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MONDO

Saccheggi in abitazioni di cristiani

Le vignette di Charlie Hebdo infiammano il Niger: sette chiese incendiate

Violenti scontri nelle due principali città del Paese, Niamey e Zinder. I manifestanti contestano la nuova pubblicazione sul giornale satirico francese di una caricatura di Maometto 

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Manifestanti a Niamey
Niamey (Niger)
Sette chiese bruciate, almeno quattro morti e l'appello agli stranieri perché "evitino" di scendere in strada: questo l'effetto di violente proteste in Niger, per la pubblicazione di una nuova caricatura di Maometto sul settimanale satirico Charlie Hebdo. Ieri le vittime sono morte a Zinder, la seconda città del Paese, dove una manifestazione è sfociata in violenza. Questa mattina la polizia ha lanciato gas lacrimogeni per disperdere un migliaio di protestanti nella capitale Niamey. 

Gli slogan contro la Francia
Gli scontri, avvenuti all'indomani del 'venerdì nero' a Zinder, seconda città del Paese, sono cominciati nella tarda mattinata, quando un migliaio di giovani, nonostante il divieto del governo, si sono riuniti nei pressi della moschea della città, al grido di 'Abbasso la Francia', 'Abbasso Charlie Hebdo' o 'Allah Akbar'. L'edificio è stato circondato da decine di poliziotti in tenuta antisommossa dotati di elmi e scudi, che hanno cercato di disperdere la folla con gas lacrimogeni. Diversi manifestanti hanno lanciato pietre contro le forze di sicurezza.

Quattro morti a Zinder
L’apice della tensione si è vissuto ieri a Zinder. Secondo le autorità, negli scontri sono morti almeno tre civili e un agente della polizia, mentre 45 persone sono rimaste ferite. I manifestanti scesi in piazza contro Charlie Hebdo hanno bruciato almeno sette chiese, saccheggiato le abitazioni di alcuni cristiani e hanno assalito un centro culturale francese.

Scontri anche nella capitale Niamey
Questa mattina le violenze si sono invece verificate nella capitale Niamey. Le autorità avevano vietato una manifestazione di protesta indetta dai leader musulmani locali. Un migliaio di giovani si è comunque riunito nei pressi della principale moschea della città. Gli agenti per disperderli hanno utilizzato gas lacrimogeni, mentre i manifestanti hanno risposto lanciando pietre e dando fuoco ad almeno due auto della polizia. 

Appello degli ulema alla calma
Una ventina di ulema (leader religiosi musulmani, ndr) hanno lanciato un appello alla calma dopo le violenze. "Non dimenticate che l'islam è contro la violenza. Invito uomini e donne, ragazzi e ragazze a calmarsi", ha detto l'ulema Yaou Sonna, parlando ai microfoni della televisione di Stato.