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ITALIA

Vicenza, gare tra gli infermieri a chi infila l'ago più grosso. Sospeso medico che denunciò

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Sospeso dopo aver denunciato l’esistenza di una chat in cui medici e infermieri del pronto soccorso dell’ospedale San Bortolo di Vicenza si sfidavano a chi infilava l’ago più grosso nella braccia dei pazienti.
 
Come rivela oggi il Corriere della Sera in prima pagina Vincenzo Riboni, primario del Pronto soccorso, non è più in servizio: è stato sospeso dall'incarico e dallo stipendio per dieci giorni, fino al 2 di ottobre, poi è stato invitato a smaltire le tante ferie arretrate e ad avviarsi verso la pensione.
 
Il medico aveva deciso di non chiudere gli occhi davanti al "coinvolgimento dei soggetti convocati in un dialogo per iscritto durante l'attività di servizio che evidenza un intollerabile e inaccettabile e riprovevole strumentalizzazione dei pazienti nell'esercizio della professione". E ancora scriveva: "Non c'è giustificazione che tolleri superficialità, scherzi, battute e quant'altro. Gli eventi sono stati realizzati a seguito di una strategia che testimonia l'intenzionalità dei comportamenti a danno del paziente".

"Come va la sfida grigi contro arancioni?", si leggeva nella chat.  Il riferimento è al colore e al diametro delle cannule utilizzate per le flebo, grigie quelle più piccole, arancioni quelle più spesse e quindi più dolorose per i pazienti. "Un infermiere rispondeva: "Due arancio, uno grigio". Un medico rispondeva: "Infilato un arancio or ora". Per arrivare perfino alla proposta di un altro: "Si fa anche un tabellone con il punteggio".

Dopo la denuncia del primario, si era mosso il sindacato autonomo degli infermieri, il Nursind, e a quel punto, il medico da accusatore è diventato. La chat usata per scambiare informazioni da una sessantina di dottori e infermieri, era stata intitolata "Gli amici di Maria", con riferimento proprio al secondo nome di Riboni.

L'ospedale liquida la vicenda come "sviamento dall'attività istituzionale e uso improprio del telefono cellulare personale" e il medico - veterano delle missioni umanitarie in Kosovo, Guatemala, Sud Sudan,- viene invece invitato a non sollevare più la polvere e a restare a casa per i dieci giorni della sospensione.