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ITALIA

Gli appuntamenti passati e quelli a venire

Mafia capitale, ecco la timeline dei processi

Oltre al maxiprocesso iniziato il 5 novembre a carico di 46 imputati, ci sono i procedimenti a carico degli imputati cui è stato accordato il rito abbreviato e ancora il procedimento a carico di Alemanno e la richiesta di patteggiamento avanzata dai dirigenti della cooperativa La Cascina

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Finita la fase delle indagini inizia quella dei processi. Oltre al maxiprocesso iniziato il 5 novembre a carico di 46 imputati - tra Carminati, Buzzi, Odevaine, Gramazio, Panzironi  - ci sono i procedimenti a carico degli imputati cui è stato accordato il rito abbreviato - Ozzimo, Caprari, Addeo, Solvi - e ancora il procedimento a carico di Alemanno e la richiesta di patteggiamento avanzata dai dirigenti della cooperativa bianca La Cascina.

Vediamo le date e i dettagli:

3 NOVEMBRE- Le prime condanne

Prime condanne per Mafia Capitale ad appena undici mesi dalla prima ondata di arresti. Il gup Anna Criscuolo, al termine del giudizio per i quattro imputati che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato, ha inflitto 4 anni di reclusione a Claudio Gaudenzi, Raffaele Bracci e ad Emanuela Salvatori, mentre 5 anni e 4 mesi a Emilio Gammuto.  Salvatori e Gammuto sono ritenuti vicini a Salvatore Buzzi e sono stati condannati per corruzione, mentre Bracci e Gaudenzi, ritenuti collegati a Massimo Carminati, sono stati condannati per usura e collegati. Solo per Gammuto, riconosciuta l'aggravante mafiosa.  

5 NOVEMBRE – Via al maxiprocesso
Quarantasei imputati, sessanta avvocati, più di 130 udienze previste fino a luglio. Migliaia di intercettazioni e centinaia di documenti depositati. Nell'aula Occorsio della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio si è svolta la prima udienza del processo su Mafia Capitale.  I giudici hanno dato il consenso alle riprese televisive all'interno dell'aula dove si svolge il processo. Secondo il calendario provvisorio le udienze dovrebbe tenersi tutti le settimane dal lunedì al giovedì fino a luglio.

Massimo Carminati, Salvatore Buzzi, Riccardo Brugia e Fabrizio Franco Testa seguono le udienze in videoconferenza. Per ragioni di sicurezza rimarrano nei carceri rispettivamente di Parma, Tolmezza, Terni e Secondigliano.
 
17 -19 NOVEMBRE – Seconda e terza udienza maxiprocesso
La seconda udienza del processo, la prima nell'aula bunker di Rebibbia, è dedicata all'ammissione delle parti civili. In totale sono 23 le istanze di parte civile ammesse, 42 quelle respinte. Via libera oltre al Comune di Roma, Regione Lazio e ministero degli Interni anche, tra gli altri che avevano presentato istanza, le amministrazioni giudiziarie delle società sequestrate, Ama Spa, Pd Unione regionale Lazio e Eur Spa. Rigettate invece le richieste di M5s, Confindustria, Legambiente, Codacons e anche quella dei 37 rom di Castel Romano. 

Udienza tecnica quella del 19 novembre tutta dedicata alla questioni preliminari. Il legale di Buzzi reitera la richiesta di patteggiamento a 4 anni e 10 giorni. Patteggiamenti sono stati sollecitati per Alessandra Garrone (moglie di Buzzi) a 2 anni e 4 mesi e Paolo Di Ninno 2 anni e 4 mesi e Emanuela Bugitti 2 anni, entrambi collaboratori di Buzzi. Sulle varie richieste di patteggiamento il tribunale potrà pronunciarsi al termine del processo. 

