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ECONOMIA

Il presidente della Bundesbank in visita a Roma

Weidmann: bene il Jobs Act, ma Padoan è troppo ottimista sui Paesi con alto debito

Il presidente della Bundesbank elogia l'Italia per il Jobs Act e le misure per salvare le banche in sofferenza, ma critica l'alto indebitamento ed esprime il suo dissenso rispetto al ministro dell'Economia, Padoan, sulla condivisione dei rischi. Il patto di stabilità "spesso violato" anche dall'Italia 

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Elogi e bacchettate all'Italia dal presidente della Banca centrale tedesca.

Problema per i Paesi con alto debito pubblico
Nel quadro attuale l'orientamento espansivo della politica monetaria della Bce "è più che appropriato", ha detto Jens Weidmann in un discorso presso l'ambasciata tedesca a Roma. Tuttavia "non è stata sfruttata la possibilità di ridurre velocemente i deficit strutturali creata dalla politica monetaria molto accomodante della Bce". E questo "potrebbe diventare un problema per la sostenibilità del debito, nel momento in cui il Consiglio della Bce dovesse intraprendere una politica monetaria più restrittiva per adempiere al suo mandato di garante della stabilità dei prezzi". Infatti, secondo Weidmann "l'indebitamento eccessivo degli Stati membri può anche indurre a esercitare pressione sulla politica monetaria, affinché essa ridimensioni il suo mandato di garante della stabilità dei prezzi a favore di una politica monetaria orientata a garantire la solvibilità degli Stati, gli economisti la definiscono come dominanza fiscale".

"Da Italia e altri Paesi spesso violato il Patto di stabilità"
"Da quando esiste l'Unione monetaria le regole del patto di stabilità e crescita sono state violate da alcuni Stati, fra i quali anche l'Italia, più spesso di quanto siano state" osservate, ha rilevato il presidente della Bundesbank. E "anche la Germania, nel biennio 2003/2004, ha contribuito a indebolire la forza vincolante delle regole".

"Autorità fiscale Ue rilevi il ruolo della Commissione europea"
Poi Weidmann attacca la Commissione europea, che "tende continuamente a scendere a compromessi a danno del rispetto del bilancio" mediando interessi politici. I compiti della Commissione, afferma,  andrebbero dati a "una autorità fiscale europea" dando così "una soluzione a questo problema". Weidmann ha ricordato che "se si ha timore della rinuncia alla sovranità nazionale, il rafforzamento del quadro esistente rimane l'unica alternativa per rendere l'Unione monetaria più stabile".

In italia riforme giuste su lavoro e banche  
"In Europa sono importanti le riforme come il Jobs Act italiano, che abbattono le barriere alle assunzioni, al fine di creare nuovi posti di lavoro", ha detto Weidmann. "Con il nuovo strumento rappresentato dal Fondo nazionale di risoluzione creato per assorbire i crediti in sofferenza, anche l'Italia ha intrapreso la giusta strada".   

"Padoan troppo ottimista su condivisione dei rischi"
Condividere le responsabilità di bilancio, senza forti meccanismi di controllo tra Paesi dell'area euro, non solo non incoraggia il rispetto delle regole, ma anzi all'opposto sarebbe un incentivo ad accumulare più debiti, sostiene il presidente della Bundesbank. E su questo ha puntualizzato di dissentire dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. "Una ampia condivisione delle responsabilità tra gli Stati dell'Eurozona senza il corrispettivo meccanismo di controllo comune rappresenterebbe invece un percorso sbagliato, poiché ciò rafforzerebbe la tendenza presente in una unione monetaria ad accumulare debiti piuttosto che frenarla". "Questo è un punto sul quale ad esempio Pier Carlo Padoan ed io siamo di opinione diversa. Egli ritiene che'"la condivisione dei rischi e delle responsabilità rappresentino forti incentivi a rispettare le regole e a prevenire comportamenti opportunistici'". "Su questo punto io non sarei tanto ottimista", ha detto Weidmann. 

In Italia e Germania ostacoli per l'unione fiscale Ue
Una "unione fiscale europea sarebbe il passo più grande nel processo di integrazione
dall'introduzione dell'euro a oggi", ma "senza ampie modifiche ai Trattati europei e i referendum negli Stati membri ciò non sarebbe raggiungibile. Ciò vale sia per un ministero delle finanze comune per l'area dell'euro dotato del proprio budget sia per un sistema che permetta interventi regolamentati nei bilanci nazionali: a mio avviso si tratta di ostacoli enormi, al momento non vedo la volontà di superare questi limiti, né in Italia, né in Germania, né in altri Paesi".