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MONDO

Riguarda 1600 impianti

Usa: entro il 2030 taglio del 30% delle emissioni delle centrali elettriche

Secondo alcuni analisti il nuovo corpus di provvedimenti mette a rischio 224 mila posti di lavoro. Ogni stato applicherà le regole in base al proprio mix energetico

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E' il piano di taglio alle emissioni più ambizioso messo a punto da un presidente degli Stati Uniti. Il target di ridurle del 30% - entro il 2030, partendo dai livelli del 2005 - è il primo tentativo di regolare le emissioni di CO2 delle centrali elettriche. Secondo la responsabile del clima delle Nazioni Unite, Christiana Figueres, il provvedimento sarà una svolta per i negoziati sui cambiamenti climatici.

Le nuove regole
La decisione fa parte del piano per il clima di Barack Obama e porta ad un corpus di nuove regole per gli impianti, annunciate dall'Epa, l'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente. Non ci sarà, è già stato anticipato, un'applicazione uniforme: ogni obiettivo sarà tarato sul mix energetico di ciascuno stato. Il provvedimento dell'Epa, cioè, consentirà agli stati americani e alle società elettriche di scegliere tra diverse opzioni a partire dalla conversione al gas delle centrali a carbone, al ricorso al mercato delle emissioni (CaP & Trade) o con un maggior utilizzo delle rinnovabili. Gli stati avranno tempo fino al 2016 per adeguarsi ai nuovi standard e sono nel 2020 si prevede l'entrata in vigore delle nuove regole in modo uniforme in tutti gli Usa.

Quante sono le centrali elettriche USA
Le centrali elettriche rappresentano la principale fonte di emissioni inquinanti del Paese, pari al 40% del totale. Le nuove regole riguarderanno circa 1.600 centrali di cui circa 600 a carbone, compresi impianti vecchi di 50 anni che difficilmente saranno in grado di rispettare i nuovi standard. Nel suo discorso alla radio Obama ha detto che è arrivato di applicare un tetto. In passato era già stato fatto con l'arsenico, il mercurio e altre sostanze tossiche. 

224 mila posti di lavoro a rischio
Secondo la Chamber of Commerce, gli standard più stringenti costeranno all'economia americana 51 miliardi di dollari e la perdita di 224.000 posti di lavoro. Funzionari dell'amministrazione hanno passato il fine settimana ad illustrare il piano ai governatori e ai leader dell'industria.

L'iter legislativo
Il presidente Barack Obama aveva inizialmente pensato di far approvare la legge passando per il Congresso ma con i Repubblicani compattamente contrari, ha optato per un ordine esecutivo. Bypassando il Congresso, Obama dovrà ottenere il via libera della Corte Suprema.