25 NOVEMBRE - quinta udienza Maxiprocesso
Salvatore Buzzi pochi minuti prima delle 16 prende la parola dal carcere di Tolmezzo. È da li che ha seguito tutte le udienze in videoconferenza.  Buzzi torna sulla richiesta di patteggiamento a 4 anni e 10 mesi riproposta dal suo legale. "Non è vero che non ho collaborato" dice ai pm che su quella richiesta hanno ribadito il loro parere negativo.   "Questo processo sarà molto lungo e non posso essere delegittimato davanti al tribunale. Pertanto non posso non replicare alle affermazioni fuorvianti rese dall'ufficio del pm nell'udienza di oggi e di quelle scorse tese ad inficiare le mie deposizioni" afferma Buzzi.    "Non è assolutamente vero che sto coprendo i miei amici, non ne ho dal 2 dicembre 2014. Ho solo precisato le gravi responsabilita' imputate alla coop '29 giugno', responsabilita' che sono quasi esclusivamente miei. Pertanto - ha aggiunto - ribadisco che non ho amici, ho solo raccontato fatti senza dare qualificazioni giuridiche".

26 NOVEMBRE - Sesta udienza maxiprocesso
Sfilata di testimoni eccellenti nel processo a Mafia Capitale. Tra le centinaia di nomi richiesti dai difensori dei 46 imputati e approvati dai giudici ci sono infatti gli ultimi tre prefetti della Capitale, Pecoraro, Morcone e Gabrielli, gli ex sindaci Gianni Alemanno e Ignazio Marino e persino il presidente dell'autorità anticorruzione Raffaele Cantone. Quest'ultimo riferirà sulle indagini svolte presso il comune in merito agli appalti affidati alle cooperative di Buzzi. L'avvocato del capo della 29 giugno ha chiamato anche il ministro Giuliano Poletti, per raccontare tra le altre cose della cena organizzata proprio da Buzzi e cui partecipò anche Luciano Casamonica. Dell'ex amministrazione capitolina i giudici hanno accolto poi i nomi dell'ex vicesindaco Luigi Nieri e dell'ex assessore Alfonso Sabella. Una tappa nell'aula bunker toccherà poi al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. I

Prima udienza Ozzimo
È durata oltre tre ore l'udienza che vede davanti al gup Alessandra Boffi imputati di corruzione l'ex assessore comunale all'Emergenza abitativa Daniele Ozzimo, l'ex consigliere comunale Massimo Caprari nonché Gerardo e Tommaso Adeo, già collaboratori di Luca Odevaine, e Paolo Solvi, già collaboratore del presidente del X municipio Andrea Tassoni.  Comune di Roma non ammesso per un vizio formale nella presentazione della domanda di costituzione parte civile.

9-10 DICEMBRE - settima e ottava udienza maxiprocesso
Per quanto riguarda la "digitalizzazione degli elenchi, il numero complessivo di richieste di trascrizione delle intercettazioni è di 7722". Quelle scremate da doppioni sono "4474 da trascrivere, delle quali sono 564 ambientali, pari a 482 ore, 15 minuti e 54 secondi, 2573 telefonate, pari a oltre 155 ore, 56 minuti e 36 secondi, 1172 sms e una mail. 164, invece, rimangono da definire". Sono i numeri sciorinati dal perito incaricato, Gianluigi D'Ambrosio, durante l'udienza nell'aula bunker di Rebibbia. La Procura di Roma ha detto no alla richiesta, formulata da Salvatore Buzzi nel corso dell'udienza al processo su Mafia Capitale, di restituzione di alcune chiavi sequestrate quando venne arrestato. 

11 DICEMBRE - Caso Alemanno
Comune di Roma, Ama e Cittadinanzattiva sono state ammesse come parte civile nel procedimento che vede imputato l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Lo ha deciso il gup Nicola Di Grazia. Si tratta di uno dei filoni della maxi-inchiesta su Mafia Capitale. Le accuse contestate sono la corruzione e l'illecito finanziamento. All'ex sindaco di Roma si contesta di aver ricevuto somme di denaro, 125mila euro (40 mila come finanziamento alla Fondazione e 75mila per cene elettorali), in gran parte attraverso la fondazione Nuova Italia da lui presieduta, per il compimento di atti contrari ai doveri del suo ufficio. Secondo l'accusa le somme percepite sarebbero state erogate da Salvatore Buzzi, ras delle cooperative, in accordo con Massimo Carminati.

