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ECONOMIA

​Usa: la Fed lascia i tassi di interesse allo 0-0,25%, come previsto

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Jerrome Powell, presidente della Fed (Ap)
La Federal Reserve, come atteso, ha deciso di lasciare i tassi d'interesse invariati allo 0-0,25%, livello a cui sono stati portati nel marzo dello scorso anno per contrastare gli effetti negativi della pandemia di coronavirus sull'economia statunitense. La decisione è stata comunicata dal Federal Open Market Committee (Fomc), il braccio di politica monetaria della Fed, al termine della riunione che si è tenuta ieri e oggi. 

Essenziale alzare tetto debito tempestivamente
"E' essenziale che il tetto del debito venga alzato tempestivamente". Lo ha detto il presidente della Fed, Jerome Powell, in conferenza stampa. In caso contrario ha avvertito, "potrebbero esserci importanti danni all'economia". "Gli Stati Uniti non dovrebbero fare default. Non si può assumere che la Fed possa proteggere l'economia da un default sul debito", ha detto Powell.

Non alta esposizione diretta Usa a Evergrande
Il caso Evergrande non è un campanello di allarme per gli Stati Uniti, dove i default delle aziende sul debito sono a livello molto basso. Lo afferma il presidente della Fed, Jerome Powell, sottolineando che "la situazione di Evergrande è particolare della Cina, che ha un debito elevato per un'economia emergente". Non c'è un'elevata esposizione diretta degli Stati Uniti a Evergrande, aggiunge Powell. 

Fed apre al ritiro degli stimoli
La Fed inoltre spiana la strada al ritiro degli stimoli messi in campo per la pandemia. E segnala l'avvio della riduzione degli acquisti di asset a 'breve', probabilmente già a novembre, e un aumento dei tassi di interesse nel 2022. Una tabella di marcia che non sembra spaventare Wall Street, dove i listini sono in rialzo di oltre l'1,3%, complice anche l'allentarsi dei timori per Evergrande. Se i progressi dell'economia "continueranno come previsto, la Fed ritiene che un rallentamento degli acquisti di asset potrebbe essere garantito a breve", afferma la banca centrale nel comunicato diffuso al termine della due giorni di riunione, durante la quale ha mantenuto invariati i tassi di interesse fra lo 0 e lo 0,25%. Al momento la Fed acquista 120 miliardi di dollari di asset al mese e l'attesa riduzione arriva in un contesto di crescita sostenuta nonostante la revisione al ribasso delle stime di crescita per il 2021. Il pil è atteso crescere quest'anno del 5,9% rispetto al 7% inizialmente previsto, mentre l'inflazione galoppa ed è stimata al 4,2% quest'anno.

"I prezzi sono elevati e lo resteranno prima di calare. Se l'inflazione diventerà un problema, risponderemo con gli strumenti a disposizione", afferma Jerome Powell. Il presidente della Fed quindi rassicura: la banca centrale "aiuterà l'economia fino a quando la ripresa sarà completa". Poi aggiunge: il tapering sarà graduale e potrebbe chiudersi "intorno alla metà del 2022 se sarà appropriato".   

Pur aprendo al ritiro degli stimoli, Powell si mostra cauto e spiega come i rischi all'outlook restano a causa di Delta, nonostante una campagna di vaccinazioni che procede e riduce il peso della crisi sanitaria sull'economia. Le inoculazioni infatti si stanno traducendo in un miglioramento del mercato del lavoro anche se la disoccupazione - attesa quest'anno al 4,8% per poi calare nel 2022 - "continua a ricadere in modo sproporzionato sui lavoratori a basso reddito, sugli afroamericani e sugli ispanici", mette in evidenza Powell invitando a non leggere nell'avvio del tapering un consequenziale rialzo dei tassi di interesse. Le dot-plot comunque indicano come all'interno della banca centrale l'ipotesi di una stretta del costo del denaro già il prossimo anno sta decollando, con la metà dei membri del Fomc che infatti prevede un aumento dei tassi nel 2022.