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ITALIA

Regionali, vittoria per Zingaretti nel Lazio e per Fontana in Lombardia

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  Il Lazio di nuovo a Nicola Zingaretti. Ieri sera il Governatore uscente del Lazio, in rappresentanza del centrosinistra, ha preso la parola per ringraziare quel 34,42% di consensi che gli hanno consentito di tenere alla larga Stefano Parisi (Centrodestra), dato al 30,09%, e Roberta Lombardi (M5S), ferma al 26,75% e di portarsi ancora a casa la carica.

"E' significativo che ci sia stata da parte di tutti noi una straordinaria incredibile rimonta nel voto - ha detto Zingaretti, intervenendo al suo Comitato al tempio di Adriano - Voto in controtendenza che dimostra che siamo vivi. E' il tempo della rigenerazione. La differenza elettorale tra il voto politico e quello delle Regionali oscilla in una forbice tra 250 e 300 mila voti. Nel giorno della più devastante sconfitta per le forze del centrosinistra nella storia della Repubblica, i cittadini del Lazio hanno confermato il loro presidente. L'Italia sta vivendo un momento difficile della sua vita democratica ma so che noi ci saremo e ci saremo a testa alta".  
 


In Lombardia continua il dominio incontrastato del centrodestra, che governa la Regione dal 1994 e si prepara a farlo per altri cinque anni con Attilio Fontana, l'ex sindaco di Varese, che ha vinto, a scrutinio ancora da terminare, con oltre il 53% dei voti. Il risultato (nettamente superiore rispetto al 42,8% registrato cinque anni fa da Roberto Maroni) conferma il buon momento del centrodestra e in particolare della Lega, che con il 33% sorpassa e doppia i voti di Forza Italia.    A questo punto si capovolgono quindi nella coalizione i rapporti di forza, anche in vista della composizione della giunta, con un ruolo preponderante del Carroccio.   

"I numeri - ha commentato Fontana dalla sede del Carroccio in via Bellerio - vanno ben oltre le mie iniziali speranze".   L'addio di Maroni, che ha annunciato solo tre mesi prima delle elezioni di non volersi ricandidare,  è stato l'unico sussulto di una campagna in cui il semi-sconosciuto Fontana (leghista da una vita ed ex presidente del Consiglio regionale, diventato famoso per una frase sulla "razza bianca" di cui anche oggi si scusato) ha sfidato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, renziano della prima ora, ex direttore di Canale 5 sposato con Cristina Parodi, che ieri nell'attesa del risultato finale ha voluto essere al suo fianco al comitato elettorale e per una passeggiata in corso Buenos Aires con le figlie.    Nonostante la maggiore notorietà dell'esponente del Pd (che ha ottenuto un paio di punti in più delle liste che lo appoggiano),  è stata da subito chiara la vittoria di Fontana, a cui in serata  è arrivato anche l'in bocca al lupo di Dario Violi, il candidato dei 5 stelle che ha ottenuto il 16%. Un buon risultato, però non molto superiore al 13 di cinque anni fa. A Fontana ha telefonato anche Gori, che ora ha deciso di prendersi qualche giorno per decidere se entrare in Consiglio regionale o rimanere sindaco di Bergamo. Gori si è fermato intorno al 26% con il Pd che non arriva al 19% e LeU con il suo candidato che non entra nemmeno in consiglio. 



Evidentemente, ha commentato il sindaco di Bergamo, "il voto politico concomitante con le regionali ha prevalso" ma, ha aggiunto, "ho l'ambizione di avere comunque lasciato il segno".    A questo punto Fontana, che ha ringraziato Matteo Salvini ma ha anche rivendicato di aver "interpretato nel modo giusto la campagna elettorale" ha iniziato a dettare l'agenda: una serie di incontri con Roberto Maroni per "parlare delle cose che sono sul tavolo". D'altronde il nuovo governatore della Lombardia non ha mai nascosto di voler essere in continuità con la giunta Maroni, di cui  è amico da oltre quarant'anni.    "Sono felice per la vittoria in Regione Lombardia di Attilio Fontana, mio degnissimo successore" ha twittato Maroni.    Il primo provvedimento che Fontana, accompagnato oggi come un'ombra dalla figlia Cristina, intende varare è allargare la fascia di famiglie che accede agli asili gratuitamente. E poi c'è da andare avanti con il processo dell'autonomia. Il passaggio di consegne fra il governatore uscente e il vincitore delle elezioni dovrebbe essere intorno al 20 marzo.