gli attacchi in Iraq. L'uomo, seduto a terra con accanto due uomini con il volto coperto dice di essere originario di Nizza e di essere una guida di montagna. 

"Risponderemo ai raid"
Non tarda ad arrivare la replica dei jihadisti, che annunciano l'intenzione di rispondere all'offensiva aerea a guida Usa. In particolare, hanno puntato il dito contro l'Arabia Saudita (culla del wahabismo, l'interpretazione più intransigente dell'islam sunnita e accusata a lungo di aver sostenuto Isis insieme all'Iraq) per aver permesso l'attacco".

Mosca: "Regione destabilizzata"
Il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov ha commentato in giornata i raid in Siria: "Il tentativo di attuare strategie geopolitiche alle spese della sovranità altrui destabilizza la situazione", ha detto Lavrov. Mosca ha poi sottolineato che l'avvio dei raid contro lo Stato Islamico in Siria richiede il fermo consenso del governo di Damasco.

Ong: "Uccisi 120 jihadisti"
Circa 120 miliziani jihadisti e qaedisti sono stati uccisi oggi nei raid aerei condotti in Siria dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), che fornisce un bilancio complessivo delle vittime della Jabhat an Nusra, ala qaedista siriana, e dello Stato islamico.