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MONDO

Domani vertice Nato-Russia

Ucraina, Mogherini: stiamo lavorando per scongiurare l'escalation militare

La relazione davanti alle commissioni Esteri di Camera e Senato. Gli strumenti in campo: un gruppo di contatto Mosca-Kiev, una missione internazionale e il sostegno alle istituzioni e alla popolazione ucraina. Domani il ministro incontrerà il suo omologo russo Lavrov

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Roma
Mosca ha accettato: domani ci sarà un consiglio Nato-Russia. "Un segnale molto positivo", lo definisce il ministro degli Esteri Federica Mogherini durante l'audizione sulla situazione in Ucraina davanti alle Commissioni Esteri di Camera e Senato in cui ribadisce: "Stiamo lavorando incessantemente per scongiurare l'escalation militare". 
Domani sarà a Parigi per incontrare il suo omologo russo, Serghei Lavrov.

Mogherini: "Evitare scenari da Guerra Fredda"
Nella sua relazione il ministro parte dalle preoccupazioni. Prima di tutto evitare l'escalation militare, disinnescare il conflitto e mantenere l'integrità territoriale "in un Paese politicamente e culturalmente diviso". L'Italia, ha ribadito, si allineerà con i suoi partner internazionali al fine di evitare "uno scenario da Guerra Fredda" che pregiudicherebbe il lavoro sul fronte internazionale, sia in Siria sia in Iran, dove la Russia ha un ruolo di preminenza. 

L'obiettivo: gruppo di contatto Mosca-Kiev
Gli strumenti in campo per arrivare ad una soluzione sono tre, continua la Mogherini. In primo luogo il canale diplomatico aperto dalla Germania, e cioè il tentativo di creare un gruppo di contatto tra Mosca e Kiev. E poi una missione internazionale Osce nell'est dell'Ucraina e "il sostegno al governo e al popolo ucraino".

Non si sbilancia sugli aiuti economici
Un tema delicato, lo definisce la Mogherini, "che presenterà alcune criticità". Parla del sostegno al governo e al popolo ucraino. Sul fronte degli aiuti economici non si sbilancia, fa sapere che se ne discuterà nel prossimo vertice di Bruxelles. Sul fronte istituzionale punta alla richiesta al governo di Kiev a rispettare gli accordi siglati prima che la situazione precipitasse, a seguire la strada "dell'inclusività delle minoranze" e ad avviare riforme isituzionali per avere una legittimazione democratica.