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MONDO

La folla grida: "Charlie, Charlie" e "libertà"

Parigi capitale della libertà. Più di 3 milioni in marcia contro il terrore

In testa al corteo i giornalisti sopravvissuti al massacro e le famiglie delle vittime dei terroristi. Decine di leader politici, europei e mondiali intervenuti alla marcia "repubblicana". Grandissima l'affluenza della gente comune che sventola bandiere francesi e scandisce slogan. In migliaia sfilano in tutta Europa: "Siamo tutti francesi". Il ministro Bernard Cazeneuve: "E' la più grande manifestazione della storia della Francia" 

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Più di tre milioni di persone in cammino. C'è chi si tiene per mano, chi si abbraccia, chi sventola bandiere. In pugno una matita e uno slogan: "Je Suis Charlie". E' la marcia contro il terrore che fa di Parigi "la capitale del mondo" come ha detto oggi il presidente Hollande. Una città che non si piega al terrorismo e all'estremismo di qualunque matrice, ma si risolleva e chiama a raccolta il mondo intero per dare una risposta chiara al terribile massacro al settimanale Charlie Hebdo e agli attacchi sanguinosi che sono seguiti. Il ministero degli Interni francese ha definito quella di oggi "la più grande manifestazione della storia della Francia, una mobilitazione senza precedenti"

Una marea di persone che sfila in silenzio
Una marea umana "senza precedenti", così numerosa nella capitale che il ministero degli Interni annuncia di non poterla contare. L'intera Francia è scesa in strada per manifestare contro il terrore.  Nella capitale, una folla oceanica ma anche composta ha marciato in gran parte in silenzio, intonando a tratti l'inno nazionale della Marsigliese. Applausi, anche dai balconi e le finestre, hanno salutato il presidente francese Francois Hollande e gli oltre 40 capi di Stato e di governo che per un breve percorso di 200 metri hanno guidato il corteo. E altri applausi hanno salutato il passaggio dei poliziotti, anche loro simbolo e vittime di questa tragedia.

Sfilano in tutta Europa anche i musulmani: "Siamo tutti francesi"
Anche molte capitali europee si sono strette in un ideale abbraccio ai francesi, sbandierando il tricolore e intonando la marsigliese. In 20.000 hanno manifestato a Bruxelles, dove un allarme bomba ha indotto le autorità a far evacuare la redazione di 'Le Soir'. A Berlino sono stati 18.000; a Vienna sono in 12.000 e 2.000 a Lussemburgo. A Madrid nella Plaza de Sol, centinaia si sono riuniti con bandiere francesi. Un'altra manifestazione ha visto centinaia di musulmani riuniti vicino alla stazione di Atocha (teatro del terribile attentato dinamitardo dell'11 marzo 2004 in cui morirono 191 persone) per condannare la violenza commessa in nome dell'Islam. Donne velate con bambini avevano in mano fogli di carta su cui era scritto "Not in our name" (non nel nostro nome) e "I am Muslim and I am not a terrorist" (io sono un musulmano, non un terrorista) che ha ispirato anche l'hashtag dedicato al poliziotto musulmano ucciso #JeSuisAhmed

In piazza i giornalisti sopravvissuti al massacro
In testa al corteo parigino i giornalisti sopravvissuti al massacro al giornale satirico Charlie Hebdo. Accanto a loro i familiari delle 12 vittime di questo attacco e di quello al minimarket kosher costato la vita ad altri quattro innocenti. I leader in marcia sono stati applauditi a lungo da una folla composta e commossa. Loro hanno risposto con la mano al saluto di molti parigini che si affacciavano alle finestre per rendergli omaggio. Gli applausi risuonano come un sottofondo interminabile nel silenzio che domina la manifestazione, quasi senza cori. 

