Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/vaticano-becciu-accertamewnti-gdf-cei-obolo-san-pietro-05123184-841d-454f-91a3-c97c6198517a.html | rainews/live/ | true
MONDO

Il cardinale si dimette da prefetto Cause Santi

Vaticano, Caso Becciu: accertamenti della Gdf su fondi Cei e Obolo San Pietro

Sotto la lente degli investigatori ci sarebbero la partnership della società del fratello dell'ex cardinale con la Fondazione Caritas Roma per la "Birra Pollicina" e vari incarichi alla falegnameria di Francesco Becciu dalle Nunziature

Condividi
Ci sarebbero anche alcuni fondi e incarichi ottenuti dai fratelli di mons. Angelo Becciu dietro le clamorose dimissioni dell'ex aspirante Papa dalla Congregazione delle cause dei Santi e la sua rinuncia ai diritti connessi al cardinalato, accolte ieri sera da Francesco dopo un'udienza choc che ha visto un drammatico confronto tra l'ex numero due della Segreteria di Stato vaticana e il pontefice.

La vicenda riguarderebbe finanziamenti per diverse centinaia di migliaia di euro finiti in una cooperativa gestita da Antonino Becciu e alle società di Mario e Francesco Becciu ed è oggetto anche di un'inchiesta dell'Espresso che sarà in edicola domenica.

A quanto si apprende, in particolare, contributi Cei e, in parte dell'Obolo di San Pietro (i 'soldi per i poveri' donati dai fedeli), sarebbero andati in diverse operazioni alla Cooperativa Spes di Ozieri (Sassari), una struttura di cui è rappresentante legale Antonino Becciu e che lavora a stretto contatto con la Caritas locale.

Una vicenda sulla quale si è mossa per accertamenti la Guardia di finanza e su cui, al momento, non ci sarebbero specifici rilievi penali, ma che è stata certamente considerata quanto meno inopportuna da Papa Francesco, che l'avrebbe contestata a Becciu durante l'udienza di ieri sera. Tanto più perché non isolata.

Un'altra operazione finita sotto la lente vaticana, infatti, riguarda la Angel's srl, di cui è amministratore delegato Mario Becciu, e di cui sarebbe socio, a quanto apprende l'Adnkronos, anche l'altro fratello del cardinale, Francesco. La società ha stretto un accordo di partnership con la Fondazione Caritas Roma: con l'intesa la Fondazione consente l'utilizzo del marchio Caritas Roma alla new company che si occupa di produzione e commercializzazione di birre artigianali per contrassegnare la "Birra Pollicina" in cambio della "donazione" del 5% del fatturato di vendita. Tra le ipotesi degli inquirenti sia vaticani che italiani, quella, ancora tutta da verificare, che l'operazione sia stata favorita da mons. Angelo Becciu e che possa aver generato guadagni indiretti alla Angel's.

Infine, all'attenzione del Papa sarebbero stati portati i rapporti intercorsi tra Francesco Becciu, titolare di una falegnameria a Pattada, con varie Nunziature - tra cui quella in Angola dove l'ex prefetto della Congregazione delle cause dei Santi è stato a lungo - per la realizzazione di lavori sul legno, in alcuni casi pagati con i fondi dell'Obolo di San Pietro.

La ricostruzione de L'Espresso
Secondo il settimanale "c'era un vero e proprio metodo che ha contraddistinto la segreteria di Stato sotto la direziuone del cardinale Angelo Becciu". L'allora monsignor Becciu aveva affidato "l'intera cassa vaticana al finanziere Enrico Crasso, ex Credit Suisse" il quale "ha indirizzato gli investimenti vaticani verso fondi speculativi con sede in paradisi fiscali". Inoltre, da sostituto della segreteria di Stato, Becciu "avrebbe chiesto e ottenuto per ben due volte dalla Conferenza episcopale italiana e una volta dall'Obolo di san Pietro, un finanziamento a fondo perduto in favore della cooperativa Spes, braccio operativo della Caritas di Ozieri, in provincia di Sassari, di cui titolare e rappresentante legale è il fratello Tonino".

Becciu: "Chiedo al Papa il diritto di difendermi"
"Ho dato i soldi a mio fratello solo perché ho comprato dalla sua società infissi per le nunziature in Egitto e Cuba, non vedo reati". Così il cardinale Angelo Becciu, al quotidiano Domani, dopo la decisione del Papa di farlo dimettere da prefetto della Congregazione dei Santi privandolo al contempo dei diritti connessi al cardinalato. "Sono sconvolto", ha detto il porporato sardo al Messaggero. "Turbato. Un colpo per me, la mia famiglia, la gente del mio paese. Per spirito di obbedienza e per amore che porto alla Chiesa e al Papa ho accettato la sua richiesta di farmi da parte. Ma sono innocente e lo dimostrerò. Chiedo al Santo Padre di avere diritto di difendermi".

I precedenti
Il cardinale Becciu era finito - quando era sostituto alla Segreteria di Stato - al centro dell'inchiesta sulla compravendita del palazzo di lusso in Sloane Avenue nel centro di Londra (del valore di oltre 200 milioni di euro) e sui flussi finanziari dei conti sui cui transita l'Obolo di San Pietro."Non abbiamo mai utilizzato i soldi dell'Obolo di San Pietro per i poveri, per fare speculazioni", aveva precisato Becciu sottolineando di aver "acceso un mutuo" e che l'acquisto del palazzo di Londra "era un'occasione propizia" per sfruttare meglio capitali che la Segreteria di Stato disponeva. "E' prassi che la Santa Sede - aveva spiegato - investa in palazzi e poi era un'occasione buona e opportuna perché con la Brexit il valore di questa casa è triplicato".

L'inchiesta avviata nel 2019 da due denunce presentate dallo Ior e dal Revisore Generale, ha portato alla sospensione di cinque funzionari (due dirigenti della Segreteria di Stato, Vincenzo Mauriello e Fabrizio Tirabassi, un'addetta all'amministrazione, Caterina Sansone e due alti dirigenti vaticani, monsignor Maurizio Carlino, capo dell'Ufficio informazione e Documentazione, e l'ex direttore dell'Aif Tommaso Di Ruzza). Lo scorso giugno era stato arrestato - e poi liberato - dalla Gendarmeria vaticana il broker di Termoli, Gianluigi Torzi.