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MONDO

Prima autobomba esplosa davanti stazione di polizia di Van

Turchia. Nuovo attentato contro polizia, tre morti e oltre duecento feriti


Finora nessun gruppo ha rivendicato l'attentato di Van, ma le autorità e i media locali sembrano orientati ad attribuire la responsabilità del fatto al Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan ritenuto da Ankara una formazione terroristica

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E' di almeno tre morti, fra cui anche un bambino, e almeno 200 feriti il bilancio dell'esplosione di un'autobomba ieri sera nei pressi di una stazione di polizia a Van, in Turchia. Come riferisce il quotidiano Vatan, 17 delle 71 persone rimaste ferite sono agenti di polizia. Tre dei feriti sono in condizioni critiche. Dopo l'esplosione è stata avviata un'operazione su larga scala per individuare e catturare gli autori dell'attentato. Una persona sarebbe stata già fermata, ma l'operazione è ancora in corso.

Finora nessun gruppo ha rivendicato l'attentato di Van, ma le autorità e i media locali sembrano orientati ad attribuire la responsabilità del fatto al Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan ritenuto da Ankara una formazione terroristica. All'inizio della settimana, un'altra autobomba era esplosa nella provincia sud-orientale di Diyarbakir, uccidendo sei persone. Da luglio 2015 la situazione di tensione in Turchia si è aggravata in seguito alla morte di 33 attivisti curdi in un attentato suicida a Suruc, seguito dall'uccisione di due agenti di polizia turchi da parte del Pkk.

Ore prima un'altra autobomba era esplosa nei pressi di una stazione di polizia nella provincia orientale di Van , vicino al confine iraniano, uccidendo, secondo un ultimo bilancio, almeno sei persone e ferendone oltre 120.

Prosegue repressione Erdogan: polizia arresta 50 imprenditori vicini a Gulen
Prosegue intanto incessante la repressione di Erdogan dopo il fallito golpe. La polizia ha arrestato almeno 50 imprenditori sospettati si avere legami con il religioso auto-esiliato negli Stati Uniti Fethullah Gulen, accusato da Ankara di aver orchestrato il fallito tentativo di colpo di stato del mese scorso. Lo riferiscono i media locali. Secondo il quotidiano Hurriyet, la polizia ha ottenuto mandati di arresto per 120 persone in totale. Inoltre la Procura di Istanbul ha ordinato il sequestro dei beni per 187 manager. Dal fallito golpe del 15 luglio scorso sono state arrestate in Turchia circa 26 mila persone.

Allo scopo di far fronte al sovraffollamento degli istituti penitenziari del paese in seguito all'ondata di arresti dopo il tentato golpe, il ministro della Giustizia Bekir Bozdag ha annunciato il rilascio (in libertà condizionata) di circa 38 mila detenuti che si sono distinti per buona condotta e a cui rimangono da scontare fino a due anni di pena. Restano esclusi dalla misura i colpevoli di omicidio, violenza domestica, abusi sessuali o crimini contro lo stato. Ankara ha chiesto agli Stati Uniti di estradare Gulen, che, dal canto suo, respinge le accuse di essere la mente dietro il complotto.