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POLITICA

Montecitorio

Antiterrorismo, via libera al decreto. I 5 Stelle trovano l'accordo con la maggioranza

Il testo passa dopo momenti di tensione in Aula: il M5S aveva minacciato ostruzionismo a oltranza per protesta contro la riforma del Terzo settore. Poi raggiunta l'intesa in Conferenza capigruppi

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La Camera ha approvato il decreto antiterrorismo e sul rifinanziamento delle missioni all'estero. I sì sono stati 253, i no cinquanta e due gli astenuti. Il provvedimento passa ora al Senato. Il decreto pareva bloccato dall'ostruzionismo del M5S, atteggiamento che ha spinto la maggioranza a proporre una seduta fiume in notturna. Poi, però, la situazione si è sbloccata alla riunione della Capigruppo e la maggioranza ha trovato un accordo con i 5 Stelle. A spingere i deputati pentastellati all'ostruzionismo non era tanto il decreto stesso, bensì la riforma del Terzo settore, che dovrebbe essere approvata dall'Aula prima di Pasqua.

Tensione con i 5 Stelle
I 5 Stelle accusano il Pd di tentare un "blitz", accelerando su una riforma che "trasforma il mondo del no profit in profit indebolendo ulteriormente il welfare". Il cammino del decreto terrorismo alla Camera, prima in Commissione e poi in Aula, è avvenuto in un clima normale. Sono stati anche approvati diversi emendamenti di M5S e di altri partiti dell'opposizione, come quello di Sel che ha tolto la contestata norma che consentiva alla polizia di controllare "da remoto" i pc di chi era sospettato di terrorismo. Questo non significava l'appoggio al decreto da parte delle opposizioni, ma almeno un esame del provvedimento in un clima normale. Da segnalare, tra l'altro, l'annuncio del sì di Forza Italia, il primo dopo la rottura del Patto del Nazzareno a un decreto del governo.   

La polemica sulla riforma del Terzo settore
Poi invece il colpo di scena, con tutti i deputati di M5S che si sono iscritti alle dichiarazioni di voto. Infatti il decreto non ha i tempi contingentati. Ma l'oggetto del contendere era la successiva legge all'esame dell'Aula e non il decreto. La conferenza dei Capigruppo aveva infatti stabilito che mercoledì e giovedì l'Aula discutesse e votasse la riforma del Terzo settore. Ma una riforma così importante, è l'obiezione dei grillini, non può essere liquidata in due giorni. E' quindi partita una mediazione da parte della maggioranza che ha proposto di iniziare questa settimana la discussione della riforma e votando tutti gli emendamenti, lasciando per il martedì successivo a Pasqua gli ordini del giorno e il voto finale. Proposta che inizialmente sembrava fosse accolta, ma che alla fine non lo è stata.
E infine, dopo una riunione della Conferenza dei capigruppo, è stato trovato un accordo e il dl ha avuto il via libera.