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POLITICA

"Difendere la libertà rinunciando a un pezzetto di privacy"

Terrorismo, Alfano: "Se si bombarda la Siria, c'è il rischio di una Libia bis"

"Ha ragione Papa Francesco: III guerra mondiale a pezzetti". Così il ministro dell'Interno a SkyTg24. Per il titolare del Viminale, dopo l'intervento in Libia, la comunità internazionale non ha saputo completare il lavoro risistemando le istituzioni democratiche e l'Italia ha pagato il conto con gli sbarchi. Poi aggiunge: "il sistema di intelligence italiano funziona, ma nessun Paese a rischio zero" 

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Angelino Alfano
Roma
"La Siria, se bombardata, rischia di diventare una Libia bis. In Libia c'era Gheddafi, stroncato lui, la comunità internazionale non ha saputo completare il lavoro risistemando le istituzioni democratiche e il conto, alla fine, lo abbiamo pagato noi a cominciare dagli sbarchi". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano a Sky Tg24. Sulla stessa lunghezza d'onda del premier Renzi, Alfano sostiene quindi che un intervento armato in Siria non possa portare a conseguenze positive ma a una destabilizzazione ulteriore del territorio come appunto è successo in Libia.

Sicurezza. Raccolta dati: meno privacy, libertà difesa
Per il ministro nessun Paese è a rischio zero, ma il nostro sistema di intelligence funziona bene. "Occorrono - dice il ministro - alcune revisioni del codice Schengen per rendere più blindate le frontiere esterne. Ci sarà un immagazzinamento dati che comprimerà un po' la nostra privacy su alcuni aspetti ma è indispensabile in questo momento". Per il ministro "per difendere la nostra libertà, bisogna rinunciare a un pezzetto di privacy".

"È una terza guerra mondiale a pezzetti"
Alfano cita poi le parole di Papa Francesco con cui è d'accordo: "Si sta combattendo una terza guerra mondiale a pezzettini, spiega, e il Papa ha ragione. E se questa guerra è mondiale occore ripensare le alleanze". 

Faticoso negoziato in Libia
E proprio di Libia ha parlato anche il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian che, al canale Europe 1, riferendosi al faticoso negoziato concluso tra Tobruk e Tripoli, ha detto che "se non si trova un accordo tra le due fazioni rivali, il Daesh (Isis, ndr) vincerà". Ieri era stato l'inviato Onu per la Libia, il tedesco Martin Kobler, ad avvertire oggi il Parlamento di Tobruk, internazionalmente riconosciuto, che "non" ci sono margini per "riaprire i negoziati". "Il mio messaggio è molto chiaro: riprenderò il processo da dove il mio predecessore l'ha lasciato", ha detto Kobler esortando i parlamentari ad votare sui nomi proposti per il governo di unità nazionale.