ITALIA
Identificata grazie alle impronte digitali
Verona. Identificata la donna fatta a pezzi. Ora è caccia all'assassino
Si trovava in Italia da circa 20 anni, e viveva svolgendo lavori saltuari, come badante e addetta alle pulizie. Era separata da tempo dal marito, che ora gli investigatori stanno cercando

Si chiamava Khadija Bencheikh, ed era nata in Marocco nel 1971, la donna il cui cadavere è stato scoperto tre giorni fa, smembrato in più pezzi, in una zona di campagna a Valeggio sul Mincio (Verona). Il suo nome è stato diffuso in serata dai Carabinieri di Verona, che stanno svolgendo le indagini sul delitto. La donna, divorziata dal marito nel 2009, viveva regolarmente in Italia da una ventina d'anni, e da qualche anno si era stabilita a Verona.
L’identificazione è arrivata grazie alle impronte digitali rilevate dal medico legale che domenica ha eseguito l’autopsia. Tra le altre cose, dovrà chiarire come la donna sia stata uccisa
Il cadavere, sezionato in 10 pezzi presumibilmente con una sega elettrica ma con volto e impronte digitali intatte, era stato ritrovato tre giorni fa. A scoprirlo, in un luogo isolato di campagna ma facilmente raggiungibile in auto, è stata una donna della zona che ha detto di aver in un primo momento scambiato i resti per quelli di un manichino e di aver avuto l'impressione che le parti del corpo fossero state in qualche modo sistemate e ordinate: erano infatti sparse a semicerchio.
Il cadavere, ritrovato completo in ogni sua parte, sarebbe stato sezionato, secondo una prima ispezione del medico legale, quando la donna era già morta. Un'operazione condotta in altro luogo rispetto a quello del ritrovamento, dove non sono state trovate tracce di sangue. Ancora non si conoscono le cause del decesso della donna, che dovranno essere accertate dall'autopsia. Le indagini dei Carabinieri proseguono a tutto campo, anche nelle province vicine.
La donna era incensurata e viveva in Italia da diversi anni. Era Separata da uno straniero - al momento irreperibile - e finora non sono emersi elementi che portino a inserirla in ambienti pericolosi o equivoci. Un mistero alla cui soluzione lavorano anche gli specialisti del Ris di Parma.
L’identificazione è arrivata grazie alle impronte digitali rilevate dal medico legale che domenica ha eseguito l’autopsia. Tra le altre cose, dovrà chiarire come la donna sia stata uccisa
Il cadavere, sezionato in 10 pezzi presumibilmente con una sega elettrica ma con volto e impronte digitali intatte, era stato ritrovato tre giorni fa. A scoprirlo, in un luogo isolato di campagna ma facilmente raggiungibile in auto, è stata una donna della zona che ha detto di aver in un primo momento scambiato i resti per quelli di un manichino e di aver avuto l'impressione che le parti del corpo fossero state in qualche modo sistemate e ordinate: erano infatti sparse a semicerchio.
Il cadavere, ritrovato completo in ogni sua parte, sarebbe stato sezionato, secondo una prima ispezione del medico legale, quando la donna era già morta. Un'operazione condotta in altro luogo rispetto a quello del ritrovamento, dove non sono state trovate tracce di sangue. Ancora non si conoscono le cause del decesso della donna, che dovranno essere accertate dall'autopsia. Le indagini dei Carabinieri proseguono a tutto campo, anche nelle province vicine.
La donna era incensurata e viveva in Italia da diversi anni. Era Separata da uno straniero - al momento irreperibile - e finora non sono emersi elementi che portino a inserirla in ambienti pericolosi o equivoci. Un mistero alla cui soluzione lavorano anche gli specialisti del Ris di Parma.