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MONDO

Ucraina, ucciso giornalista russo acerrimo oppositore di Putin

Arkadi Babchenko aveva lasciato la Russia dopo essere stato minacciato di morte e conduceva un programma tv sul canale privato Atr

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Il giornalista e scrittore russo Arkadi Babchenko è stato ucciso ieri a Kiev. Acerrimo nemico di Vladimir Putin, Babchenko conduceva un programma televisivo nel canale privato ucraino Atr. "Il fatto è accaduto nella sua abitazione, nel quartiere Dniprovski di Kiev - ha spiegato la polizia" mentre per il collega Osman Pashayev, che ha raccontato la propria versione su Facebook, a Babchenko hanno sparato "tre colpi d'arma da fuoco sulle scale che portavano al suo appartamento, al rientro da un supermercato". Il giornalista, che aveva lasciato la Russia in seguito a diverse minacce, è morto in ambulanza.  

Acerrimo critico del capo del Cremlino, Babchenko, che si era candidato nelle elezioni del 2012, era uno dei più importanti corrispondenti di guerra della Russia e nel febbraio 2017 lasciò la patria dopo le minacce ricevute in seguito a un post su Facebook del dicembre 2016: si diceva 'indifferente' per la morte di diversi componenti del Coro dell'Armata rossa in un incidente aereo avvenuto mentre questi stavano per raggiungere a Siria. Il giornalista aveva definito "aggressore" Mosca per l'intervento a fianco di Bashar Assad e ancora prima, dopo aver fatto il servizio militare in Cecenia durate la guerra, aveva scritto le proprie memorie di quel conflitto ("La guerra di un soldato in Cecenia", edito in Italia d Mondadori). Si era schierato contro l'intervento russo in Ucraina e contro l'annessione della Crimea.

Lavorava da free lance per diversi media britannici, tra cui il Guardian e Bbc, per cui aveva scritto dell'elicottero ucraino abbattuto nell'est dell'ex repubblica sovietica nel 2014. A bordo di quell'elicottero, aveva scritto ieri sul suo profilo Twitter, avrebbe dovuto esservi anche lui.    Il suo omicidio è il secondo di un giornalista di elevato profilo avvenuto a Kiev negli ultimi due anni. Nel 2016 toccò al bielorusso Pavel Sheremet, ucciso da un'autobomba. Nel marzo 2017 l'ex parlamentare russo Denis Voronenkov, critico del Cremlino, fu assassinato in un hotel a Kiev.

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