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MONDO

Caracas

Venezuela, Maduro sempre più isolato, inizia secondo mandato

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Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha prestato giuramento per un secondo mandato di sei anni, fino al 2025, contestato dall'opposizione e da parte della comunità internazionale, che non lo riconosce. Solo cinque capi di Stato alla cerimonia, l'arcinemico Washington assicura che aumenterà la pressione sul "regime corrotto", l'Ue definisce il mandato "privo di basi democratiche" e l'Organizzazione degli Stati americani chiede elezioni "al più presto".

Secca la replica di Caracas: tentano il golpe. "Giuro a nome del popolo venezuelano, giuro sulla mia vita", ha detto Maduro nel ricevere la fascia presidenziale dalle mani del presidente del Tribunale supremo di giustizia, Maikel Moreno. Diversamente da quanto previsto dalla Costituzione, la cerimonia non si è svolta in Parlamento, unica istituzione controllata dall'opposizione.

Il 56enne Maduro - ex conducente di autobus e sindacalista -  ha detto che il Paese è "al centro di una guerra mondiale scatenata dall'Imperialismo americano e dei suoi Paesi satelliti". "Ho rispettato la Costituzione per prendere le redini della nostra Patria e portarla verso un destino migliore, con la Costituzione, la democrazia ed il popolo", ha aggiunto Maduro.

Tra le oltre cento delegazioni straniere invitate a Caracas, c'erano i presidenti di sinistra di Bolivia, Evo Morales; Nicaragua, Daniel Ortega; Cuba, Miguel Diaz-Canel; El Salvador, Salvador Sanchez Ceren; Ossezia del Sud (non riconosciuta dall'Onu), Anatoli Bibilov. Per la Turchia, vicepresidente Fuat Oktay, accanto a delegati di Russia e Cina.

Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Bolton, ha puntato il dito contro "l'illegittima investitura della dittatura di Maduro". Sulla stessa linea Unione europea e paesi del Gruppo di Lima, costituito nel 2017 da nazioni dell'America latina e del Canada.

Bolton: gli Usa non riconosceranno Maduro
"Gli Usa non riconosceranno l'investitura illegittima della dittatura di Maduro e continueranno ad aumentare la pressione su questo regime corrotto, a sostenere l'assemblea nazionale democratica e a chiedere la libertà e la democrazia in Venezuela": lo ha twittato il consigliere della Casa Bianca per la sicurezza nazionale, John Bolton.
 
Pompeo: da Maduro usurpazione potere
"Un'usurpazione di potere": così il Segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha definito l'insediamento oggi del presidente venezuelano Nicolas Maduro. "È tempo per il Vnezuela di iniziare un processo di transizione che possa ripristinare l'ordine costituzionale e democratico tenendo elezioni libere e giuste che rispettino la volontà del popolo venezuelano", ha aggiunto.

Alle prese di posizione diplomatiche si aggiungono nuove sanzioni finanziarie Usa contro personalità e aziende, mentre il Perù ha chiuso la frontiera. Il secondo mandato inizia in un clima di forte tensione con i paesi vicini, in particolare con 13 degli stati membri del Gruppo di Lima - tranne il Messico - che hanno chiesto a Maduro di consegnare il potere al Parlamento e indire elezioni democratiche. 

Osa chiede elezioni, "maduro illegittimo"
L'Organizzazione degli stati americani ha approvato in sessione straordinaria una risoluzione nella quale "non riconosce la legittimità del governo di Nicolas Maduro" e chiede nuove elezioni "in tempi brevi" e con la supervisione di osservatori internazionali.  La risoluzione, presentata da Argentina, Cile, Colombia, Costa Rica, Usa, Perù e Paraguay, è passata con 19 voti a favore, 6 contrari e 8 astenuti e sarà trasmessa "immediatamente" al segretario generale delle Nazioni Unite. La delegazione venezuelana ha respinto la riunione del Consiglio permanente, definendola un "atto ostile" e ha anticipato che non riconoscerà alcuna decisione. La risoluzione chiede di tenere "elezioni presidenziali con le garanzie di un processo libero, giusto, trasparente e legittimo". Il voto a Washington ha seguito di poco il giuramento del presidente venezuelano, al suo secondo mandato.

Mogherini: nuovo mandato a Maduro allontana possibilità di soluzione a crisi
"Come affermato dall'UE nelle conclusioni del Consiglio del maggio 2018, le elezioni presidenziali dello scorso maggio in Venezuela non sono state libere né regolari. Il loro risultato è privo di ogni credibilità, dal momento che il processo elettorale non ha offerto le garanzie necessarie allo svolgimento di elezioni inclusive e democratiche". È quanto dichiara Federica Mogherini, a nome dell'Ue, sul nuovo mandato del presidente Maduro.