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MONDO

Mezzi militari circondano la sede del Parlamento e la tv

​Tunisia. Presidente congela parlamento e licenzia premier

Dopo le proteste di massa il presidente licenzia il primo ministro, del partito islamista moderato Ennahda, che replica: "quello di Saied è un colpo di stato, difenderemo la rivoluzione". Si aprono scenari imprevedibili

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Il presidente tunisino Kais Saied ha annunciato domenica di aver licenziato il primo ministro Hicham Mechichi, di aver congelato l'attività del Parlamento per trenta giorni e sospeso l'immunità di tutti i parlamentari dopo le proteste di massa nel paese. Saied ha difeso la sua decisione come in linea con la costituzione e ha detto che avrebbe assunto la guida del potere esecutivo con la collaborazione di un nuovo primo ministro. 

La mossa, che arriva nel 64° anniversario dell'indipendenza della Tunisia, intensifica la faida di lunga data di Saied con il primo ministro e pone una sfida alla costituzione del 2014 che divide i poteri tra presidente, primo ministro e parlamento.

Ore prima, la Tunisia è stata scossa da proteste di massa in diverse città, alimentate dall'insoddisfazione pubblica per la gestione del coronavirus da parte del governo e dal peggioramento della crisi economica. Proteste sono state segnalate anche nelle città di Gafsa, Kairouan, Monastir, Sousse e Tozeur.

In diverse città, manifestanti e polizia si sono scontrati violentemente, mentre la folla ha preso d'assalto gli uffici di Ennahda, il più grande partito in parlamento di orientamento islamista moderato, chiedendo le dimissioni del primo ministro e lo scioglimento del parlamento. Le proteste di ieri sono state le più grandi da mesi e le più grandi da anni contro Ennahda . "Molte persone sono state ingannate dall'ipocrisia, dal tradimento e dalla rapina dei diritti del popolo", ha detto Saied in una dichiarazione sui media statali.

Poco dopo l'annuncio i clacson hanno suonato per Tunisi e la popolazione si è riversata nelle strade per festeggiare. I dimostranti avevano chiesto inoltre una modifica alla Costituzione e un periodo di transizione gestito dall'esercito, pur mantenendo Saied come capo dello Stato. 

Gli scenari che ora si aprono sono imprevedibili: "Quello che Kais Saied sta facendo è un colpo di Stato contro la rivoluzione e contro la Costituzione. E i membri di Ennahdha e il popolo tunisino difenderanno la rivoluzione" ha commentato su Facebook lo speaker del parlamento tunisino e il leader del partito Ennahda, Rached Ghannouchi. "Metto in guardia chiunque pensi di ricorrere alle armi... e chiunque spari una pallottola, le forze armate risponderanno con le pallottole", ha aggiunto Saied e nella notte mezzi militari hanno circondato la sede del Parlamento e la sede della televisione nazionale.

Nonostante sia passato un decennio dalla rivoluzione del 2011 che ha rovesciato il dittatore Zine el Abidine ben Ali, la Tunisia rimane soggetta a una continua instabilità politica che ha ostacolato gli sforzi per rilanciare servizi pubblici in rovina e realizzare le riforme richieste dal Fondo monetario internazionale. 

La frammentata classe politica del paese non è stata in grado di formare in questi anni governi duraturi ed efficaci. La Tunisia ha vissuto per mesi una sorta di stallo istituzionale a causa della contrapposizione tra il presidente  Saied e il primo ministro Hichem Mechichi, per via di un rimpasto governativo già approvato dal parlamento a fine gennaio scorso, mai accettato dal capo dello stato.