Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/trump-opinione-giudice-ridicola-ribaltata-battaglia-legale-ordine-esecutivo-ingressi-stati-uniti-america-26d6e53c-5d38-4bbb-a78f-fc2eae25fd2d.html | rainews/live/ | true
MONDO

Immigrazione

Usa, ripristinati 60mila visti. Trump: "L'opinione del giudice è ridicola e verrà ribaltata"

Il procuratore dello Stato di Washington: "Nessuno è al di sopra delle legge, neanche il presidente". Scatta la corsa ai voli per gli Stati Uniti, nel timore che il bando venga ripristinato

Condividi
James Robart e Donald Trump
La diplomazia americana ha ripristinato i circa 60.000 visti per gli Stati Uniti che erano stati revocati a causa del decreto del presidente Donald Trump che vietava l'ingresso negli Usa ai cittadini provenienti da sette Paesi musulmani. Lo ha annunciato il dipartimento di Stato, dopo la decisione del giudice federale di Seattle Robart di bloccare il decreto.

Sicurezza interna: compagnie aeree sollevate dal bloccare passeggeri con visto
Il Dipartimento Usa per la sicurezza interna non imporrà alle compagnie aeree lo stop per passeggeri dotati di visto interessati dal bando disposto dal presidente Donald Trump per gli ingressi da Iran, Siria, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen e Libia.  Così facendo anche il dipartimento in questione sospende di fatto l'applicazione del provvedimento voluto dal presidente, alla luce della decisione di un giudice federale che blocca temporaneamente l'ordine esecutivo.

E' corsa ai voli per gli Stati Uniti
Nel timore di avere una finestra di tempo limitata, è scattata la corsa ai voli diretti negli Usa per chi è in possesso di un visto e proviene dai sette paesi interessati dal bando voluto dal presidente Donald Trump ma temporaneamente sospeso dal giudice Robart. Lo riferisce la Associated Press. 

Il procuratore dello stato di Washington: nessuno  al di sopra della legge
"Oggi ha vinto la Costituzione - ha commentato Bob Ferguson, di nomina democratica, il primo procuratore generale a sfidare il bando, contro il quale si erano da subito schierati nei giorni scorsi i colleghi di 15 altri Stati, definendolo "incostituzionale" - Nessuno è al di sopra della legge, neanche il presidente". 

Botta e risposta fra Trump e il giudice Robart
Era stato il giudice federale di Seattle James Robart a bloccare temporaneamente su base nazionale le restrizioni introdotte da Donald Trump. Il presidente su Twitter ha bollato l'opinione del magistrato come ridicola e annuncia che verrà ribaltata. 

La battaglia legale sull'ordine esecutivo
La sfida legale era partita dagli stati di Washington e Minnesota che avevano chiesto per primi il blocco del provvedimento, cui però i legali del governo avevano posto giudizio negativo. Ma il giudice federale Robart ha ammesso la causa affermando che ha fondamento. Robart ha quindi emesso una ingiunzione restrittiva verso il provvedimento che ha effetto a livello nazionale.

"Effetti discriminatori" e danni a causa del bando 
In sostanza dopo la firma dell'ordine esecutivo da parte del presidente Donald Trump, lo Stato di Washington ne aveva denunciato gli effetti discriminatori e il danno significativo che la decisione procurava ai residenti. Il Minnesota si era poi accodato e i due stati avevano chiesto un'ingiunzione restrittiva temporanea affinché la loro denuncia potesse essere valutata, incentrata tra l'altro sulla possibilità che sezioni chiave del provvedimento siano incostituzionali.

Trump: Giudice Seattle? Opinione ridicola, sarà ribaltata
"L'opinione di questo cosiddetto giudice, che essenzialmente porta via dal nostro Paese l'applicazione della legge, è ridicola e sarà ribaltata". Così su Twitter il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
 
Casa Bianca: difenderemo ordine esecutivo presidente 
La Casa Bianca aveva fatto sapere che ''al più presto possibile'' il dipartimento di Giustizia intende presentare un ricorso di emergenza alla decisione del giudice federale nello Stato di Washington che blocca temporaneamente ma a livello nazionale il provvedimento sui limiti all'ingresso negli Usa per persone provenienti da sette Paesi a maggioranza musulmana introdotto dal presidente Donald Trump. In una nota la Casa Bianca si dice determinata alla difesa dell'ordine esecutivo ''che siamo convinti è legale e appropriato''.