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ITALIA

Il sindaco di Melendugno: una volta espiantati gli ulivi il cantiere sarà fermo

Tap: manifestanti bloccano i camion con gli ulivi espiantati, poi la mediazione e i mezzi si fermano

I camion sono stati  bloccati a pochi metri dal cancello, davanti al quale si erano assiepate molte persone. Poi la mediazione: la società sospende i lavori e i mezzi rientrano nel cantiere

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Sono stati bloccati davanti all'ingresso del sito di stoccaggio, alla Masseria del Capitano di Melendugno, i camion della Tap che trasportano gli ulivi espiantati dal sito di località San Basilio, su cui dovrà sorgere il gasdotto. E dopo alcune ore di trattative, arriva la mediazione: tra i No Tap e la multinazionale che sta realizzando l'approdo del gasdotto. La società ha annunciato la sospensione dei lavori per oggi e i tre camion che erano bloccati sono tornati indietro come chiesto dai
manifestanti.

La protesta
I lavori di espianto, interrotti giovedì e venerdì e inizialmente previsti per lunedì, erano invece ripartiti all'alba, cogliendo di sorpresa le poche persone che erano al presidio organizzato nella zona. I messaggi su Facebook hanno richiamato nel giro di poche ore diverse centinaia di manifestanti, che hanno abbandonato la zona di San Basilio, riversandosi nei pressi del sito di stoccaggio degli alberi. Sul posto è presente anche il sindaco di Melendugno, Marco Poti'. I manifestanti avevano anche tentato di convincere gli autisti dei camion ad abbandonare i mezzi e ad unirsi alla protesta. Alla manifestazione si sono uniti molti studenti e cittadini di Melendugno,alcuni dei quali hanno portato con sé anche bambini molto piccoli, tra cui una bimba di pochi mesi, che la nonna ha portato per alcuni minuti proprio davanti ai camion.

Gli ulivi
Dopo la sospensione dei lavori sono 18 gli ulivi ancora da espiantare dal sito di Melendugno (Lecce) interessato dalla realizzazione del gasdotto Tap. Nella giornata di oggi sono stati portati fuori dal cantiere, e depositati nel sito di stoccaggio di Masseria del Capitano, diciannove piante cui se ne aggiungono altre undici parcheggiate negli spazi della società di vigilanza Almaroma per un totale di trenta ulivi. Altre dieci piante, già sradicate e pronte per essere trasferite al sito, sono rimaste sui camion dopo lo stop ai lavori (quattro erano sui mezzi che hanno fatto ritorno alla base dopo la protesta, altre sei a bordo di camion che non sono mai partiti dal cantiere). Altri quindici ulivi, infine, sono già stati espiantati e sono in attesa di essere caricati e trasferiti al sito di stoccaggio alla ripresa dei lavori.

Il sindaco di Melendugno: una volta espiantati gli ulivi il cantiere sarà fermo
C'è un dispiegamento enorme e sproporzionato di forze dell'ordine, circa 200 uomini in tenuta antisommossa, a fronte di 10 manifestanti, per lavori che non sono urgenti. Stanno a difendere l'aria. Lo dico con molta amarezza e dispiacere perché io sono sindaco e credo nella democrazia. Invito tutti i giornalisti, una volta che finiranno i lavori per lo spostamento di questi poveri ulivi, a visitare il posto e a vedere che il cantiere sarà fermo". Lo aveva detto in mattinata Marco Potì, sindaco di Melendugno, in provincia di Lecce, a proposito della situazione di stamattina a San Foca dove è in corso l'espianto degli ultimi 70 ulivi, dei 211 complessivi, nell'area di cantiere del cosiddetto microtunnel nell'ambito dei lavori per la costruzione del gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline) contestato dalla popolazione e dai sindaci. "Stanno portando gli ulivi - aggiunge - in un sito a 8 chilometri in un periodo non proprio adatto per farlo, anche dal punto di vista agronomico. Io ho chiesto e chiederò all'Ispettorato dell'agricoltura di procedere al monitoraggio e al controllo della situazione degli ulivi nel sito di stoccaggio. Faccio presente che quello degli ulivi non è l'unico problema ma è la punta di un iceberg che sta calando sul nostro territorio. Non è solo una battaglia per 200 ulivi, è anche questo. Sono i primi 200 di 10mila'', precisa Potì.