Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/yara-gambirasio-I-18-mila-Dna-che-hanno-portato-a-Ignoto1-500a6a08-3eee-49be-b4a7-a26ad03fc113.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Le tappe delle indagini biologiche

L'assassino di Yara: i 18mila Dna che hanno portato a "Ignoto 1"

È il codice genetico ad inchiodare il presunto assassino. Tutto parte dalla tracce di Dna non compatibile con quello di Yara Gambirasio ritrovato sui suoi slip

Condividi
foto Ansa
Tutto comincia dopo il ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio il 26 febbraio 2011. Gli investigatori trovano sugli slip della ragazzina una traccia di Dna non compatibile, un codice genetico che solo l'assassino o un suo complice può aver lasciato. Quel Dna viene associato a "Ignoto1". Su di lui si concentreranno le indagini che hanno portato lunedì al fermo del presunto assassino, il muratore di 44 anni di Clusone Massimo Giuseppe Bossetti. Tre anni e mezzo di indagini, 18mila Dna analizzati. 

Un intreccio complicatissimo che riscrive, in parte, anche la genealogia di due famiglie di quelle valli della Bergamasca: il presunto assassino Bossetti è infatti il frutto di una relazione extraconiugale tra Ester Arzufi, 67 anni, e Giuseppe Guerinoni, l'autista deceduto nel 1999 originario di Gorno, da qui il nome della pista investigativa. È dal Dna estratto dal suo cadavere riesumato, infatti, che parte tutto. Perchè è proprio lui il padre di "Ignoto 1". 

Le tappe della vicenda
Dopo il ritrovamento del corpo di Yara e delle tracce di Dna attribuite a "Ignoto 1" gli investigatori avviano controlli su tutte le persone con cui la ragazzina di Brembate di Sopra era stata a contatto negli ultimi giorni prima di scomparire. Campioni biologici vengono prelevati dai frequentatori della palestra, dai lavoratori del cantiere di Mapello e dai frequentatori della discoteca a poche centinaia di metri da dove era stato trovato il cadavere.

Il primo legame genetico
Tra le centinaia di campioni di Dna raccolti, gli investigatori trovano un primo legame genetico, seppure parziale, tra “Ignoto 1” e un uomo di nome Damiano Guerinoni. Vengono disposti test su tutti i familiari di quest'ultimo fino all'identificazione di tre cugini, fratelli tra loro, con una compatibilità genetica ancora più alta con le tracce trovate sugli slip di Yara Gambirasio. Agli investigatori serve però arrivare al padre dei tre fratelli, Giuseppe Guerinoni, l'autista di Gorno deceduto nel 1999.

L'intuizione: la saliva sul francobollo
Una poliziotta biologa ha l'intuizione di analizzare la saliva dietro la marca da bollo di
una vecchia patente di Guerinoni. Arriva la svolta, si intuisce che l'uomo potrebbe essere il padre naturale di "Ignoto 1" e si decide di riesumarne il corpo. Gli investigatori fanno centro, il Dna conferma al 99,99999987% che “Ignoto 1” è suo figlio. 

La madre del presunto assassino
Test del dna a tappeto per arrivare alla madre di "Ignoto 1". Amiche, conoscenti, passeggere del pullman che l'uomo  guidava facendo il giro delle valli. Gli investigatori cercano soprattutto tra le donne che si sono trasferite da Gorno. La svolta arriva venerdì scorso quando si scopre che il codice di Ester Arzufi è perfettamente identico a quello della madre di "Ignoto 1". La donna era emigrata all'inizio degli anni '70 da un comune all'altro, sempre nella zona, forse proprio per sfuggire alla "vergogna" di una gravidanza non desiderata.

La prova regina: l'etilometro inchioda Bossetti
A questo punto mancava solo l'ultima conferma. La "prova regina" è il dna di Bossetti - fermato per un normale controllo stradale e sottoposto ad alcoltest con l'etilometro - compatibile con il sangue trovato sugli slip della ragazza. "C'è coincidenza perfetta", assicurano gli investigatori. 

Le controverifiche: la cella telefonica
Nel provvedimento di fermo si contesterebbe anche il fatto che il cellulare di Bossetti è risultato tra quelli che avevano impegnato la cella della zona dove è stato trovato il cadavere, nell'ora in cui sarebbe avvenuto l'omicidio. Quindi l'uomo si trovava proprio lì, in un raggio di spazio sufficientemente circoscritto, nel momento in cui Yara veniva ammazzata.

Le polveri di calce
Inoltre Bossetti è un muratore e questo ha contribuito ad addensare i sospetti su di lui. Le indagini si sono infatti concentrate, in particolare, su chi all'epoca lavorava nel mondo dell'edilizia: questo a causa delle polveri di calce trovate sul corpo e, soprattutto, nelle vie respiratorie di Yara.