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SPORT

Incidente sulle Alpi Lepontine in Svizzera

Muore l'uomo con le ali. L'alpinista italiano Bellinzani vittima di una frana nell'ultima scalata

Durante una scalata sulle Alpi Leopontine in Svizzera, muore Oliviero Bellinzani, noto come "l'uomo con le ali". Illeso il compagno di scalata

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Oliviero Bellinzani (Foto archivio Ansa 2007)
È Oliviero Bellinzani, conosciuto anche come "l'uomo con le ali" perché dal 1977 scalava le montagne senza una gamba, l'alpinista italiano morto ieri a causa di una caduta poco sotto la cima del Grauhorn, vetta delle Alpi Lepontine in Svizzera. Lo conferma il Cai di Luino, dove Bellinzani viveva, precisando che l'alpinista sarebbe stato travolto da una frana di sassi e trascinato a valle. Illeso il suo compagno di scalata.

Molto conosciuto nell'ambiente dell'arrampicata e dell'avventura, soprattutto per i suoi video pubblicati su YouTube, Bellinzani aveva 59 anni. Negli anni ha scalato oltre mille cime. Una passione cominciata dopo un terribile incidente stradale nel 1977 quando, poco più che ventenne, gli venne amputata una gamba.

L'annuncio della morte di Bellinzani è stato dato sul suo profilo Facebook anche dalla figlia Xania. "Oliviero, mio padre, ieri ci ha lasciati. Il vento lo ha preso con sé - ha scritto - Il dolore è immenso come il vuoto che lascia alla sua famiglia e a tutta la comunità montanara. Ci rimangono i suoi sogni e tutta la forza di volontà che solo lui sapeva trasmettere a tutti noi". Già centinaia i messaggi di cordoglio per l'alpinista diventato un punto di riferimento anche per tanti disabili. Come ricorda il Cai di Luino, Bellizani 'ha raggiunto traguardi alpinistici di difficile realizzazione anche per alpinisti con entrambe le gambe, come il Grand Capucin per la Via degli Svizzeri, il Dente del Gigante, il Cervino sia per la Cresta del Leone e che dalla Cresta Hornli, il Monte Bianco in solitaria, il Pizzo Badile per lo spigolo nord, la Punta Dufour nel Monte Rosa, la Piccolissima nelle Tre Cime di Lavaredo per la Via Cassin, solo per citarne alcune'.

"Trovo che in molti amputati ci sia troppa autocommiserazione e incapacità di soffrire come se la sofferenza facesse paura - aveva scritto Oliviero in uno dei suoi siti - Ho capito che il limite in realtà spesso non c'è, ma è solo nella testa. Voglio che la gente sappia che per fare certe cose non è necessario essere 'integri'".

Uno dei video dal canale YouTube uomoconleali