MONDO
Usa
Fed lascia tassi invariati. Powell: "La ripresa si rafforza, ma non è ancora compiuta"
il percorso dell'economia, sottolinea la Fed, dipenderà in modo significativo dal decorso del virus, compresi i progressi sulle vaccinazioni

La Federal Reserve ha lasciato invariati tra lo 0 e lo 0,25% i tassi chiave Usa.
La decisione, ampiamente prevista e attesa, conferma che la Fed sia pronta a mettere in campo ogni risorsa per sostenere una ripresa che, come ribadito dal presidente della Fed, Jerom Powell, nella conferenza stampa seguita alla riunione del comitato monetario, appare tutt'altro che compiuta, anche se ci sono segnali di rafforzamento.
In particolare preoccupa il capitolo occupazione, mentre Powell rassicura sui livelli di inflazione.
Secondo il presidente della Federal Reserve, l'inflazione salirà sopra il 2%, ma spinta da fattori temporanei e comunque sopportabili.
Nel comunicato finale la Fed ribadisce di voler mantenere le sue politiche accomodanti sui tassi di interesse, segnale che lascia intendere come si voglia prima verificare un rafforzamento della ripresa economica e solo dopo prendere in considerazione la possibilità di tornare a stringere la leva monetaria.
La Fed afferma che l'economia e il mercato del lavoro si sono "rafforzati" e che, sebbene l'inflazione sia cresciuta, l'aumento va legato a fattori temporanei. La Fed ha lasciato il suo tasso di riferimento a breve termine vicino allo zero per aiutare a mantenere bassi i tassi sui prestiti e incoraggiare prestiti e consumi.
Immutata anche la direzione sui mercati: Fed ha confermato la decisione di acquistare 120 miliardi di obbligazioni ogni mese per cercare di mantenere bassi i tassi di prestito a lungo termine.
In questo quadro la Federal Reserve si impegna a utilizzare la sua gamma completa di strumenti per sostenere l'economia Usa in questo momento difficile, "promuovendo in tal modo i suoi obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi".
Qualche risultato si vede, osserva la Fed. "Tra i progressi nelle vaccinazioni e un forte sostegno politico, gli indicatori dell'attività economica e dell'occupazione si sono rafforzati. I settori più colpiti dalla pandemia rimangono deboli ma hanno mostrato miglioramenti. L'inflazione è aumentata, ma in gran parte a causa di fattori transitori - si legge -. Le condizioni finanziarie complessive rimangono accomodanti, riflettendo in parte le misure politiche a sostegno dell'economia e del flusso di credito alle famiglie e alle imprese statunitensi".
Ora resta da valutare l'incognita pandemia: il percorso dell'economia, sottolinea la Fed, dipenderà in modo significativo dal decorso del virus, compresi i progressi sulle vaccinazioni. E in attesa di decisi miglioramenti in questo campo, la Fed conferma la volontà di continuare a sostenere la ripresa.
Powell: "Ancora qualche mese per la normalizzazione"
"Chiaramente ci sta qualcosa" di anomalo sul mercato del lavoro Usa: disoccupazione elevata e, al tempo stesso "tante imprese che riportano carenze di lavoratori" pronti a riempire posti vacanti. Lo ha rilevato Powell, spiegando che a questo potrebbero contribuire i sussidi di disoccupazione e che a differenza di passate espansioni il tasso di partecipazione al lavoro, cioè occupati più disoccupati, persone in certa di lavoro, stenta a risalire. Ma tra qualche mese parte delle misure di sussidio ai disoccupati verranno meno e "penso che torneremo a una economia con domanda e offerta di lavoro, ma potrebbe volerci qualche mese".
La decisione, ampiamente prevista e attesa, conferma che la Fed sia pronta a mettere in campo ogni risorsa per sostenere una ripresa che, come ribadito dal presidente della Fed, Jerom Powell, nella conferenza stampa seguita alla riunione del comitato monetario, appare tutt'altro che compiuta, anche se ci sono segnali di rafforzamento.
In particolare preoccupa il capitolo occupazione, mentre Powell rassicura sui livelli di inflazione.
Secondo il presidente della Federal Reserve, l'inflazione salirà sopra il 2%, ma spinta da fattori temporanei e comunque sopportabili.
Nel comunicato finale la Fed ribadisce di voler mantenere le sue politiche accomodanti sui tassi di interesse, segnale che lascia intendere come si voglia prima verificare un rafforzamento della ripresa economica e solo dopo prendere in considerazione la possibilità di tornare a stringere la leva monetaria.
La Fed afferma che l'economia e il mercato del lavoro si sono "rafforzati" e che, sebbene l'inflazione sia cresciuta, l'aumento va legato a fattori temporanei. La Fed ha lasciato il suo tasso di riferimento a breve termine vicino allo zero per aiutare a mantenere bassi i tassi sui prestiti e incoraggiare prestiti e consumi.
Immutata anche la direzione sui mercati: Fed ha confermato la decisione di acquistare 120 miliardi di obbligazioni ogni mese per cercare di mantenere bassi i tassi di prestito a lungo termine.
In questo quadro la Federal Reserve si impegna a utilizzare la sua gamma completa di strumenti per sostenere l'economia Usa in questo momento difficile, "promuovendo in tal modo i suoi obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi".
Qualche risultato si vede, osserva la Fed. "Tra i progressi nelle vaccinazioni e un forte sostegno politico, gli indicatori dell'attività economica e dell'occupazione si sono rafforzati. I settori più colpiti dalla pandemia rimangono deboli ma hanno mostrato miglioramenti. L'inflazione è aumentata, ma in gran parte a causa di fattori transitori - si legge -. Le condizioni finanziarie complessive rimangono accomodanti, riflettendo in parte le misure politiche a sostegno dell'economia e del flusso di credito alle famiglie e alle imprese statunitensi".
Ora resta da valutare l'incognita pandemia: il percorso dell'economia, sottolinea la Fed, dipenderà in modo significativo dal decorso del virus, compresi i progressi sulle vaccinazioni. E in attesa di decisi miglioramenti in questo campo, la Fed conferma la volontà di continuare a sostenere la ripresa.
Powell: "Ancora qualche mese per la normalizzazione"
"Chiaramente ci sta qualcosa" di anomalo sul mercato del lavoro Usa: disoccupazione elevata e, al tempo stesso "tante imprese che riportano carenze di lavoratori" pronti a riempire posti vacanti. Lo ha rilevato Powell, spiegando che a questo potrebbero contribuire i sussidi di disoccupazione e che a differenza di passate espansioni il tasso di partecipazione al lavoro, cioè occupati più disoccupati, persone in certa di lavoro, stenta a risalire. Ma tra qualche mese parte delle misure di sussidio ai disoccupati verranno meno e "penso che torneremo a una economia con domanda e offerta di lavoro, ma potrebbe volerci qualche mese".