CULTURA
Question time
Università. Messa: "22 mila posti per formare docenti sostegno"
"Abbiamo la fortuna e la responsabilità di un finanziamento dal Recovery plan. Questo può colmare il gap nella ricerca, avvicinandoci alla media europea del 2%. Una parte di questi fondi sicuramente sarà impiegata per dare la possibilità ai ricercatori di proporsi ed implementare i progetti" ha detto inoltre il ministro partecipando al Festival delle Scienze di Roma

"Tenuto conto della presenza di 12.588 idonei non vincitori, il ministero dell'Università e Ricerca si è subito attivato per accrescere la potenzialità del sistema universitario, chiedendo, nello scorso mese di dicembre, un ulteriore sforzo agli atenei, sulla base della necessità, che condivido, di ammettere in sovrannumero i candidati risultati idonei nelle medesime sedi in cui hanno sostenuto le prove. Sulla base di questo ulteriore sforzo, con la rilevazione appena compiuta nel mese di marzo, è emersa la disponibilità complessivamente di 22.000 posti: il sistema universitario è pronto a soddisfare, in occasione del prossimo ciclo, sia l'esigenza formativa dei candidati vincitori al VI ciclo sia quella degli idonei al precedente V ciclo". Lo ha detto in question time il ministro dell'Università, Cristina Messa a proposito dei corsi, che tengono le università per la specializzazione al sostegno, nelle scuole. La ministra ha poi sottolineato la necessità che "venga sensibilmente accresciuto il fabbisogno espresso dal sistema scolastico, che consta di 40mila posti per il triennio 2018-2020, dei quali, fermo restando il numero degli idonei dei precedenti cicli, solo 6.191 sono disponibili in questo momento".
Per quanto riguarda i percorsi di formazione degli insegnanti di sostegno, prosegue Messa, "il ministero dell'Università e della ricerca si è attivato fin da subito per accrescere la potenzialità del sistema universitario. E' necessario, però, uno sforzo sinergico tra ministero dell'Istruzione e quello dell'Università affinchè a fronte dell'accresciuta disponibilità dell'offerta formativa degli atenei possa essere aumentato, già in occasione del prossimo ciclo Tfa (tirocinio formativo attivo), il fabbisogno espresso dal sistema educativo".
Recovery: "Preparare i ricercatori del futuro con riforme e continuità"
"Abbiamo la fortuna e la responsabilità di un finanziamento dal Recovery plan. Questo può colmare il gap nella ricerca, avvicinandoci alla media europea del 2%. Una parte di questi fondi sicuramente sarà impiegata per dare la possibilità ai ricercatori di proporsi ed implementare i progetti, con pochi vincoli se non dare più spazio ai giovani e alle donne. Dobbiamo creare una generazione di generazioni forti che prenda il mano la situazione dopo il 2025. Inoltre, occorrono riforme per utilizzare al meglio questi fondi, come quella della pubblica amministrazione arrivando alle spese in ricerca e continuità temporale". Così la ministra dell'Università e della Ricerca intervenendo invece al Festival delle Scienze di Roma in occasione della Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo.
"Migliorare condizioni per attirare ricercatori dall'estero"
"Dobbiamo lavorare sulle condizioni dei ricercatori per attirarli dall'estero. Questo ferma molto. Devono poter rientrare dall'estero con la propria famiglia. Dobbiamo smussare alcuni paletti costruiti nel tempo, a partire dai bandi in inglese e non in italiano" ha detto ancora Messa. "Dobbiamo fare in modo che il lavoro dei ricercatori sia comprensibile alla comunità intera, bisogna saperle spiegare le cose. Dal punto di vista pratico, oltre al rapporto pubblico-privato, vanno fatte molte riforme sui brevetti, sulla formazione delle spin off, semplificare il sistema, cercare un rapporto con l'industria più costruttivo".
"Creare il welfare dello studente"
"Dobbiamo creare un welfare dello studente, non è solo una questione economica, ma di indirizzo, lavoro dopo la laurea. Molto si sta facendo, le università spesso sono elementi di rinascita di interi quartieri. Un lavoro per avere sbocchi lavorativi adeguati agli studenti cambierebbe molto il sistema" conclude il ministro.
Per quanto riguarda i percorsi di formazione degli insegnanti di sostegno, prosegue Messa, "il ministero dell'Università e della ricerca si è attivato fin da subito per accrescere la potenzialità del sistema universitario. E' necessario, però, uno sforzo sinergico tra ministero dell'Istruzione e quello dell'Università affinchè a fronte dell'accresciuta disponibilità dell'offerta formativa degli atenei possa essere aumentato, già in occasione del prossimo ciclo Tfa (tirocinio formativo attivo), il fabbisogno espresso dal sistema educativo".
Recovery: "Preparare i ricercatori del futuro con riforme e continuità"
"Abbiamo la fortuna e la responsabilità di un finanziamento dal Recovery plan. Questo può colmare il gap nella ricerca, avvicinandoci alla media europea del 2%. Una parte di questi fondi sicuramente sarà impiegata per dare la possibilità ai ricercatori di proporsi ed implementare i progetti, con pochi vincoli se non dare più spazio ai giovani e alle donne. Dobbiamo creare una generazione di generazioni forti che prenda il mano la situazione dopo il 2025. Inoltre, occorrono riforme per utilizzare al meglio questi fondi, come quella della pubblica amministrazione arrivando alle spese in ricerca e continuità temporale". Così la ministra dell'Università e della Ricerca intervenendo invece al Festival delle Scienze di Roma in occasione della Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo.
"Migliorare condizioni per attirare ricercatori dall'estero"
"Dobbiamo lavorare sulle condizioni dei ricercatori per attirarli dall'estero. Questo ferma molto. Devono poter rientrare dall'estero con la propria famiglia. Dobbiamo smussare alcuni paletti costruiti nel tempo, a partire dai bandi in inglese e non in italiano" ha detto ancora Messa. "Dobbiamo fare in modo che il lavoro dei ricercatori sia comprensibile alla comunità intera, bisogna saperle spiegare le cose. Dal punto di vista pratico, oltre al rapporto pubblico-privato, vanno fatte molte riforme sui brevetti, sulla formazione delle spin off, semplificare il sistema, cercare un rapporto con l'industria più costruttivo".
"Creare il welfare dello studente"
"Dobbiamo creare un welfare dello studente, non è solo una questione economica, ma di indirizzo, lavoro dopo la laurea. Molto si sta facendo, le università spesso sono elementi di rinascita di interi quartieri. Un lavoro per avere sbocchi lavorativi adeguati agli studenti cambierebbe molto il sistema" conclude il ministro.