Marcia Parigi: "Sono Charlie, poliziotto, ebreo"
"Je suis Charlie, flic, Juif", "Sono Charlie, poliziotto, ebreo, musulmano". E' lo slogan che domina in ricordo delle vittime dei fratelli Kouachi che si è poi allargato all'omaggio ai poliziotti uccisi e ai morti nel negozio kosher per mano del terrorista Amedy Coulibaly. In piazza sventolano molte bandiere francesi e anche alcune islamiche. In molti impugnano matite agitate come vessilli, infilate al bavero o nei cappelli, trasformate in spille o fermacapelli. E' la matita, come nei giorni scorsi, l'oggetto simbolo della grande marcia: rappresenta il sostegno ai redattori di Charlie Hebdo uccisi e la difesa della libertà di espressione. 

"Volevate seppellirci, non sapevate che siamo semi"
"Volevate mettere la Francia in ginocchio, l'avete fatta rialzare in piedi" recita uno striscione tra la folla della grande marcia di Parigi. Diversi altri cartelli rivendicano: "Non abbiamo paura" o "Non l'avete ucciso", riferito a Charlie Hebdo. Un altro cartello, sventolato da un giovane, riporta un proverbio messicano: "Avete voluto seppellirci, non sapevate che siamo semi". A decine si sono arrampicati sulla base del monumento che domina piazza della Bastiglia dove sventolano bandiere della Francia ed è stato issato un grande cuore rosso di cartone. Dal monumento la gente grida "libertà, libertà!" e poi canta la Marsigliese accompagnata dalla folla che continua ad arrivare da tutte le direzioni.

L'omaggio di Hollande in Sinagoga con Netanyahu
Dopo aver preso parte alla marcia di Parigi, il presidente francese, Francois Hollande, è arrivato alla grande Sinagoga della città per un omaggio solenne alle 17 vittime dei terroristi e in particolare a quelli di religione ebraica. All'interno della Sinagoga era già presente il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, oltre all'ex presidente francese, Nicolas Sarkozy. La Grande Sinagoga era rimasta chiusa sabato, sull'onda dell'attacco terroristico, per la prima volta da decenni.

"Attivate cellule dormienti"
Intanto in Francia l'allarme resta alto anche perché, secondo fonti dell'emittente Cnn, nel Paese sarebbero state attivate "cellule terroristiche dormienti". Alle forze dell'ordine è stato chiesto di cancellare il loro profilo sui sociale media e di portare sempre con sé le proprie armi.




Uno dei Kouachi conosceva l'"attentatore delle mutande-bomba"
E sempre secondo Cnn, uno dei due fratelli Kouachi, Said, quando è stato in Yemen ha conosciuto Umar Farouk Abdulmutallab. Si tratta del giovane responsabile del fallito attentato di Natale del 2009 sul volo Amsterdam-Detroit con delle mutande-bomba. A riferirlo alla Cnn è un giornalista e ricercatore yemenita, Mohammed al-Kibsi, che racconta di avere incontrato Said Kouachi in Yemen due volte nel 2011 e 2012 e di avere parlato con lui. La Cnn sottolinea tuttavia che non ci sono al momento conferme ufficiali che Kouachi e Abdulmutallab si conoscessero. Quell'attacco fallito del 2009 era stato concepito proprio da al-Qaeda nella penisola arabica (Aqap), in nome di cui i fratelli Kouachi hanno detto di avere agito a Parigi.

Rilasciati tutti i familiari fratelli Kouachi. Hayat ricercata
Intanto sono state rilasciate tutte le persone vicine ai fratelli Kouachi che erano state fermate nei giorni scorsi a Reims. Le ultime cinque, tra cui la moglie di Cherif Kouachi, sono state rilasciate ieri sera. Suo cognato, un liceale di 18 anni, inizialmente identificato come "l'autista" della strage era stato liberato già venerdì. La moglie di Cherif, il più giovane dei fratelli, era in contatto con Hayat Boumeddiene, la compagna del terrorista del negozio kosher Amedy Coulibaly, con la quale nel 2014 aveva scambiato 500 telefonate. Hayat è ancora ricercata dalla polizia francese, alcune fonti riferiscono che la ragazza si troverebbe in Siria dall'inizio di gennaio.