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MONDO

Centro Astalli: "Immobilismo non è misura politica"

​Tunisia: naufragio di fronte coste Sfax, morti e dispersi

La maggior parte delle vittime erano donne. Finora sono stati recuperati 39 corpi. I migranti, tutti provenienti dai Paesi sub-sahariani, avevano lasciato la costa tunisina in direzione di Lampedusa

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Immagine di repertorio
Drammatico naufragio di fronte alle coste tunisine, al largo della città di Sfax: decine di migranti risultano morti e dispersi, nell'affondamento di una precaria imbarcazione con cui volevano attraversare il Mediterraneo e arrivare in Europa. Lo riferisce la stampa locale.

La maggior parte delle vittime erano donne, ha dichiarato Samir Maatoug, direttore di medicina legale presso l'ospedale universitario Habib Bourguiba. Il bilancio del naufragio ammonta a 39 vittime, dopo il recupero di altri 4 corpi. Lo riporta l'agenzia ufficiale tunisina Tap.   A bordo dell'imbarcazione diretta verso l'Italia erano presenti 53 migranti. La nave partita da Sfax è naufragata martedì scorso al largo delle isole Kerkenna.

A bordo 52 persone di cui 7 tunisini, più di venti ivoriani e altri cittadini africani, che si erano imbarcati su un mezzo di fortuna con una capacità massima di 20 posti nella notte tra lunedì e martedì diretti verso l'Italia.

I migranti, tutti provenienti dai Paesi sub-sahariani, avevano lasciato la costa tunisina in direzione di Lampedusa. Le autorità locali hanno avviato un'indagine per chiarire i fatti, in particolare per quanto riguarda il capitano dell'imbarcazione, un cittadino tunisino. Le città della Tunisia meridionale, sia interne che costiere, sono uno dei principali punti di partenza per i migranti irregolari dal Paese del Maghreb. La maggior parte di coloro che si avventurano in mare sono giovani tunisini disoccupati che cercano un futuro migliore, fiaccati da un'acuta crisi economica che il Paese sta soffrendo e che ha messo a rischio l'unica transizione democratica sopravvissuta alle 'primavere arabe". Secondo le statistiche dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), 110.699 persone sono riuscite a attraversare il Mediterraneo in modo irregolare nel 2019 (6.000 in meno di un anno prima) e 1.283 sono morti nel tentativo.

Centro Astalli: "Immobilismo non è misura politica"
"Non si può sospendere il soccorso in mare senza un piano alternativo di ingressi in Europa. Le violazioni da parte dei governi del diritto internazionale pubblico, dei principi umanitari e del diritto del mare, sono talmente frequenti che non suscitano più alcuna reazione da parte di istituzioni nazionali e sovranazionali". Lo afferma padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, parlando della tragedia del naufragio al largo della Tunisia e sottolineando che "l'immobilismo non può essere una misura politica".    C'è "un paradosso che preoccupa: a fronte dell'incremento di crisi umanitarie, guerre e calamità naturali nel mondo assistiamo in Europa a un indebolimento delle tutele internazionali e del rispetto dei diritti fondamentali",sottolinea il presidente del Centro dei Gesuiti per i rifugiati.Il Centro Astalli chiede "a chi ci governa di porre fine alla strage dei migranti in mare attivando immediatamente vie legali d'ingresso in Europa: canali umanitari, programmi dire insediamento e visti di ingresso per lavoro sono misure esistenti che da troppo tempo non trovano applicazione"