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MONDO

La comunicazione del ritiro in una telefonata

Siria. Gli Stati Uniti rassicurano la Turchia: curdo-siriani ripiegano a est dell'Eufrate

L'esercito turco bombarda la milizia curda Ypg a sud di Jarablus in Siria. La visita del vicepresidente Usa Joe Biden in Turchia rilancia i rapporti tra i due paesi

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Le forze curdo-siriane vicine al confine turco si stanno ritirando a est dell'Eufrate. E' quanto ha comunicato il segretario di stato Usa John Kerry al ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. Kerry ha parlato con il suo omologo turco al telefono nelle prime ore di oggi, secondo fonti diplomatiche citate dal quotidiano turco Hurriyet.

La comunicazione - che di fatto rappresenta un avvicinamento degli Usa alle richieste della Turchia- è avvenuta all'indomani dell'inizio dell'offensiva turca in Siria e dopo che il vicepresidente Usa Joe Biden ha detto durante la sua visita in Turchia che Washington avrebbe chiesto alle forze curdo-siriane di non oltrepassare l'Eufrate verso Ovest.

"La conversazione tra i due si è focalizzata sugli sforzi relativi al futuro della Siria, la conclusione del conflitto e la garanzia di un cessate-il-fuoco permanente in primo piano", ha reso noto la fonte turca sottolineanto che Cavusoglu e Kerry hanno parlato anche dell'offensiva "Scudo dell'Eufrate".

"Nel corso della telefonata è stata sollevata anche la questione del Pyd/Ypg (le forze curdo-siriane del Partito d'unione democratica e Unità di protezione del Popolo)", ha aggiunto la fonte. La Turchia considera il Pyd, che governa la zona autonoma curda del Rojava, e le milizie popolari curde dell'Ypg, che combattono l'Isis in Siria in collaborazione con gli Stati uniti, come un gruppo terroristico alleato del Pkk. "Il segretario di stato Usa Kerry ha sottolineato che le forze del Pyd/Ypg si stanno ritirando a est dell'Eufrate".

Nonostante queste rassicurazioni l'esercito turco ha bombardato la milizia curda Ypg a sud di Jarablus in Siria, nei pressi di Manbij, che è una zona controllata dall'Ypg stessa. Lo riferisce una fonte della sicurezza turca. L'emittente Cnn Turk riporta che i combattenti non avevano prestato ascolto a un avvertimento delle forze turche.


Ieri l'operazione "Scudo dell'Eufrate"
L'operazione "Scudo dell'Eufrate" è scattata ieri alle 4 del mattino. Raid aerei hanno preparato il terreno all'ingresso dei blindati, coperti anche dal fuoco dell'artiglieria pesante. La penetrazione a Jarablus è avvenuta da est verso il centro, dopo che la Free Syrian Army aveva  preso il controllo dei villaggi di Keklice, Elvanye, Guguncuk e Kivircik, nella riconquista dei quali, in base a quanto riportato dall'agenzia Dogan, 46 jihadisti avrebbero perso la vita.

Il vicepresidente usa Biden, dopo un incontro con il premier turco Binali Yildirim, aveva assicurato di aver "detto alle forze curde impegnate in Siria di non andare a ovest dell'Eufrate" per non irritare Ankara. "Abbiamo detto molto chiaramente che le forze curde devono tornare a est dell'Eufrate. Non possono, non lo faranno e in nessuna circostanza avranno il sostegno americano se non rispetteranno questo impegno. Punto", ha spiegato. Tutti elementi che renderanno ancora più delicato l'incontro che si terrà venerdì a Ginevra tra il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il collega Usa John Kerry.

Media, a rischio normalizzazione rapporti Mosca-Ankara 
Con l'operazione 'Scudo dell'Eufrate' lanciata in Siria, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan "ha mandato un segnale che le relazioni con gli Usa rimangono per lui una priorità e che preferisce agire nel quadro della coalizione antiterrorismo guidata da Washington, che non in quella a guida russa". Lo scrive oggi il quotidiano russo Kommersant, riferendo del malcontento e della "preoccupazione" di Mosca all'indomani dell'avvio delle operazioni turche nel nord della Siria, che - con l'appoggio della Free Syrian Army e degli Stati Uniti - hanno strappato all'Isis il distretto di Jarablus; le operazioni, allo stesso tempo, colpiscono anche i curdi del Pyg.

Secondo Kommersant, esercito e diplomazia di Mosca, in caso di un aggravamento della situazione, sono pronti a utilizzare "canali di contatti bilaterali con i colleghi turchi e, se necessario, a esprimere le loro preoccupazioni agli Usa". Il ministero degli Esteri russo ieri ha espresso "allarme" per il possibile deterioramento della situazione in Siria, incluse le tensioni tra arabi e curdi. 

"Le azioni di Ankara in Siria possono compromettere in modo serio il processo di normalizzazione dei rapporti bilaterali con Mosca, sul quale si erano accordati il presidente Vladimir Putin e Erdogan, nel loro incontro a San Pietroburgo", ha continuato Kommersant. "Erdogan fa il suo gioco e come sempre si trova dall'altra parte della barricata", ha dichiarato al quotidiano il diretto del Centro 'Russia-Oriente-occidente', Vladimir Sotnikov.