MONDO
Il trend sui social network
Umorismo e risate. Ecco l'arma di internet contro i jihadisti dello Stato islamico
Da alcuni mesi, media di alcuni Stati arabi trasmettono serie tv che deridono i jihadisti. Ora la presa in giro è diventata un trend. Anche su internet

I baffi? "Fuori moda". Il nuovissimo trend è invece il color kaki. E poi: tutti i consigli per scegliere la fascia giusta per i capelli. Sono questi i titoli di "Jihadi Vogue", una bibbia della moda per i jihadisti dello Stato islamico. Il giornale non esiste. Ma la presa in giro invece sì e da qualche settimana gira in rete: l'obiettivo è combattere gli estremisti con l'unica arma che loro non possiedono: l'umorismo.
Preso di mira anche il califfo
La tendenza non è nuova, già da qualche tempo i media arabi stanno producendo serie tv che prendono in giro i jihadisti. Si tratta di una contro-propaganda ora radicata anche in rete, che prende di mira anche il "califfo" dell'autoproclamato Stato islamico Abu Bakr al-Baghdadi: il leader critica tanto l'Occidente ma poi quando parla alla moschea di Mosul, si vede al suo polso un costoso orologio. Per la rete si tratta di una nota marca e così su twitter è partito lo sfottò: "La scelta di Baghdadi, in tutti i negozi dell'Isis".
Da twitter arriva anche l'hashtag #AskIslamicState, chiedi allo Stato islamico. Lanciato dal comico inglese Lee Hurst a fine agosto, è diventato virale durante i primi giorni di settembre:
Risate contro la propaganda
La cosa interessante è che chi deride i jihadisti pubblica post sugli stessi canali usati dagli estremisti per la propaganda: twitter, youtube, facebook. Ma se i video violenti - come quello della decapitazione di Sotloff - scompaiono in pochi minuti, le prese in giro restano online. E provengono soprattutto da quegli arabi che non si riconoscono negli estremisti. Anche con la musica: come hanno fatto i Great Departed, band di Beirut che con una canzone denuncia le contraddizioni dello Stato islamico: "Dicono che non c'è coercizione nella conversione, ma poi uccidono tutti quelli che si rifiutano di convertirsi", dice uno dei cantanti. Dalla Palestina, arrivano invece gli sketch sui jihadisti:
Solo questo video, è stato condiviso oltre mezzo milione di volte.
Preso di mira anche il califfo
La tendenza non è nuova, già da qualche tempo i media arabi stanno producendo serie tv che prendono in giro i jihadisti. Si tratta di una contro-propaganda ora radicata anche in rete, che prende di mira anche il "califfo" dell'autoproclamato Stato islamico Abu Bakr al-Baghdadi: il leader critica tanto l'Occidente ma poi quando parla alla moschea di Mosul, si vede al suo polso un costoso orologio. Per la rete si tratta di una nota marca e così su twitter è partito lo sfottò: "La scelta di Baghdadi, in tutti i negozi dell'Isis".
#Baghdadi's Choice - from #OMEGA .... available at all #ISIS-Stores in #Syria and #Iraq. cc: @SultanAlQassemi pic.twitter.com/2QnkSyvbru
— Luay لؤي الخطيب (@AL_Khatteeb) July 13, 2014
Da twitter arriva anche l'hashtag #AskIslamicState, chiedi allo Stato islamico. Lanciato dal comico inglese Lee Hurst a fine agosto, è diventato virale durante i primi giorni di settembre:
#AskIslamicState When do you expect the Caliphate to be opened up for tourism?
— Lee Hurst (@2010LeeHurst) August 22, 2014
Risate contro la propaganda
La cosa interessante è che chi deride i jihadisti pubblica post sugli stessi canali usati dagli estremisti per la propaganda: twitter, youtube, facebook. Ma se i video violenti - come quello della decapitazione di Sotloff - scompaiono in pochi minuti, le prese in giro restano online. E provengono soprattutto da quegli arabi che non si riconoscono negli estremisti. Anche con la musica: come hanno fatto i Great Departed, band di Beirut che con una canzone denuncia le contraddizioni dello Stato islamico: "Dicono che non c'è coercizione nella conversione, ma poi uccidono tutti quelli che si rifiutano di convertirsi", dice uno dei cantanti. Dalla Palestina, arrivano invece gli sketch sui jihadisti:
Solo questo video, è stato condiviso oltre mezzo milione di volte.