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ITALIA

Contestati 57 episodi legati ad altrettante persone

Contagiò decine di partner, attesa la sentenza per Valentino Talluto

Il pubblico ministero ha chiesto l'ergastolo: "E' autore di una strage sociale"

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Sono entrati in camera di consiglio i giudici della III corte d'Assise di Roma che dovranno emettere la sentenza nel processo che vede imputato Valentino Talluto, il trentenne accusato di epidemia dolosa e lesioni gravissime per avere contagiato con l'Hiv 32 persone tra cui molte sue ex partner. Per l'imputato la Procura ha chiesto la condanna all'ergastolo.

A Talluto vengono attribuiti 57 episodi legati ad altrettante persone. Si fa riferimento a una trentina di donne che l'uomo avrebbe infettato con rapporti sessuali e tra le vittime ci sono infermiere, babysitter, commesse, tutte tra i venti e i trent'anni. A loro si aggiungono tre uomini infettati da donne diventate sieropositive a causa del sesso con lui, e un bambino nato da una sua ex partner oggi sieropositiva. Il piccolo ha contratto il virus dalla madre durante il parto e ora è affetto da hiv e encefalopatia. A questi si sommano una ventina di donne scampate all'infezione, tra le quali una che era incinta al momento dei rapporti sessuali con Talluto, e tre uomini che non hanno contratto il virus pur avendo avuto rapporti 'a tre' con lui e le sue partner. Quella di Valentino Talluto è stata "leggerezza" e "stupidità" ma "non voleva diffondere il virus" e, in ogni caso "il suo fine pena mai l'ha già avuto perché rimarrà per tutti 'l'untore'", sottolineano Maurizio Barca e Tiziana De Biase, legali del 32enne. È "autore di una strage sociale, causata da una efferata sregolatezza nella quale lui era assolutamente consapevole che con rapporti non protetti avrebbe contagiato le sue partner", sostiene invece Irma Conti, difensore di parte civile, secondo la quale l'imputato ha colpito le sue vittime con "diabolica programmazione, contagiandole e conoscendo benissimo il modo per trasmettere il virus, come evitarlo, e conoscendone la portata lesiva".  

Nessuna di loro sapeva quanto rischiava perché a nessuna l'uomo confidava di essere sieropositivo. A tutte chiedeva di non usare il profilattico, per provare maggior piacere durante i rapporti, e tante lo accontentavano. I fatti presi in esame dalla polizia giudiziaria del tribunale di Roma sono avvenuti tra il 2006, quando l'uomo ha saputo di essere sieropositivo dopo aver fatto un test hiv, e il 2015. Dopo aver avuto certezza di essere sieropositivo, Talluto ha continuato ad avere rapporti, occasionali e non, sempre senza protezioni. L'indagine è partita dalla denuncia di una delle vittime, che dopo aver sentito da alcuni amici in comune che l'uomo era sieropositivo, lo ha incalzato chiedendo di sapere la verità.