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Coronavirus

Vaccini si parte il 27 in tutta Europa. Locatelli: in autunno 42 milioni di vaccinati

Zampa:  "Per essere in sicurezza la copertura deve arrivare attorno al 70% della popolazione. Parliamo di ottobre se tutto va bene, ma proprio bene".  Non ci saranno obblighi. 

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 “Dal giorno dopo la consegna del vaccino, il 27 dicembre, siamo pronti a partire. Dovremmo iniziare tutti lo stesso giorno in Europa, un’iniziativa con un’alta valenza simbolica ovviamente che il nostro ministro ha fortemente voluto e per la quale si è speso". Lo dice la sottosegretaria al ministero della Salute, Sandra Zampa, in un'intervista a La Stampa. "Per essere in sicurezza la copertura deve arrivare attorno al 70% della popolazione. Parliamo di ottobre se tutto va bene, ma proprio bene. Ma quando saremo a 15-20 milioni di vaccinati saremo già a un livello importante che permetterà di dare più ossigeno al paese. L’Italia ha opzionato 202 milioni di dosi, complessivamente. Il piano è stato messo a punto, si parte ovviamente dagli operatori della sanità - medici e infermieri in testa - e poi Rsa", aggiunge.

Un'infermiera dello Spallanzani la prima ad essere vaccinata
"La Direzione dell'Istituto Nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani comunica che nella giornata di domenica 27 dicembre, giornata del V-Day, saranno somministrati i primi cinque vaccini anti-COVID a altrettanti dipendenti dell'Istituto e precisamente: una infermiera, un operatore socio sanitario (OSS), una ricercatrice e due medici". Lo precisa in una nota la Direzione dell'INMI Lazzaro Spallanzani.

Saranno i militari a distribuire dosi Pfizer 
"Su richiesta del commissario Domenico Arcuri abbiamo dovuto pianificare con urgenza la distribuzione del vaccino Pfizer (che in un primo momento avrebbe dovuto distribuirlo in proprio alle singole strutture -ndr)  che giungerà in Italia il 24, sarà custodito in una prima fase nell'hub centrale dello Spallanzani e, a cura della Difesa, sarà distribuito e somministrato su 21 siti nazionali". Lo ha detto il  generale Luciano Portolano, rivolgendosi al Presidente della Repubblica durante l'incontro al Coi.
 
Zampa, no obbligatorietà vaccino
E in merito alla possibilità di renderlo obbligatorio Zampa spiega: "Al momento rendere obbligatorio il vaccino probabilmente rafforzerebbe i dubbi di chi è incerto. È sconsigliabile partire con l’obbligo. Meglio spiegare alle persone cos’è il vaccino, come è stato fatto. Ribadire che la fretta non ha messo in discussione la sicurezza, che si è andati veloci perché si è investito tantissimo. Nessuna delle fasi di sperimentazione è stata saltata. Il vaccino che arriva è sicuro come tutti gli altri che facciamo”
 
Commissaria Ue salute, il vaccino è sicuro
Le fa eco la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides che in un’intervista a "Repubblica" dice che il vaccino è sicuro ed esorta tutti gli europei a vaccinarsi per sconfiggere la pandemia. "Il rimedio è sicuro, altrimenti non lo avremmo mai approvato. Ora però tutti devono capire che la pandemia non si vince con il vaccino, ma con la vaccinazione e che ogni singolo cittadino è parte di questa sfida". La commissaria Ue vede nell'autorizzazione a Pfizer "un momento decisivo per la gestione della pandemia, una notizia molto positiva". Ma invita: "Vediamo una prima luce all'orizzonte, tuttavia siamo solo alla fine dell'inizio, la situazione resta estremamente seria e nel futuro prossimo non possiamo aspettarci una diminuzione della mortalità". Per quanto riguarda la rapidità con cui si è giunti all'approvazione del vaccino da parte dell'Ema assicura: "La rapidità con cui abbiamo approvato il vaccino non compromette minimamente la sua sicurezza: abbiamo cercato di fare il più in fretta possibile ma senza alcun compromesso sulla salute. Questo deve essere chiaro a tutti".

Locatelli, il 26 dicembre 10mila dosi allo Spallanzani
Il presidente del consiglio superiore della sanità Franco Locatelli ha detto che dopo l'ok dell'Ema "da Pfizer arriveranno 10mila dosi il 26 dicembre allo Spallanzani che poi saranno trasferite ai vari centri regionali per il Vaccination day del 27dicembre". Poi, "tra il 30 dicembre e il 4 gennaio dovremmo avere in arrivo nei circa 300 siti regionali altre 3,4 milioni di dosi per 1,7 milioni di persone tra operatori sanitari e ospiti di Rsa".  Inoltre, nei prossimi nove mesi, "è stato promesso l'arrivo in Italia, in tutto, di quasi 27 milioni di dosi. Da Moderna, il cui vaccino ci si aspetta essere approvato il 9 gennaio, dovremmo avere 10,8 milioni di dosi sempre nei primi nove mesi e si sta lavorando per avere dosi addizionali di entrambi i vaccini. Inoltre, dice ancora Locatelli, "avremo a disposizione con tempistiche da definire dosi anche di altri vaccini: Curevace Johnson & Johnson. L'obiettivo è avere a fine estate, inizio autunno 2021, almeno 42 milioni di vaccinati in Italia, il 70% .della popolazione. Citerei anche il vaccino tutto italiano di Reithera, ministero dell'Università, Regione Lazio e Spallanzani" il cui sviluppo sta dando buoni risultati.  Locatelli non si dice d'accordo con il consulente del ministero Walter Ricciardi che critica le misure di Natale: "Credo che il presidente del Consiglio e il governo abbiano compiuto uno sforzo notevole per ottenere un buon punto di equilibrio. Dubito che il Paese possa reggere un secondo lockdown". Rispetto alle scuole "mi auguro che potranno riaprire. Se larga parte delle regioni sarà in fascia gialla ci potranno essere le condizioni".
 
 
Rasi, se mutazione virus strutturale servirà restyling vaccino
 
"Se la mutazione è strutturale servirà un restyling dei vaccini"  "La mutazione è intrinseca ai virus e di per sé non deve preoccupare".  A spiegare il concetto in un'intervista a Il Sole 24 Ore è Guido Rasi, microbiologo, che fino a un mese fa è stato direttore dell'Ema, l'Agenzia Ue che ieri ha autorizzato il primo vaccino. Quel che semmai deve preoccupare "è che non abbia mutazioni multiple a livello strutturale, in quel caso potrebbe rendere meno efficace o addirittura inefficace il vaccino che a quel punto andrebbe rivisto. Ma non credo che ci troviamo in questa ipotesi", assicura il microbiologo. Per Rasi "ora è fondamentale fare una campagna vaccinale rapida e massiva perché abbiamo visto che il virus quando va sotto pressione tira fuori la sua capacità evolutiva" e ora che arriverà il vaccino il virus "proverà a trovare nuovi modi per sopravvivere, ma quali saranno le mutazioni che farà purtroppo non lo sappiamo prima" anche se già ora "sappiamo però che quelle pericolose sono le mutazioni multiple contemporanee". Poi Rasi spiega che "se si comporta come i virus influenzali basterà un restyling del vaccino e potrebbe essere sufficiente ripartire da una Fase due allargata". Quindi, conclude il microbiologo già direttore dell'Ema, "in caso di una mutazione davvero sostanziale bisognerà ripartire dall'inizio" ma "i vaccini con la tecnologia Rna sono piu' flessibili e nel caso solo di un restyling potrebbe bastare qualche mese", assicura Rasi.