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POLITICA

Il presidente del Consiglio in Parlamento

Ue, Gentiloni: "Necessario ribadire i grandi successi di questi 60 anni"

"Riforme, non prendiamo lezioni da nessuno". Sì della Camera alla risoluzione di maggioranza che approva le comunicazioni del premier

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Paolo Gentiloni al Senato (LaPresse)
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è stato al Senato e poi alla Camera per comunicazioni in previsione del Consiglio europeo di domani e del 10 marzo. Quella di domani e venerdì "sarà l'ultima tappa prima delle celebrazioni per il 60° dei Trattati che si terrà qui a Roma", ha detto Gentiloni.

"Quella firma avvenne dopo una serie di tentativi falliti o parziali, e diede un primo sbocco alla grande ambizione europeista che da decenni attraversava il continente. L'idea era che il mercato unico avrebbe potuto essere la base trainante di un percorso comune: oggi che questo percorso è spesso messo sotto accusa, credo dovremo riconoscere e ribadire che quel cammino ha prodotto in ogni modo dei risultati straordinari". 

"Riforme, non prendiamo lezioni da nessuno"
Gentiloni inoltre ha detto che in Europa "deve essere molto chiaro da subito" che "in Italia le riforme non solo non si sono fermate, ma non hanno minimamente rallentato il loro corso". E poi: "Non siamo i primi della classe, ma l'Italia non accetta lezioni e lavora nell'interesse comune". "Sfido chiunque a indicare un altro governo e un altro Parlamento che in Europa sia impegnato in un complesso di riforme come quello su cui siamo impegnati in Italia",

L'immigrazione
Il presidente del Consiglio ha inoltre parlato di immigrazione: "Il problema dell’immigrazione non lo cancella neanche il Mago Merlino. Ma è possibile sostituire quella clandestina irregolare e micidiale per i migranti con flussi e canali. Questo è l'obiettivo della Ue e spero che a Bruxelles si facciano passi in più per aiutare il lavoro di avanguardia dell'Italia". 

"Oltre a quello dello stato delle economie europee e a quello delle politiche di sicurezza e difesa, il terzo e ultimo tema che sarà discusso" domani a Bruxelles, ha illustrato Gentiloni all'Aula del Senato, "sarà il tema delle politiche migratorie, o meglio delle politiche comuni sull'immigrazione. Tali politiche, voglio dirlo ancora una volta di fronte al Senato, in particolare per quello che riguarda l'accoglienza ai rifugiati, non sono una pretesa italiana ma una decisione presa dell'Ue. Le politiche di accoglienza dei rifugiati che hanno diritto all'asilo non sono una nostra pretesa, sono una decisione che è stata presa dall'Unione europea e io non mi rassegno all'idea di una Unione che abbia due diverse rigidità: una rigidità assolutamente inamovibile quando si parla di virgole di bilanci e una rigidità molto distratta e molto tollerante quando si parla di decisioni che affrontano questioni di principio".

Il capo del Governo ha indicato "tra le questioni di principio la condivisione dell'impegno sui temi migratori che non può essere lasciato soltanto ai Paesi che la geografia ha messo in prima linea e che l'Unione europea dovrebbe sostenere e appoggiare. A Malta, nel vertice informale di un mese fa, sono stati fatti alcuni piccoli passi in avanti che si traducono, diciamo la verità senza spocchia, nel fatto che viene sostenuta una politica portata avanti dal nostro Paese sia nei confronti della Libia, sia nei confronti del Niger e di altri Paesi africani".

L'Italia sostiene Tusk a capo del Consiglio europeo
Sul rinnovo della presidenza del Consiglio europeo, "l'Italia vuole contribuire ad una soluzione condivisa che sembra essere la conferma di Tusk. Per questo, salvo imprevedibili stravolgimenti, rinnoverò a nome del governo la fiducia del nostro Paese" a Donald Tusk, dice poi Gentiloni. La discussione al Consiglio europeo sul rinnovo della presidenza sarà, afferma, "più nazionale che europea". 

La Camera approva la risoluzione di maggioranza sul Consiglio Ue
Via libera dell'Aula della Camera alla risoluzione presentata dalla maggioranza che approva le
comunicazioni del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, in vista del Consiglio europeo. Il testo ha avuto 267 voti a favore e 181 contrari (Lega, M5S e SI). FI e Cor si sono astenuti.