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MONDO

Congelati i beni di 7 leader d di una società del gas

Crisi Ucraina: Usa, nuove sanzioni per Mosca. Tensioni nell'est, Yatseniuk tenta la via del dialogo

A pochi giorni dal tavolo diplomatico di Ginevra tra Kiev e Mosca, con Usa e Ue, Obama impone nuove sanzioni mentre il premier ucraino Yatseniuk promette aperture alle regioni infiammate dell'sud-est. Con una lettera Mosca evoca lo spettro della guerra del gas

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Barricate a Donetsk
Minaccia e agisce, Obama, nel braccio di ferro con Mosca sulla crisi ucraina. Parlando con Angela Merkel rilancia l'ipotesi di ulteriori sanzioni e ne impone di nuovo, contro sette leader indipendentisti della Crimea e contro una società del gas (ex ucraina, passata in mani russe dopo il referendum): congelati i loro beni in Usa, divieto per tutti gli imprenditori statunitensi di intrattenere con loro rapporti commerciali. 

Yatseniuk gioca la carta della distensione
Il premier ucraino Aresen Yatseniuk ha congelato invece il suo, di braccio di ferro. Dopo aver annunciato il ricorso alla forza dopo l'ultimatum di 48 ore ai filorussi perchè si ritirassero dai palazzi del potere locale, ha adottato una linea più morbida. È volato a Donetsk e a Dnipropetrovsk per giocare la carta del dialogo. Non ha incontrato gli insorti ma i rappresentanti istituzionali di queste regioni calde, con la presenza, come mediatore, di Rinat Akhmetov, l'oligarca ex sostenitore di Yanukovich. Il premier ucraino ha messo sul piatto una serie di gesti di apertura: mantenere la legge che riconosce al russo lo status di lingua regionale, introdurre un decentramento dei poteri nella Costituzione prima delle elezioni in calendario per il prossimo 25 aprile. Decentramento e non federalizzazione come chiedono i filorussi e la stessa Mosca. Strada maestra per frammentare il Paese, è stata esclusa anche dal presidente ad interim Oleksander Turchinov. Una mano tesa, quella del premier, che ai separatisti - che hanno proclamato la nasciata della Repubblica Sovrana di Donetsk e annunciato un refrendum per l'annessione alla Russia per l'11 maggio - si è espresso a favore, seppure in termini vaghi, dell'adozione, da parte della Rada, di una legge che consenta referendum locali, ad oggi vietati dalla Costituzuine. 

Scambio di accuse tra Mosca e la Nato
Terzo terreno di scontro, quello sulle truppe al confine ucraino. E' ancora alta, infatti, la tensione tra Mosca e la Naro che ha diffuso immagini satellitari che mostrano la presenza massiccia di Mosca lungo la linea tra i due Paesi. Falso, ribatte il Cremlino, si tratta di esercitazioni di otto mesi fa, "non abbiamo nessun piano per fare aderire le regioni sud-orientali dell'Ucraina alla Russia", si affanna a dire Sergei Lavrov. A dargli ragione ci sono molti analisti secondo cui sarebbe complesso per Mosca annettere una regione variegata come quella e strategicamente più utile puntare alla frammentazione del Paese.

La guerra del gas
A dichiarare guerra a Kiev è stato Putin con una lettera a 18 Paesi in cui ammoniva anche i governi europei sul rischio delle interruzioni delle forniture di gas. Pia Ahrenkilde, portavoce della Commissione UE, ha commentato secca che una risposta arriverà lunedì, a seguito del Consiglio Esteri e ha prescisato che il 70% dell'export russo va verso l'Europa e rappresenta la metà delle entrate federali, "cifre da tenere a mente". Per l'Ucraina è inaccettabile il nuovo prezzo di 480 dollari per mille metri cubi chiesto da Mosca e ha annunciato che annullerà il contratto del 2009 e, anzi, è già al lavoro per importare gas europeo con il sistema del reverse flow dalla compagnia energetica tedesca Rwe. 

Il ponte diplomatico
Tra meno di una settimana, il 17 aprile, Russia e Ucraina siederanno al tavolo della diplomazia, coadiuvate da Stati Uniti e Unione Europea. A Ginevra, fa sapere il dipartimento di Stato Usa, l''obiettivo è solamente uno. "Disinnescare la situazione e trovare una soluzione diplomatica".