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ITALIA

Inchiesta della Procura di Firenze

Tangenti, blitz dei Ros: 4 arresti e 51 indagati

Nel mirino la gestione illecita degli appalti delle cosiddette Grandi opere

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Quattro arresti e oltre 47 indagati in una maxi operazione dei carabinieri del Ros, coordinata dalla procura di Firenze. Nel mirino la gestione illecita degli appalti delle cosiddette Grandi opere. Agli indagati vengono contestati i reati di corruzione induzione indebita, turbata libertà degli incanti ed altri delitti contro la Pubblica amministrazione.

Gli inquirenti: "Articolato sistema corruttivo"
Le ordinanze di custodia cautelare sono in corso di esecuzione dalle prime ore di questa mattina a Roma e a Milano da parte del Ros, che contestualmente sta effettuando in diverse regioni perquisizioni di uffici pubblici e sedi societarie riconducibili agli indagati. Secondo l'inchiesta le indagini hanno fatto luce su un "articolato sistema corruttivo che coinvolgeva dirigenti pubblici, società aggiudicatarie degli appalti ed imprese esecutrici dei lavori".

Ercole Incalza, il 'dominus'
Tra gli arrestati il super-dirigente del Ministero dei Lavori Pubblici (ora consulente esterno) Ercole Incalza, gli altri sono gli imprenditori Stefano Perotti e Francesco Cavallo, e Sandro Pacella, collaboratore di Incalza. Smentito invece il coinvolgimento di politici. Secondo l'accusa sarebbe stato proprio Incalza - definito "potentissimo dirigente" del ministero dei Lavori Pubblici, dove è rimasto per 14 anni, attraversando sette governi, fino all'attuale - il principale artefice del "sistema corruttivo". Sarebbe stato lui, in particolare, in qualità di 'dominus' della Struttura tecnica di missione del ministero dei Lavori pubblici, ad organizzare l'illecita gestione degli appalti delle Grandi opere, con il diretto contributo di Perotti, cui veniva spesso affidata la direzione dei lavori degli appalti incriminati. In merito ai rapporti tra Incalza e Perotti i Ros stanna eseguendo decine di perquisizioni nei domicili degli indagati e anche negli uffici del Ministero delle Infrastrutture, Rfi, Anas international  Enterprise, Ferrovie del Sud-Est Srl, del Consorzio Autostrada Civitavecchia-Orte-Mestre, dell'Autostrada regionale Cispadana Spa e dell'Autorità portuale Nord Sardegna. Alcune perquisizioni sono svolte con il concorso di personale dell'Agenzia delle Entrate per gli accertamenti di competenza in materia fiscale. L'esecuzione dei provvedimenti ha interessato le province di Roma, Milano, Firenze, Bologna, Genova, Torino, Padova, Brescia, Perugia, Bari, Modena, Ravenna, Crotone e Olbia.

Appalti su Tav e Expo
Riguardo agli altri due arrestati, Pacella è un funzionario del ministero, stretto collaboratore di Incalza, così come gravitava nell'ambito del dicastero anche Cavallo, presidente del Cda di Centostazioni Spa, società del gruppo Ferrovie dello Stato. Oggetto del sistema tutte le principali Grandi opere, in particolare gli appalti relativi alla Tav ed anche alcuni riguardanti l'Expo. Le indagini sono coordinate dalla procura di Firenze, perché tutto è partito dagli appalti per l'Alta velocità nel nodo fiorentino e per il sotto-attraversamento della città. Da lì l'inchiesta si è allargata a tutte le più importanti tratte dell'Alta velocità del centro-nord Italia ed a una lunga serie di appalti relativi ad altri Grandi Opere. In particolare dall'indagine è emerso come l'ingegner Perotti abbia influito illecitamente sulla aggiudicazione dei lavori di realizzazione del cosiddetto Palazzo Italia Expo. Altre linee di collegamento sotto la lente d'ingrandimento della Procura sono la tratta ferroviaria A/V Firenze Bologna; la tratta ferroviaria A/V Genova-Milano Terzo Valico di Giovi; l'autostrada Civitavecchia-Orte-Mestre; l'autostrada Reggiolo Rolo-Ferrara; l'Autostrada Eas Ejdyer-Emssad in Libia.

La Procura: "Gravi indizi". Appalti per un totale di 25 milioni di euro
Il Gip non ha ritenuto che sussistessero gli elementi di gravità per contestare l'associazione per delinquere e l'ha rigettata ha detto il procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, il quale però ha sottolineato come siano emersi gravi indizi di colpevolezza per la realizzazione e la direzione dei lavori delle grandi opere. Il Procuratore ha poi ricostruito l'indagine, partita nel 2013 dopo approfondimenti investigativi relativi alla gestione illecita degli appalti per il nodo Tav di Firenze. "I principali indagati - ha sottolineato il procuratore - sono Ettore Incalza, che da molti anni si occupava di grandi opere ai lavori pubblici e l'ingegner Stefano Perotti, responsabile della società Ingegneria Spma, cui veniva affidata la direzione dei lavori per un accordo illecito". Perotti affidava quindi consulenze retribuite a Incalza e sono stati arrestati anche due loro stretti collaboratori. La gestione dei lavori secondo il modelllo Perotti-Incalza consentiva modifiche che facevano lievitare i costi anche del 40 per cento. Il totale degli appalti affidati a società legate a Perotti è di 25 milioni di euro.

Le accuse del gip: lavori al figlio del ministro Lupi
"Effettivamente, Stefano Perotti", l'imprenditore arrestato, "ha procurato degli incarichi di lavoro a Luca Lupi", figlio del ministro Maurizio Lupi. Lo scrive il gip di Firenze nell'ordinanza di custodia cautelare per i quattro arrestati nell'inchiesta sui grandi appalti. Nelle intercettazioni si viene a sapere che Perotti ha assunto Luca Lupi in cantiere per 2 mila euro al mese: "Guarda i casi della vita", è l'ironia che emerge dalle trascrizioni.

Lupi: "Mai chiesto favori per mio figlio"
"Non ho mai chiesto all'ingegner Perotti né a chicchessia di far lavorare mio figlio. Non è nel mio costume e sarebbe un comportamento che riterrei profondamente sbagliato". Lo chiarisce il ministro dei trasporti Maurizio Lupi in una nota, precisando che il figlio lavora a New York dai primi di marzo.