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POLITICA

Tensioni tra governo e Regioni

Zaia: il Veneto può aprire tutto, ordinanze non contrastano con il Dpcm, non le ritiriamo

Per la Fase 2 il governatore chiede al governo una misura urgente per i bambini che resteranno soli a casa. E sottolinea: con la crisi nel Veneto si sono già persi 50mila posti lavoro

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"Le ordinanze introdotte dal Veneto non sono in contrasto con il Dpcm ma vogliono portare un principio di buon senso e rispetto nei confronti del cittadino". Così il governatore del Veneto, Luca Zaia, che aggiunge: "Le battaglie legali non portano a nulla. Non facciamo ordinanze per cercare prove muscolari o per buttarla in politica. A me sembra che il ministro Boccia, in rappresentanza del Governo, abbia compreso le nostre volontà; penso che per la quasi totalità delle misure oggetto di ordinanza ci sia la possibilità di dimostrare un allineamento col Dpcm per cui non le ritiriamo".

"Il Veneto può aprir tutto - dice ancora più chiaramente Zaia - ovviamente su base solida di una certificazione che ci dà il Comitato scientifico. Ma noi potremmo, in linea di principio, affrontare qualsiasi tipo di apertura". E aggiunge: "Il tema è capire se tutti noi entriamo nell'ordine delle idee che non è finita e che stiamo convivendo col virus. La mascherina è una delle condizioni sine qua non per fare questa battaglia". "Penso che la direzione, sentendo i vari colleghi, andrà verso la riapertura differenziata tra le regioni".

"Abbiamo ribadito al Governo, portando la nostra e totale disponibilità per la partita dei minori che non hanno la possibilità di essere seguiti dai genitori che devono andare al lavoro. Continuiamo a dire che una misura urgente e straordinaria ci vuole subito", precisa il presidente del Veneto, "perché aprire tutto il 4 mattina e sapere che ci sono dei minori che inevitabilmente rischiano di stare da soli a casa, penso non sia sostenibile. L'appello che voglio fare al Ministro dell'Istruzione e in generale, è di attivare tutte le misure possibili e immaginabili rispetto a quello che è scuola e edifici scolastici; dall'altra il Governo per il discorso del congedo parentale che sia sostenuto per bene finanziariamente ed eventuali spese per baby sitter. Infine c'è la nostra  disponibilità a metter in piedi un network di diverse strutture (scuole paritarie, asili, grest, centri estivi, associazioni sportive), una rete sociale di gestione dei bimbi che hanno necessità di assistenza mentre i genitori sono al lavoro".

Il Veneto con questa crisi, a causa del Covid 19, perde 50 mila posti di lavoro, 35 mila dei quali solo nel mondo del turismo, che comprende bar e ristorazione, ha infine sottolineato Zaia, osservando che "sulle aperture direi che la situazione è in progress, nel senso che stiamo discutendo le modalità da attuare e le scelte da portare  avanti da dopo il 4 di maggio". Tra i temi al centro dell'attenzione di Zaia quello che è "ormai un problema sociale, un grande tormento per molti, che è quello delle altre attività produttive come quella del servizio alla persona (parrucchieri, estetisti, ristorazione, bar, divertimento, turismo, che hanno un indotto importante nella nostra economia".