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ITALIA

La proposta

Trattativa Stato-mafia, un pool di cronisti per l'audizione di Napolitano

E' l'idea dell'Unione Nazionale Cronisti Italiani per "consentire che i cittadini, come è loro diritto costituzionale, siano informati in modo corretto, completo e tempestivo sull'udienza dai giornalisti che seguono da anni lo svolgimento dell'inchiesta"

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Un pool di cronisti dei diversi tipi di media, che assista, in collegamento video o audio, alla testimonianza che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano renderà martedì 28 ottobre al Quirinale ai giudici della seconda Corte d'Assise di Palermo, nell'ambito del processo sulla trattativa Stato-mafia che sarebbe avvenuta agli inizi degli anni '90 per chiudere la stagione delle stragi mafiose. E' la proposta dell'Unione Nazionale Cronisti Italiani. 
 
"E' l'unico modo - sostiene il presidente dell'Unione Cronisti, Guido Columba - per consentire che i cittadini, come è loro diritto costituzionale, siano informati in modo corretto, completo e tempestivo sull'udienza dai giornalisti che seguono da anni lo svolgimento dell'inchiesta".
 
"L'appuntamento di domani mattina ha indubbiamente un interesse sociale particolarmente rilevante e la testimonianza di Napolitano non è destinata alla secretazione, hanno rilevato i giudici palermitani a metà mese rilasciando il 'nulla osta' alla partecipazione in video o audio dei giornalisti".
 
La proposta
"E dunque, se si teme che al Quirinale si creino confusione e problemi di accesso per l'eccessiva affluenza di giornalisti, la soluzione è proprio quella del pool: un cronista in rappresentanza dei quotidiani, uno per le agenzie di stampa, uno per televisione, uno per la radio, uno per il mondo del web, e un cameraman per le riprese. Cinque giornalisti, che al termine dell’udienza si impegnano a riferire ciò che hanno visto o ascoltato agli altri colleghi, non costituiscono alcun problema logistico e consentono che gli organi di informazione possano fornire ai cittadini una ricostruzione veritiera della testimonianza del Presidente della Repubblica".