15 -16 -17 DICEMBRE - Maxiprocesso 
Il 15 dicembre è cominciato l'esame del primo teste della procura, il maggiore dei Ros Rosario Di Gangi, che ha ripercorso i passaggi chiave delle indagini e ha anche tratteggiato il prestigio criminale di Massimo Carminati. Esame continuato il 17 dicembre, mentre il 16 il tribunale ha respinto la richiesta della Procura di far confluire all'interno del maxiprocesso anche il procedimento a carico di Venafro e Monge. 
Si torna in aula il 4 gennaio 2016.

17 DICEMBRE - OZZIMO
Il colpo di scena nel filone processuale nel quale è coinvolto Daniele Ozzimo, ex assessore alla casa del Comune, sta nel senso di una intercettazione mal interpretata dai trascrittori. Buzzi infatti non avrebbe detto "Ozzimo è una brava persona e piglia soldi" ma l'esatto contrario. Evidenza che è emersa nel corso di una delle udienze a Piazzale Clodio e che ha costretto i pm a ritirare una delle accuse, corruzione per asservimento. Resta invece l'accusa di atti contrari ai doveri di ufficio e la richiesta di condanna a due anni e due mesi. La sentenza è prevista per prossimo il 7 gennaio.

Il processo si svolge con rito abbreviato. La difesa dell'esponente del Pd ne ha chiesto l'assoluzione da tutte le accuse.Nell'ambito dello stesso procedimento la procura ha sollecitato condanne anche per l'ex consigliere comunale di Centro Democratico, Massimo Caprari a 2 anni e 3 mesi, per Gerardo e Tommaso Addeo, ex collaboratori di Luca Odevaine per i quali sono stati chiesti 2 anni e 2 mesi e per Paolo Solvi (collaboratore dell'ex presidente del X Municipio, Andrea Tassone), per il quale la richiesta di condanna e' di 3 anni e 6 mesi. Per tutti l'accusa è quella di corruzione.
Sentenza attesa per il 7 gennaio 2016

18 DICEMBRE​ - Caso Alemanno
L'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato rinviato a giudizio per corruzione e finanziamento illecito nell'ambito di uno dei procedimenti collegati al maxiprocesso di Mafia Capitale. Lo ha deciso il gup di Roma, Nicola Di Grazie. Nei confronti dell'ex sindaco non è contestato il reato di associazione di stampo mafioso. Secondo la Procura, Alemanno tra il 2012 e il 2014 avrebbe ricevuto 125 mila euro per compiere atti contrari ai doveri del suo ufficio. I soldi, in base all'impianto accusatorio, sarebbero giunti da Salvatore Buzzi in accordo con Massimo Carminati e sarebbero stati versati alla fondazione Nuova Italia, presieduta da Alemanno. 
Prossima udienza il 23 marzo

21 DICEMBRE - La Cascina
Arriva la decisione del gup Boffi sulla richiesta di patteggiamento concordata dalla procura con i difensori di quattro ex dirigenti della cooperativa "La Cascina". Sono Francesco Ferrara, Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina e Carmelo Parabita. Le pene concordate vanno da due anni e otto mesi (Ferrara) a due anni e sei mesi di reclusione (gli altri tre). Tutti sono accusati di corruzione nei confronti di Luca Odevaine, già appartenente al Tavolo di Coordinamento Nazionale sull'accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, al fine di ottenere l'appalto per la gestione del Cara di Mineo.
Per tutti a fine ottobre sono stati revocati i domiciliari.

17 FEBBRAIO -  Venafro per l'appalto per il Recup
Davanti ai giudici della seconda sezione penale inizia il processo per Maurizio Venafro, ex capo di Gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, e per Mario Monge, dirigente della cooperativa Sol.Co., accusati di turbativa d'asta nell'ambito dell'inchiesta Mafia Capitale. La vicenda riguarda le presunte irregolarità legate all'appalto per l'acquisizione del servizio Recup - il numero unico della sanità laziale -  indetto e poi annullato dalla Regione stessa con i primi arresti del dicembre 2014. Per Venafro la procura aveva chiesto il rinvio a giudizio ma l'imputato, comunicando di voler rinunciare all'udienza preliminare, ha chiesto il giudizio immediato.