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ITALIA

Ombre rosse

Terroristi arrestati in Francia, si consegnano Bergamin e Ventura. Oggi la prima udienza

"E' una buona  notizia, si è costituito, vuol dire che ha capito, è un'ammissione. Adesso potrà scontare le proprie colpe", commenta il figlio dell'uomo ucciso da Bergamin. Ancora ricercato invece l'ex brigatista Di Marzio

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Luigi Bergamin, uno dei 3 ex terroristi rossi in fuga dopo l'ondata di arresti di ieri mattina in Francia, si è presentato a palazzo di Giustizia di Parigi assieme al suo avvocato per costituirsi. Poche ore dopo si è consegnato anche un altro dei dei ricercati nell'operazione 'Ombre Rosse': secondo fonti della giustizia francese citate dalla France Presse si tratta di Raffaele Ventura.
 
E’ prevista oggi la prima udienza per gli ex terroristi rossi italiani fermati in Francia. Si tratta di Roberta Capelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi, Enzo Calvitti e Giovanni Alimonti delle Br; Giorgio Pietrostefani di Lotta continua e Narciso Manenti dei Nuclei armati contro il potere territoriale. Ci vorranno 2-3 anni per l'estradizione. Ancora ricercato invece l'ex brigatista Di Marzio. 

Legale Bergamin: "Non è fuggito, non era in casa"
"Non è scappato ma semplicemente ieri mattina non era a casa. Quando ha saputo" che era ricercato "ha deciso di costituirsi". A spiegarlo all'ANSA è l'avvocato Giovanni Ceola, legale di Luigi Bergamin, un tempo militante dei Proletari Armati per il Comunismo e tra gli ex terroristi destinatari di un mandato di arresto europeo eseguito in Francia. Bergamin, 73 anni, vive a Parigi, e come è stato riferito, "era da tempo che si aspettava" di essere arrestato per espiare 16 anni e 11 mesi per concorso morale negli omicidi del maresciallo Antonio Santoro e dell'agente della Digos di Milano Andrea Campagna avvenuti nel 1978 e 1979. 

Ventura in libertà vigilata
Gli avvocati di Raffaele Ventura, che si  costituito stamattina in Francia, riferiscono che il loro assistito è stato messo in libertà "sotto controllo giudiziario". Nella nota, i legali Jean-Pierre Mignard e Pierre-Emmanuel Biard, sottolineano che ventura, "72 anni, di professione regista, non è mai stato membro delle Br ma del movimento di estrema sinistra Autonomia operaia che non ha mai previsto la  sempre negato i fatti che gli vengono imputati. di conseguenza, rifiuta la sua estradizione", si conclude nella nota. 

Figlio Sabbadin: ora Bergamin potrà pagare colpe
"E' una buona  notizia, si è costituito, vuol dire che ha capito, è un'ammissione. Adesso potrà scontare le proprie colpe". E' il commento di Adriano Sabbadin, il figlio del macellaio Lino Sabbadin, ucciso nel 1979 dai Pac, nell'apprendere che l''ex terrorista  rosso Luigi Bergamin si è costituito alle autorità francesi a Parigi. Sull'operazione che ha visto la collaborazione tra Italia e Francia Sabbadin ha aggiunto: "io non ho mai avuto dubbi sulla giustizia italiana".

 Pomarici: andavano estradati 40 anni fa
"Così come prevede la Costituzione: ora gli arrestati, se sapranno dimostrare di aver cambiato vita, potranno accedere ai benefici di legge che il giudice di sorveglianza vorrà concedergli". A dirlo in un'intervista al quotidiano "La Stampa" Ferdinando Pomarici, il magistrato che chiese 22 anni per i responsabili dell'omicidio di Luigi Calabresi, parlando degli arresti di ieri in Francia.   Per Pomarici "la dottrina Mitterand in questa storia non c'entra nulla perché il suo presupposto era che per rimanere in Francia non bisognava aver commesso fatti di sangue. Invece quelli arrestati ieri erano tutti stati condannati per omicidio. E dunque avrebbero potuto essere tranquillamente estradati 40anni fa".
 
Secondo il magistrato, ora in pensione, questo non avvenne: "Per comodità, per pigrizia, per quieto vivere. Per non dover affrontare i giornalisti, per un'ipocrisia di fondo della classe politica e degli intellettuali di questo paese". Per Pomarici "chi avrebbe dovuto procedere non ha voluto affrontare il problema. Certo, si sarebbe esposto a polemiche, dovendosi assumere le proprie responsabilità . Si preferì non farlo. Oggi che l'aria è cambiata, scopriamo che ci sono persone che hanno commesso omicidi e che da 40 anni erano in libertà".
 
Cartabia: bisogno di chiarezza
"Questa vicenda si protrae da oltre quattro decenni. Dietro questa svolta c'è un lavoro che ha coinvolto negli anni vari soggetti a più livelli". A dirlo la ministra della Giustizia Marta Cartabia, in un'intervista al "Corriere della Sera", parlando degli arresti di sette ex terroristi rossi ieri in Francia.   "Sin dal mio primo colloquio col ministro della Giustizia francese - ha aggiunto Cartabia -  ho percepito una chiara sensibilità alla portata storica e politica del problema ,un'umana partecipazione al dolore delle vittime e una netta determinazione ad impegnarsi per porvi rimedio". La ministra ha sottolineato poi che "la nostra volontà di riproporre la richiesta delle estradizioni non risponde nel modo più assoluto ad una sete di vendetta, che mi è estranea, ma ad un imperioso bisogno di chiarezza, fondamento di ogni reale possibilità di rieducazione, riconciliazione e riparazione, fini ultimi e imprescindibili della pena".
 
Vedova Calabresi: spero nella verità

"Non voglio illudermi, ma penso che sarebbe il momento giusto per restituire un po' di verità. Sarebbe importante che a questo punto delle loro vite trovassero finalmente un po' di coraggio per darci quei tasselli mancanti al puzzle. Io ho fatto il mio cammino e li ho perdonati e sonoi n pace. Adesso sarebbe il loro turno". A dirlo Gemma Capra, vedova del commissario Luigi Calabresi, ucciso 49 anni fa, in un colloquio con il figlio Mario Calabresi, sul quotidiano "La Repubblica", in cui commenta gli arresti di ieri in Francia dei sette ex terroristi italiani. "Molteplici - aggiunge - sono i sentimenti. Prima di tutto un chiaro e forte segno di giustizia e anche di democrazia. Certo, avrebbe avuto un altro senso per la nostra famiglia se fosse accaduto una ventina di anni fa. Tuttavia, penso che da un punto di vista storico quello che è successo sia veramente fondamentale". Per la vedova Calabresi "è un segno di democrazia perché la Francia, che ha ospitato e tutelato degli assassini per troppi anni, oggi finalmente riconosce e accetta le sentenze dei tribunali italiani".