ITALIA
Italia Nostra aveva chiesto di non sovraesporre l'opera
Uomo Vitruviano: il Tar del Veneto respinge il ricorso contro il prestito al Louvre
Secondo i giudici il carattere identitario dell'Uomo Vitruviano non è assoluto e non esclude l'opera dal prestito che può essere esposta al pubblico e recuperare poi con un periodo di riposo al buio

Il Tribunale amministrativo del Veneto ha respinto oggi il ricorso di Italia Nostra contro il prestito al Louvre di Parigi delle opere di Leonardo, tra cui l'Uomo Vitruviano custodito alle Gallerie dell'Accademia. Lo ha stabilito la seconda sezione del Tar, depositando l'ordinanza dopo l'odierna camera di consiglio.
Le motivazioni dei giudici
Il "carattere identitario" dell'Uomo Vitruviano nell'elenco delle Gallerie dell'Accademia "non è assoluto e non esclude tassativamente l'opera dal prestito". Lo precisa il Tar del Veneto nell'ordinanza con cui respinge l'istanza di Italia Nostra contro il prestito. I giudici amministrativi ricordano inoltre che "in passato sono state oggetto di prestito all'estero altre opere" tra cui La Tempesta di Giorgione, "Visioni dell'aldilà" di Bosch e il disegno di Michelangelo "La caduta di Fetonte".
Fissate precise cautele
Gli approfondimenti tecnici svolti per il prestito dell'Uomo Vitruviano sono giunti alla conclusione "che le criticità possono considerarsi risolvibili con precise cautele sulla movimentazione, sulla riduzione del numero di giorni di esposizione e con condizioni di illuminamento limitate a 25 lux". Lo nota il Tar del Veneto, nell'ordinanza. La scelta di consentire l'esposizione ripetuta e ravvicinata nel tempo dell'opera (a Venezia dal 17 aprile al 14 luglio 2019; a Parigi dal 24 ottobre al 14 dicembre), secondo i giudici "potrà eventualmente comportare, per rispettare gli standard di lux/ora cumulabili per anno a cui l'opera può essere esposta, la sottrazione alla visione del pubblico della medesima per un periodo prolungato, per consentirne il riposo al buio".
Franceschini: c'è un accordo con Parigi
"Il prestito dell'Uomo Vitruviano al Louvre nasce da un accordo con Parigi. C'è il cinquecentesimo anniversario di Leonardo e di Raffaello, con la Francia abbiamo detto 'trasformiamolo in un grande avvenimento internazionale, ci scambiamo le opere'. Ma le scelte delle opere da prestare le hanno fatto i musei, ci mancherebbe che le facesse il Ministero". Lo ha detto il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, a proposito della querelle sul prestito dell'Uomo Vitruviano. "Dopo che è stato tutto formalizzato con tutte le procedure - ha aggiunto - c'è stato un ricorso al Tar, e non è la prima volta che mi ci imbatto. Per le mie precedenti decisioni ci sono stati 14 giudizi", ha aggiunto riferendosi alle nomine dei Direttori dei Musei fatte con il precedente governo.
Le motivazioni dei giudici
Il "carattere identitario" dell'Uomo Vitruviano nell'elenco delle Gallerie dell'Accademia "non è assoluto e non esclude tassativamente l'opera dal prestito". Lo precisa il Tar del Veneto nell'ordinanza con cui respinge l'istanza di Italia Nostra contro il prestito. I giudici amministrativi ricordano inoltre che "in passato sono state oggetto di prestito all'estero altre opere" tra cui La Tempesta di Giorgione, "Visioni dell'aldilà" di Bosch e il disegno di Michelangelo "La caduta di Fetonte".
Fissate precise cautele
Gli approfondimenti tecnici svolti per il prestito dell'Uomo Vitruviano sono giunti alla conclusione "che le criticità possono considerarsi risolvibili con precise cautele sulla movimentazione, sulla riduzione del numero di giorni di esposizione e con condizioni di illuminamento limitate a 25 lux". Lo nota il Tar del Veneto, nell'ordinanza. La scelta di consentire l'esposizione ripetuta e ravvicinata nel tempo dell'opera (a Venezia dal 17 aprile al 14 luglio 2019; a Parigi dal 24 ottobre al 14 dicembre), secondo i giudici "potrà eventualmente comportare, per rispettare gli standard di lux/ora cumulabili per anno a cui l'opera può essere esposta, la sottrazione alla visione del pubblico della medesima per un periodo prolungato, per consentirne il riposo al buio".
Franceschini: c'è un accordo con Parigi
"Il prestito dell'Uomo Vitruviano al Louvre nasce da un accordo con Parigi. C'è il cinquecentesimo anniversario di Leonardo e di Raffaello, con la Francia abbiamo detto 'trasformiamolo in un grande avvenimento internazionale, ci scambiamo le opere'. Ma le scelte delle opere da prestare le hanno fatto i musei, ci mancherebbe che le facesse il Ministero". Lo ha detto il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, a proposito della querelle sul prestito dell'Uomo Vitruviano. "Dopo che è stato tutto formalizzato con tutte le procedure - ha aggiunto - c'è stato un ricorso al Tar, e non è la prima volta che mi ci imbatto. Per le mie precedenti decisioni ci sono stati 14 giudizi", ha aggiunto riferendosi alle nomine dei Direttori dei Musei fatte con il precedente governo.