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ECONOMIA

Previsione economiche primavera Eurozona

Ue: si rafforza crescita. In Italia preoccupa instabilità politica

"L'Europa sta entrando nel suo quinto anno consecutivo di crescita, sostenuta da politiche monetarie accomodanti, una robusta fiducia delle imprese e dei consumatori e un miglioramento del commercio mondiale", spiega il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici

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La situazione delle finanze pubbliche della zona euro sta nel suo complesso "migliorando", secondo le previsioni economiche di primavera pubblicate dalla Commissione europea. Il deficit e il debito pubblico complessivo dovrebbero scendere nel 2017 e 2018 sia nella zona euro sia nell'Unione Europea a 28. Grazie ai bassi tassi di interesse e alla moderazione salariale nel settore pubblico, il deficit della zona euro dovrebbe passare dal 1,5% del Pil del 2016 al 1,4% nel 2017 e al 1,3% nel 2018. Nell'Unione Europea a 28, la ratio deficit-Pil dovrebbe scendere dal 1,7% dello scorso anno, al 1,6% di questo e al 1,5% del prossimo. Il debito dell'area euro dovrebbe passare dal 91,3% del 2016 al 90,3% nel 2017 e 89% nel 2018, secondo le stime della Commissinoe. A livello di Ue a 28, la ratio debito-Pil è proiettata dal 85,1% dello scorso anno al 84.8% nel 2017 e al 83.6% nel 2018. 

L'inflazione della zona euro dovrebbe crescere dallo 0,2% registrato nel 2016 all'1,6% nel 2017, per frenare all'1,3% nel 2018, secondo le previsioni  economiche di primavera pubblicate oggi. L'esecutivo comunitario sottolinea che l'inflazione è aumentata "in modo significativo" negli ultimi mesi, in gran parte per l'incremento dei prezzi del petrolio. Tuttavia, escludendo i prezzi dell'energia e del cibo non processato, l'inflazione "core" e' rimasta stabile e sostanzialmente sotto la sua media di lungo periodo. L'aumento dell'inflazione - secondo la Commissione - quest'anno dovrebbe avere un impatto negativo sui consumi privati, che sono stati il principale fattore di crescita negli ultimi anni. Per l'Unione Europea a 28 paesi l'inflazione dovrebbe passare dal 0,3% dello scorso anno al 1,8% nel 2017 e al 1,7% nel 2018

"La crescita nell'Ue si sta rafforzando e la disoccupazione continua a scendere", ha detto il vicepresidente responsabile per l'euro, Valdis Dombrovskis. "L'Europa sta entrando nel suo quinto anno consecutivo di crescita, sostenuta da politiche monetarie accomodanti, una robusta fiducia delle imprese e dei consumatori e un migliorametno del commercio mondiale", ha aggiunto il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, sottolineando che "l'alta incertezza che ha caratterizzato gli ultimi dodici mesi" sta iniziando a dissiparsi. Moscovici ha anche parlato di un Italia dove persistono: "fragilità strutturali".Tuttavia "la fotografia à molto diversa da Stato membro a stato membro, con migliori performance nelle economiche che hanno attuato riforme strutturali più ambiziose", ha spiegato Dombrovskis.

Con una crescita del Pil stimata allo 0,9% quest'anno e al 1,1% il prossimo, l'Italia e' il fanalino di coda per la crescita sia nella zona euro, sia nell'Unione europea. Secondo Dombrovskis, per riequilibrare il quadro sono necessarie "riforme decise in tutta Europa dall'apertura dei mercati dei prodotti e servizi alla modernizzazione del mercato del lavoro e dei sistemi di welfare. In un'era di cambiamenti demografici e tecnologici, le nostre economiche devono evolvere offrendo più opportunità e migliore standard di vita alla nostra popolazione", ha detto Dombrovskis. 

La Commissione europea si preoccupa, nel capitolo dedicato all'Italia delle sue previsioni economiche di primavera, dell'instabilità politica a pochi mesi dalle prossime elezioni. "L'incertezza politica e il lento aggiustamento nel settore bancario rappresenta un rischio negativo per le prospettive di crescita dell'Italia", si legge nel testo. 

Il tasso di disoccupazione inoltre nel nosro Paese resterà sopra l'11%, sia quest'anno che nel 2018. Tra il 2015 e il 2016 l'andamento è stato positivo solo grazie. L'andamento è stato positivo tra il 2015 e 2016 solo grazie alla temporanea riduzione dei contributi sociali". Ora l'esecutivo comunitario si aspetta ora che l'andamento sia "più coerente con gli sviluppi economici". Ecco perchè dopo essere cresciuta dell'1,4% nel 2016, l'occupazione frenera' all0 0,7% quest'anno per risalire allo 0,8% nel 2018, mentre il tasso di disoccupazione, pari all'11,7% nel 2016, scendera' solo marginalmente all'11,5% quest'anno e all'11,3% l'anno prossimo.