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MONDO

​Storie Americane: Dylan Chidick e le 17 università

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di Valentina Martelli

Dylan Chidick si trova davanti ad una di quelle decisioni che cambiano il corso della vita. A 17 anni deve scegliere l’università da frequentare. Cosa non semplice perché la sua domanda è stata accettata non da uno ma, addirittura, da diciassette college.

Una storia da raccontare, quella di Dylan, soprattutto in un momento in cui il sistema di ammissione negli atenei statunitensi è più che mai sotto accusa, al centro dello scandalo-truffa che ha coinvolto le più blasonate ed elitarie università del paese. Coinvolgendo attrici, proprietari d’industria e “misteriosi” milionari che hanno pagato fino a 6 milioni e mezzo di dollari per fare in modo che i figli fossero accettati in scuole come Yale, USC e UCLA.
 
Il sistema delle ammissioni e la truffa
Generalmente per essere ammessi, infatti, non basta presentare una domanda d’iscrizione o superare un esame per quelle facoltà a numero chiuso.
Il percorso è complesso, richiede –solitamente- capacità e talento in determinati ambiti di studio, una carriera scolastica irreprensibile e anche una certa propensione per la pianificazione.
Referenze, attitudini sportive e in alcuni casi anche il carattere del candidato possono fare la differenza. Per questo, durante l’ultimo anno di scuola superiore, per gli studenti americani è consuetudine presentare domanda in numerosi college, nella speranza di essere ammessi in uno o più di questi.
I criteri di selezione diventano ancor più stringenti nei college prestigiosi, che hanno rette più alte ma che ricevono anche il maggior numero di richieste e per essere ammessi nei quali, qualcuno, ha pensato di “pagare” un intermediario  dando vita a quella che è ritenuta la più grossa truffa universitaria nella storia del paese.
 
Dalla Strada al College
Ecco allora che la vicenda di Dylan diventa significativa. Una bella storia fatta di determinazione e disciplina. A dispetto delle difficoltà e superando il timore delle apparenze.
Arrivato negli Stati Uniti da Trinidad, a 7 anni, assieme a mamma e due fratelli minori Dylan, fino al 2017, vive una vita normale, sino a quando i problemi finanziari forzano la famiglia a vivere, prima per le strade, poi in un rifugio per senza tetto e infine, grazie ad un’associazione di volontariato del New Jersey, in un piccolo alloggio.
“Durante quel lungo periodo l’essere senza casa, il vivere alla giornata, avevano avuto effetti negativi sul mio percorso scolastico. Ma mia mamma mi ripeteva costantemente “Just keep pushing – continua ad andare avanti”, – racconta il giovane che ora, anche, lavora come assistente, part time in un’agenzia immobiliare ed è Presidente del comitato studentesco della scuola. “Ho imparato a non vergognarmi della mia situazione, a condividerla con i miei compagni che mi sono stati di grande supporto – continua Dylan – e soprattutto a non usarla come scusa”. Per questo, quale Ambasciatore dei giovani della città, gira le scuole raccontando la sua esperienza mentre le lettere di ammissione delle Università di sommano. Diciassette, al momento. Dylan e’ stato accettato tra le altre da Quinnipiac University, University of New England, Rowan University, Caldwell University, University of New Haven e dal Siena College.
“Il mio sogno sarebbe poter entrare al College del New Jersey, ma ancora non ho avuto notizie”. Molto probabilmente la lettera di ammissione è in arrivo, senza l’aiuto di genitori competitivi che, con la loro ambizione, hanno svalutato le capacità dei figli.