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MONDO

Dura condanna delle violenze

Ucraina, domani vertice ministri Esteri UE

Giovedì summit con tutti i ministri degli Esteri dell'Unione Europea sull'escalation di violenza a Kiev. Oggi "pre-vertice" tra Parigi e Berlino. Barroso: serve appoggio dei Paesi membri per sanzioni mirate. La Banca europea degli investimenti tiene bloccate le attività in Ucraina

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Nei mesi scorsi l'ipotesi di un pacchetto di sanzioni dell'Unione Europea era stata scartata, i 28 avevano scelto la via del dialogo sia con Yanukovic sia con i gruppi di opposizione. La giornata di martedì, però, ha cambiato lo scenario. 25 morti e quasi 300 feriti hanno spinto il rappresentante per la politica estera Catherine Ashton a convocare un vertice straordinario con tutti i ministri degli Esteri. Torna sul tavolo la proposta di Germania e Polonia, da lei sostenuta, di sanzioni mirate contro i responsabili delle violenze. Questa la via diplomatica. Intanto la Russia condanna l'opposizione per lo spargimento di sangue e Usa e molti Paesi europei insorgono contro Yanukovic.

La Bei tiene le attività congelate, in attesa della decisione Ue  
La Banca europea d'investimenti mantiene per ora bloccate le attività in Ucraina in attesa di capire cosa deciderà l'Europa. Le attività erano ferme già da qualche tempo. "Aspettiamo che le terribili violenze finiscano prima di proseguire le attività, siamo in linea con quanto decide la Ue, è importante che ora la Ue parli con una voce sola" ha dichiarato il direttore della Bei Werner Hoye.

Barroso: sanzioni mirate contro i responsabili delle violenze
Il presidente della Commissione Ue José Manuele Barroso dopo la sanguinosa giornata di ieri ha fatto sapere che "ci aspettiamo che gli Stati membri della Ue sostengano di applicare sanzioni mirate contro i responsabili delle violenze e dell'uso eccessivo della forza" in Ucraina, parole che fanno eco alla richiesta del premier polacco Donald Tusk che aveva chiesto sanzioni immediate. Dalla Francia, prima del vertice con la Germania, già un'apertura. 

Bonino: rischio di guerra civile alle porte dell'Ue
"È con massima preoccupazione che va considerato - e scongiurato - il rischio concreto di una guerra civile alle porte dell'Unione Europea" ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino. "Nonostante i margini negoziali fra governo ed opposizioni appaiano in queste ore ancora più ridotti - ha detto Bonino - non esiste alcuna vera alternativa alla ripresa del dialogo, che l'Ue intende sostenere col massimo impegno. In caso di continuazione delle violenze, non escludiamo il ricorso a misure restrittive eccezionali".

Fabius: "probabile che ci siano sanzioni"
Il capo della diplomazia francese Laurent Fabius ha lasciato intendere che le sanzioni arriveranno. Nessuna decisione ufficiale, per ora, Francois Hollande e Angela Merkel ne discuteranno in giornata. 

Polonia: disponibili ad accogliere i feriti ucraini
Il premier polacco Tusk, dopo l'attacco a Piazza Maidan sferrato all'alba, ha fatto sapere di essere disposto ad accogliere in Polonia i feriti nelle manifestazioni e chiesto all'Unione Europea di imporre sanzioni immediatamente contro il presidente Yanukovic.

Svezia: Yanukovic ha le mani sporche di sangue
A dirlo su Twitter è stato il ministro degli Esteri svedese, Carl Bildt: "Ha le mani sporche di sangue - ha affermato - bisogna essere chiari, la responsabilità ultima dei morti e delle violenze è del presidente Yanukovic". 

Gli Usa a Yanukovic: ritirare le truppe antisommossa
Nella notte il vicepresidente americano Joe Biden ha telefonato al presidente ucraino Viktor Yanukovich per invitarlo a "esercitare la massima moderazione" nell'affrontare le proteste di piazza e per chiedergli di "ritirare dalle strade le forze governative". Ma sono durissime anche le parole dell'ambasciatore Geoffrey Pyatt che con un tweet condanna - come già fatto più volte dalla Casa Bianca - le violenze in Ucraina: "le divisioni non verranno sanate - scrive - versando sangue innocente". 



La preoccupazione europea
Dopo le parole di Catherine Ashton, l'Alto Rappresentante Ue per gli Affari Esteri, che chiedeva con fermezza il ritorno al processo parlamentare, dopo i morti di martedì sono arrivate anche le parole di condanna del Presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz: "Sono scioccato e rattristato - scrive anche lui su Twitter - la crisi non si placherà con la violenza".