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MONDO

La biografia

Chi è Yulia Tymoshenko

Tre volte premier, volto e fascino della Rivoluzione Arancione ha seguito dal carcere le proteste di Maidan contro Yanukovich, cui hanno partecipato in prima linea i suoi sostenitori. La sua liberazione arriva dopo l'accordo siglato tra Yanukovich e i leader dell'opposizione, dopo i giorni di sangue di Kiev

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Nata quando l'Ucraina era parte dell'URSS, Yulya Tymoshenko, presidentessa del partito Patria, è stata la prima donna presidente del suo Paese. Entra in carcere dal 2011, condannata a sette anni con l'accusa di aver esercitato pressioni su un accordo per la fornitura di gas con Putin, evasione fiscale e malversazione. Una condanna che molti, dentro e fuori dall'Ucraina, hanno bollato come politica. Tre volte premier, leader della Rivoluzione Arancione, ex Principessa del Gas, ha seguito da vicino la rivolta di Maidan. Già a novembre aveva scritto in una lettera: "Non lasciatevi sfuggire l'occasione, domani sarà troppo tardi. Trionferà il male. Mi appello a tutti gli ucraini per contrastare la dittatura e la violenza del presidente Viktor Yanukovich".

L'inizio della carriera e la sua fortuna economica
Ancora sotto l'Unione Sovietica esordisce in un ruolo chiave per il potere in ucraina. Dal 1995 al 1997 presiede la Compagnia Generale dell'Energia, l'azienda che si occupa di importare gas e metano dalla Russia per poi esportarlo verso l'Occidente. E' il nodo di tutti i rapporti economici e politici con la Russia e l'Europa. Con l'accusa di aver stoccato enormi quantità di metano facendo aumentare le tasse si guadagna l'appellativo di Principessa del Gas.

Il passaggio in politica: la treccia, il marchio ucraino
Dal businness alla politica il passo è breve: nota per la tenacia, oltre che per la bellezza, fa il suo ingresso sulla scena con la treccia bionda, simbolo della tradizione del suo Paese. Nel 1996 viene eletta in Parlamento, nel 1999 - sotto il governo di Viktor Yushchenko - diventa ministro dell'Energia.

L'arresto nel 2001: l'accusa di corruzione
Nel febbraio del 2001 la prima accusa di corruzione e importazione illegale di metano. La Tymoshenko viene arrestata e per un breve periodo incarcerata. Si difende, impassibile: accuse dirette dalla politica. I suoi sostenitori organizzano una marcia di protesta. A novembre dello stesso anno fonda il Blocco Yulia Timoshenko. Considerata un candidato forte, decide comunque di appoggiare la candidatura presidenziale di Yushchenko nel 2004.

La Rivoluzione Arancione
Diventa una figura chiave della protesta: chiama a raccolta i sostenitori, li incita a scendere in piazza con un segno arancione. Denuncia  il candidato Viktor Yanukovich per frode elettorale. la protesta di piazza diventa la rivoluzione arancione. Le elezioni vengono invalidate, Yushenko diventa presidente.

2005, Primo Ministro donna dell'Ucraina
Yushchenko la nomina premier, Forbes la mette al terzo posto nella classifica delle donne più potenti del mondo. L'idillio con Yushenko finisce, il suo governo cade. L'arancione non è più l'unico colore, ci sono spaccature interne al movimento. 

2007, secondo mandato
Torna al governo dopo una lunghissima campagna elttorale nel 2007 e l'accordo con il Blocco Autodifesa del Popolo-Nostra Ucraina, associato a Yushenko. Già l'anno dopo il contrasto tra i due è palese, soprattutto sulla questione della guerra in Ossezia

2009, terzo mandato
Yulia Tymoshenko firma un accordo con la Russia per fissare il prezzo del gas dovuto all'Ucraina, giudicato da molti svantaggioso per il suo stesso Paese e siglato senza l'approvazione del resto del gabinetto. Alle elezioni - le terze in pochi anni - nel 2010, vince Yanukovich. La Tymoshenko accusa il rivale di brogli elettorali.

Il processo e l'arresto nel 2011
L'accusa è di malversazione, nel mirino il contratto eccessivamente oneroso per l'Ucraina firmato con la russa Gazprom. Il processo inizia a giugno, in ottobre arriva la condanna: sette anni di carcere. Un processo contestatissimo, dentro e fuori il Paese: i detrattori di Yanukovich lo considerano un mezzo per liberarsi di un avversario politico, senza rispettare gli standard internazionali. Le accuse comprendono evasione fiscale e peculato a partire dagli anni Novanta. L'Europa chiede ripetutamente al governo di rivedere il processo e liberarla, soprattutto a seguito dei suoi problemi alla colonna vertebrale. Non le viene concesso di essere trasferita in una clinica specialistica di Berlino nemmeno dopo che, nell'aprile del 2013, la Corte Europea dichiara illegale la sua detenzione preventiva. Per anni Yanukovich ignora e irride anche tutti gli appelli della comunità internazionale. Poi la rivolta di EuroMaidan.