Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/yara-gambirasio-lettere-anonime-redazione-oggi-uccisa-muratore-polacco-davanti-bossetti-e320cdad-cf42-4496-86cd-fd38fe7aa592.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Il settimanale 'Oggi' riceve una 'soffiata' sul giallo di Brembate

Yara Gambirasio, lettere anonime a redazione: fu uccisa da muratore polacco davanti a Bossetti

Diventa sempre più intricato il caso della tredicenne scomparsa da una palestra di Brembate di Sopra (Bergamo) nel novembre del 2010 e ritrovata priva di vita in un campo non distante tre mesi dopo

Condividi
Yara Gambirasio
Sarebbe stato un muratore polacco a uccidere Yara Gambiraso, alla presenza di Massimo Bossetti. Due lettere anonime con questo messaggio sono arrivate nella redazione del settimanale Oggi, e sono state consegnate agli inquirenti bergamaschi.
Secondo l'anonimo che le ha scritte, in un italiano non privo di errori grammaticali, il "vero" assassino sarebbe dunque un muratore polacco, che beveva troppo e quando era ubriaco diventava violento.

L'uomo sarebbe poi stato ucciso dai complici in un cantiere, dove avrebbero simulato un infortunio sul lavoro facendolo cadere da un ponteggio. I complici, favoreggiatori e testimoni dell'omicidio adesso, con l'arma del terrore, costringerebbero al silenzio Massimo Bossetti.

Il muratore di Mapello avrebbe assistito impotente all'omicidio, sarebbe stato male e poi sarebbe scappato terrorizzato: "Certo che signor Bossetti non potrà mai dire tutta la verità visto cosa hanno fatto sorella, piena di botte poveretta", scrive l'anonimo nella prima lettera. E nella seconda aggiunge: "Nessuna meraviglia qualcuno se la prenda con sorella di Massi. Lui non può, non deve proprio parlare ok? (in trappola)... Il Massi ricordo che eè scappato dalla spavento... certo eravamo in diversi e voi non lo capite".
Le lettere, afferma Oggi, hanno il timbro postale di Padova e l'indicazione che provengono da Santa Giustina in Colle, in provincia di Padova. Nelle 59 mila pagine dell'inchiesta c'è una sola persona che proviene da Santa Giustina. È Roberto Benozzo, il datore di lavoro di Fikri, il piastrellista fermato, una settimana dopo la scomparsa di Yara, su un traghetto diretto in Marocco e prosciolto dopo due anni.

"Dall'inchiesta Roberto è uscito pulito ma distrutto dai sospetti", hanno confidato a Oggi la mamma e la sorella di Benozzo, affermando, riguardo alle lettere: "È un mitomane che vuole attirare la vostra attenzione". Sta alla magistratura adesso verificare se si tratti di mitomane o se la segnalazione porterà a nuove indagini.