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ITALIA

L'obbligo da gennaio

Vaccinazione obbligatoria per i bambini dell'asilo: la scelta di Trieste

Dal 2013 in Italia si sta registrando una preoccupante diminuzione dei vaccini con il rischio di focolai epidemici di grosse dimensioni per malattie attualmente sotto controllo, e addirittura la ricomparsa di malattie che erano considerate scomparse nel nostro Paese

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Vaccinazione obbligatoria per i bambini per l'iscrizione agli asili comunali e convenzionati a Trieste: lo ha deciso questa notte il Consiglio comunale a maggioranza (astenuti M5S). Trieste - ha evidenziato l'assessore all'infanzia, Angela Brandi - è la prima città italiana a prevedere l'obbligo di vaccinazione antidifterica, antitetanica, antipoliomietica e antiepatite B per i bimbi che frequentano gli asili. L'obbligo scatterà a gennaio per le iscrizioni al prossimo anno scolastico 2017-18. 

La decisione della scorsa notte del Consiglio comunale, di cui riferisce stamani Il Piccolo - è  stata adottata dopo aver rilevato che a Trieste le coperture vaccinali sono scese sotto il livello di sicurezza del 95%. In particolare - ha riferito Brandi - la copertura antidifterica è arrivata all'89%, quella antitetanica al 91%, l'antipolio al 92% e quella antiepatite virale B all'89%.

L'obbligo vale sia per i bambini degli asili nido (da zero a tre anni), sia per quelli delle scuole materne (da tre a sei anni), per un totale di circa quattromila bimbi. I genitori dovranno garantire con un'autocertificazione l'avvenuta vaccinazione che, comunque, sarà verificata dalle strutture comunale con numerosi controlli.

La decisione di adottare l'obbligo di vaccinazione dei bimbi che frequentano gli asili è stata proposta dalla Giunta guidata da Roberto Dipiazza al termine di un percorso di collaborazione con l'Ordine dei Medici, il Collegio dei Pediatri, l'ospedale infantile Burlo Garofolo e l'Azienda sanitaria AsuiTs del capoluogo giuliano. 

I numeri: cala il numero dei bambini vaccinati in Italia
Continuano a diminuire i bambini italiani vaccinati e il calo avviene in tutte le regioni. Particolarmente preoccupanti i dati che riguardano la rosolia e il morbillo, mentre aumentano le vaccinazioni contro lo pneumococco e il meningococco, soprattutto a causa della forte diffusione della meningite in Toscana che ha portato a vaccinazioni di massa. Sono queste alcune delle cifre diffuse dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute.

Dal 2013 si sta registrando una preoccupante diminuzione dei vaccini con il rischio di focolai epidemici di grosse dimensioni per malattie attualmente sotto controllo, e addirittura la ricomparsa di malattie che erano considerate scomparse nel nostro Paese.

Nel 2015 la copertura vaccinale media contro polio, tetano, difterite, epatite B, pertosse e Hib è stata del 93,4%. Solo sei regioni superano la fatidica cifra del 95% per la vaccinazione anti-polio, mentre 11 sono sotto il 94%. Quella del 95% è infatti la soglia raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità per la cosiddetta immunità di popolazione o di gregge: se almeno il 95% della popolazione è vaccinata, si proteggono indirettamente coloro che, per motivi di salute, non si sono potuti vaccinare.

I dati per morbillo e rosolia indicano che i bambini vaccinati sono scesi di 5 punti percentuali dal 2013 al 2015: dal 90,4% all’85,3%. C’è il rischio di far fallire il Piano globale di eliminazione di queste due malattie infettive dell’Oms, perché per poter dichiarare l’eliminazione di una malattia infettiva da una regione dell’Oms occorre che tutti i Paesi membri siano dichiarati ‘liberi’ dalla patologia.